L'elleboro, fiore della saggezza - Banca Popolare di Sondrio

More documents

Recommendations

Info

no le creature del bosco, senza eccezione, nate per seguire una legge che le nostre cesoie possono condizionare per qualche tempo, ma certamente non sopprimere, non modificare in assoluto. Persino nel linguaggio floreale si ribadiscono le caratteristiche salienti della Lonicera che viene identificata con i legami d’amore; legami così esclusivi, così assoluti da trasformarsi in una presenza soffocante. Succede anche alle passioni umane, quando la gelosia e la smania di possesso finiscono per togliere leggerezza e splendore ai sentimenti e lasciar apparire soltanto l’egoismo mascherato da passione. Il caprifoglio, se non altro, nasconde i suoi difetti con una profusione di fiori e riesce, anche da lontano, a tessere una trama d’incanto, di sottile magia, grazie al profumo che si spande per l’aria e si fa ancora più penetrante e speziato verso sera. È allora, nella luce incerta del tramonto, che l’atmosfera si carica di umidità e trasporta sciarpe d’aromi e fragranze oltre la cortina degli alberi, al di là della macchia verde del bosco, oltre il profilo delle siepi e la morbida distesa dei prati. Tutto questo ha nome caprifoglio e rientra nei doni della nostra flora, quella spontanea, che da migliaia di anni veste di incomparabile bellezza lo straordinario Paese, botanicamente parlando, dove abbiamo la fortuna di vivere e che tanto spesso dimentichiamo di dover proteggere, di dover rispettare. SCHEDA BOTANICA Nome scientifico: Lonicera tubo, che infine si allargano in quattro lobi Nomi popolari: madreselva, abbracciabosco, matrisilva, seresetta, ciuciabech. Origine: Asia orientale, Himalaya, Giava, Sud America, Europa. In Italia vivono allo stato spontaneo nove specie. Famiglia: Caprifogliacee arricciati; Profumo intenso e dolce. Appaiono in estate. Caratteristiche: arbusto dai fusti sottili, volubili, che possono raggiungere la lunghezza di sei metri e si avvolgono tenacemente agli alberi e a ogni possibile sostegno. Foglie caduche, ovali, più chiare sulla pagina inferiore. Fiori: raggruppati in sommità terminali, sono di Etimologia: il nome ricorda Adam Lonicer o color bianco-avorio, talvolta sfumati in rosso, Lonitzer (1528-1586) medico, matematico, hanno un corto calice e corolle allungate, a botanico e naturalista. 142
Esiste un vocabolario che può servire a comporre lunghe filastrocche che parlano di tenerezza, che di una barchetta di carta sa fare una vela che corre sul mare, da una pagliuzza che corre nel vento trae le ali di una farfalla, da un fiore simile a una manciata di sole ricava parole e parole d’amore. G. M. La violacciocca gialla sembra fatta di sole Il significato letterale di violacciocca, nome popolare del Cheiranthus, nelle specie cheiri e alpinus presenti sulle nostre montagne, è quello di viole in mazzetti, in ciocche, ma se vogliamo indagare in un ambito più dotto, non possiamo che accettare un’etimologia più incerta, quasi oscura che attribuisce alle parole Cheiranthus e cheiri dalla non meglio precisata origine araba. Ma non è tutto qui; infatti, nelle varie zone del nostro Paese, la violacciocca si riconosce come violetta gialla, e barcaro, garofana, viola groga. I francesi la chiamano carefée, giroflée de murailles, violer jaune; gli inglesi Wallflower e i tedeschi Goldlack. La violacciocca ha una storia antica, legata a primitive superstizioni, quando si credeva che la morte del padrone di casa coincidesse con il repentino appassimento di tutti i Cheiranthus esistenti presso l’abitazione, nelle fessure dei vecchi muri o sui cumuli di calcinacci. Una pianta resistente, dunque, di poche pretese, che soltanto un evento definitivo come la morte del capo famiglia poteva colpire. Al di là della leggenda, le caratteristiche della violacciocca devono aver colpito profondamente la romantica personalità dei trovatori medioevali che nella buona stagione non mancavano di guarnire i loro farsetti con un mazzolino di Cheiranthus, simbolo dell’amore che supera il tempo. Se aggiungiamo che la violacciocca gialla (quella rossa si chiama Matthiola) è deliziosamente profumata e fiorisce da marzo a maggio, nel più dolce momento dell’anno, si può ben capire l’interesse che in ogni tempo è stato riservato a questa umile pianta alpina, che ben si adatta anche a esser coltivata. Fra l’altro, non bisogna dimenticare che la violacciocca è compresa fra le cosiddette piante nuziali, portatrici di felicità e fecondità, in grado di allontanare gli eventi negativi e di sollecitare i piaceri d’amore. Ancora oggi, in alcune zone alpine, il bouquet di nozze nella stagione adatta reca al centro un ciuffo di Cheiranthus circondato da timo che è un’altra specie beneaugurante, soprattutto indicata per accrescere la virilità dello sposo. Certo, vedendo una violacciocca in fiore sullo sfondo di una parete di sassi, fra un pascolo e l’altro, non si può supporre che le sue corolle nascondano tanti piccoli segreti e una storia così intrigante e antica, certamente legata a mitologiche vicende e riti tribali che si perdono nelle ombre del passato. Può sembrare soltanto una manciata di sole che si è impigliata fra le pietre, può sembrare soltanto un ciuffo di petali che il vento ha dimenticato di raccogliere e, invece, si tratta di una violacciocca che nella specie Cheiranthus alpinus proviene dalla Norvegia e dalla Lapponia, mentre nella cheiri vanta un’origine più nostrana. In ogni caso, una pianta da non trascurare e che nei tempi andati era considerata sicuro rimedio contro l’itterizia in virtù della teoria della signatura per cui forma e colore di una foglia, di un fiore, erano sicuri indizi per indicare la loro validità terapeutica verso un organo o una malattia che presentassero una caratteristica che ricorda l’aspetto della specie in questione. Nel caso della violacciocca il giallo dei petali indusse a pensare che essa potesse guarire l’itterizia. Oggi, comunque, i Cheiranthus non sono compresi fra le specie medicinali di maggior interesse ed è riconosciuta loro soltanto un buon contenuto in vitamina C, senza alcuna, possibilità di sfruttamento. Interessante, invece, l’impiego delle violacciocche gialle come elemento decorativo per i giardini di stile spontaneo o rustico, soprattutto nelle zone collinari o sui primi contrafforti della montagna, anche se il terreno è povero e il clima scarso di piogge. Oltre ad ammirare questa pianta nei luoghi ove cresce spontanea, giusto in un pugno di terra fra le rocce, vale dunque la pena di farla ambientare anche nel 143
Page 3:
in in Valtellina Valtellina e Valch
Page 6 and 7:
Coordinatori dell’opera: LUCIANO
Page 9:
Due Valli da conoscere Inquinamento
Page 12 and 13:
«Vuoi regalarmi un momento di gioi
Page 14 and 15:
«Quando il ministro Disraeli si in
Page 16 and 17:
SCHEDA BOTANICA Nome scientifico: P
Page 18 and 19:
In senso orario: Primula glutinosa,
Page 20 and 21:
ge previste per quanti danneggiano
Page 22:
che il loro ovario non è torto, co
Page 26 and 27:
Sotto: Gentiana verna e Gentiana ca
Page 29 and 30:
«Guardate come splendono i gigli d
Page 31 and 32:
«Il bocciolo, il fiore bianco-gial
Page 34:
«La mia signora profumava di musch
Page 37 and 38:
«Sbucammo in una radura del bosco,
Page 39:
«...se al tramonto ti soffermi a g
Page 42 and 43:
«Otto petali che sembrano di ghiac
Page 44 and 45:
«Fiore buffo, grottesco, ricco di
Page 46 and 47:
SCHEDA BOTANICA Nome scientifico: A
Page 48 and 49:
E chi ama la natura non può che au
Page 50 and 51:
SCHEDA BOTANICA Nome scientifico: A
Page 52 and 53:
SCHEDA BOTANICA Nome scientifico: D
Page 54:
«...fiori strani, petali di carne
Page 57:
«Ancora ridon tra le lunghe ciglia
Page 60 and 61:
«Niente mi ha dato il senso della
Page 62 and 63:
«... e sotto la macchia e l’eric
Page 64 and 65:
per nulla il nome di questa pianta
Page 66:
schi, al margine dei prati o nelle
Page 70 and 71:
ciata nella lontana America e che o
Page 72 and 73:
SCHEDA BOTANICA Nome scientifico: L
Page 74 and 75:
«I suoi fiori, il suo fogliame son
Page 76 and 77:
esempio di tenacia e di «intellige
Page 78:
ne da trasportare su altri esemplar
Page 81:
«...Maria, mia dolce Maria, accett
Page 84 and 85:
Viola hirta. Viola tricolor. ricevo
Page 86:
«Che cosa è più difficile di tut
Page 89 and 90:
Sempervivum aracnoideum l’elenco
Page 91 and 92:
Qui sopra: Eritrichium nanum. A des
Page 93 and 94: «Io sono disteso sull’erba tra i
Page 96: «Vicino e lontano il suo profumo d
Page 99 and 100: «La chiamano rosa di Natale e fior
Page 102 and 103: Helleborus niger. SCHEDA BOTANICA N
Page 105 and 106: e il gelo che oltre i duemila metri
Page 108 and 109: Aconitum napellus; a destra, fiorit
Page 110 and 111: «Se ti è cara la vita ricorda che
Page 112 and 113: Campanula rapuncoloides. pianta cor
Page 114 and 115: Sopra e in basso: fiori di Rosa pen
Page 116: «I prati sembravano coperti da man
Page 119 and 120: Ranunculus acris e Ranunculus glaci
Page 121 and 122: «Amate tutta la Creazione nel suo
Page 123 and 124: Centaurea scabiosa e cyanus. SCHEDA
Page 125 and 126: Linum alpinum. SCHEDA BOTANICA Nome
Page 127 and 128: «...e fu così che ogni stagione c
Page 129 and 130: «Come un’insidia d’amore, come
Page 132 and 133: «Non pensare di coltivarla in giar
Page 134 and 135: «Detergerò le mie mani con i rose
Page 137 and 138: «Forse le fate, per incipriarsi il
Page 139 and 140: «Oh, andare, andare a passi tardi,
Page 141 and 142: e la giusta quantità di auxina, so
Page 146 and 147: Sopra e a sinistra: Matthiola incan
Page 148 and 149: «Non aggiungere al mio cibo la pol
Page 150 and 151: «...una foglia odorosa, una foglia
Page 153 and 154: «Io salutava ad ogni passo la fami
Page 155 and 156: «...il profumo era così forte che
Page 157 and 158: «...marmaglia di ortiche, di logli
Page 159 and 160: Valeriana tripteris e Valeriana ver
Page 161 and 162: L’Artemisia glacialis entra nella
Page 163 and 164: «... nel giardino la luna, e quel
Page 165 and 166: «Masticata a digiuno, purché dopo
Page 167 and 168: «Proprio nel punto più bello dei
Page 169 and 170: Un’ape al lavoro su un fiore di S
Page 171 and 172: Artemisia glacialis. Artemisia spic
Page 173 and 174: 171
Page 175 and 176: «Vita come erba, come la capsella
Page 177 and 178: «... e non perdete di vista, in me
Page 179 and 180: «Mi recherò nel bosco e nel mio g
Page 181 and 182: «Le api cercano i suoi fiori, il s
Page 183 and 184: «... proprio non vedo un gran camb
Page 185 and 186: gli occhi arrossati o per detergere
Page 187 and 188: 185 a settembre, messe in infusione
Page 189 and 190: Suggestiva l’immagine della pimpi
Page 192 and 193: I termini botanici Acauli, piante:
Page 194 and 195:
qualche zona interna, come risultat
Page 196 and 197:
Indice generale I FIORI La soldanel
Page 198:
Finito di stampare nello stabilimen
show all

L'elleboro, fiore della saggezza - Banca Popolare di Sondrio

Create successful ePaper yourself

Delete template?

Save as template?