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L'elleboro, fiore della saggezza - Banca Popolare di Sondrio

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ciata nella lontana America e che oggi si recita sul gran<strong>di</strong>oso palcoscenico<br />

che ha per fondali i monti <strong>di</strong> tutta Europa.<br />

Una storia che quasi intenerisce se si osservano i ver<strong>di</strong> cuscini del bosso alpino<br />

e se si pensa che esso è giunto alla nostra latitu<strong>di</strong>ne e longitu<strong>di</strong>ne sospinto<br />

dal gelido incalzare dei ghiacci che in epoche remote hanno mutato il volto<br />

<strong>della</strong> Terra spostando da un continente all’altro animali e piante e così creando<br />

le con<strong>di</strong>zioni del nostro habitat.<br />

Ecco, la Loiseleuria procumbens, la piccola azalea delle Alpi, nota anche come<br />

bosso alpino, è una delle testimonianze più facilmente riscontrabili <strong>di</strong> questi<br />

eventi geologici <strong>di</strong> portata immane, <strong>di</strong> questi sostanziali mutamenti del patrimonio<br />

vegetale del nostro pianeta.<br />

Ed è proprio in nome dell’accertata sopravvivenza <strong>della</strong> Loiseleuria all’ultima<br />

glaciazione, che nel corredo genetico <strong>della</strong> pianta è rimasta in «memoria», proprio<br />

come in uno straor<strong>di</strong>nario computer, la possibilità <strong>di</strong> resistere anche a<br />

temperature molto basse, quasi proibitive per un gran numero <strong>di</strong> specie alpine<br />

che per poter superare i perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> gran freddo sono costrette a cercare<br />

nicchie ecologiche particolari, in anfratti ben protetti dal vento.<br />

L’azalea delle Alpi, invece, pur cercando nell’aderenza al suolo una sorta <strong>di</strong><br />

riparo, sembra preferire le posizioni più audacemente offerte all’impeto delle<br />

correnti ventose, quasi in atteggiamento <strong>di</strong> sfida.<br />

E così, dove ben poche specie riescono a inse<strong>di</strong>arsi, dove persino l’erica rinuncia<br />

a vivere, la Loiseleuria procumbens allunga i suoi rami che finiscono per<br />

formare una trama fitta e intricata che quando arriva il momento <strong>della</strong> fioritura<br />

si illumina <strong>di</strong> rosa, proprio come un antico merletto realizzato in due colori<br />

con paziente lavoro <strong>di</strong> fuselli.<br />

Questa la storia, semplice e complessa insieme, dell’azalea delle Alpi, chiamata<br />

anche bosso alpino, che la Natura ha eletto a testimone <strong>di</strong> una pagina <strong>della</strong> sua<br />

lunga vicenda: lunga quanto la storia <strong>della</strong> Terra, affascinante come una fiaba.<br />

SCHEDA BOTANICA<br />

Nome scientifico: Loiseleuria procumbens cinque lobi; sono rosa e appaiono in estate<br />

Nomi popolari: azalea delle Alpi, bosso Caratteristiche: arboscelli prostrati, alti sino a<br />

alpino, azalea, azalea nana, azalea sdraiata venti centimetri, con foglie piccolissime,<br />

Origine: America del nord: dopo l’ultima oblunghe, lucide, con la pagina inferiore<br />

glaciazione, questa piccola pianta, attraverso coperta da peluria biancastra<br />

la Groenlan<strong>di</strong>a e l’Islanda, è giunta in Europa Etimologia: il nome ricorda il me<strong>di</strong>co e<br />

Fiori: riuniti in ciuffi all’apice dei fusti; hanno la botanico francese J.C.A. Loiseleur<br />

forma <strong>di</strong> una campanula aperta in cima, in Deslongchamps (1774-1849)<br />

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