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L'elleboro, fiore della saggezza - Banca Popolare di Sondrio

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«... e non perdete <strong>di</strong> vista,<br />

in mezzo ai fiori, le male erbe, che<br />

hanno sete anche loro. Non<br />

bagnate solo il prato fresco o solo<br />

quello arido, ma anche i<br />

semprevivi sul tetto...».<br />

Bertolt Brecht<br />

Sempervivum tectorum.<br />

Sembra una rosa nata per caso fra le tegole<br />

Botanicamente, il suo nome è Sempervivum tectorum, ma nel corso dei secoli ha<br />

pensato <strong>di</strong> metter su una specie <strong>di</strong> famiglia, dando vita a due sottospecie: il Sempervivum<br />

alpinum e il Sempervivum schottii che vivono anche a notevole altitu<strong>di</strong>ne, intorno<br />

ai 2800-3000 metri. Molti la considerano semplicemente una pianta grassa,<br />

mentre il suo ceppo d’origine ha un nome ben preciso, quello delle Crassulacee,<br />

composto da ben trentacinque generi e millecinquecento specie. Cinque generi e cinquantacinque<br />

specie nascono spontaneamente sui nostri monti, sulle rupi e tra i<br />

sassi che affiorano nei pascoli, sui tetti delle baite, fra tegole e lastre <strong>di</strong> lavagna,<br />

purché il poco terriccio che occorre alla loro vita sia <strong>di</strong> natura silicea.<br />

Il Sempervivum tectorum è bello a vedersi: sembra una macchia <strong>di</strong> rose ver<strong>di</strong> e<br />

carnose, prive <strong>di</strong> stelo e con la punta dei petali sfumata <strong>di</strong> porpora. Qualcuno paragona<br />

queste piante ai carciofi; infatti uno dei loro nomi popolari è proprio articiochi<br />

mati, ma a noi sembrano meritare un paragone più gentile. Un paragone<br />

che descriva più complutamente la grazia <strong>di</strong> questa specie, soprattutto in<br />

estate, nel momento <strong>della</strong> fioritura, quando dal tappeto <strong>di</strong> foglie verde tenero riunite<br />

in rosette, si alzano gli steli fiorali, coperti da brattee giallo ocra, che terminano<br />

in densi corimbi <strong>di</strong> corolle simili a stelline rosa-porpora, molto decorative.<br />

La fioritura dura a lungo e trasforma completamente il profilo dei<br />

tetti che sembrano ricoprirsi <strong>di</strong> un lieve velo crespato, come una decorazione<br />

<strong>di</strong> chiffon sull’ala <strong>di</strong> un cappellino fine Ottocento.<br />

Il semprevivo, che in alcune zone viene chiamato orecine, erba<br />

trouna o, più prosaicamente erba da calli, in francese è noto come<br />

joubarbe, in tedesco Hauswur, e in inglese houseleek. Fatte queste<br />

precisazioni d’or<strong>di</strong>ne linguistico, ve<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> sapere qualcosa <strong>di</strong><br />

più e <strong>di</strong> curioso sul Sempervivum tectorum, nome attribuitogli da<br />

grande me<strong>di</strong>co e naturalista svedese Linneo, o Carl von Linné (1707­<br />

1778), padre <strong>della</strong> sistematica moderna e <strong>di</strong> un metodo <strong>di</strong> classificazione<br />

delle specie animali e vegetali tuttora vali<strong>di</strong>ssimo.<br />

La prima notizia curiosa, che ha un preciso riferimento con la pre<strong>di</strong>lezione<br />

del semprevivo per le fessure tra coppo e coppo, fra tegola e tegola,<br />

si rifà a un’antica credenza che attribuiva alle ver<strong>di</strong> rose <strong>di</strong> questa crassulacea,<br />

il potere <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere le case dai fulmini e <strong>di</strong> tenere lontani gli spiriti<br />

cattivi. Una forma <strong>di</strong> superstizione che, automaticamente, ha dato a questa<br />

pianta un valore particolare, quasi magico, lasciando supporre che essa possedesse<br />

anche altre virtù. In effetti, il Sempervivum tectorum, dall’odore acidulo,<br />

è più che efficace per lenire il dolore alle estremità provocato dalla presenza<br />

<strong>di</strong> indurimenti <strong>della</strong> pelle, attenua il bruciore delle scottature e il prurito tipico<br />

<strong>di</strong> alcune forme <strong>di</strong> dermatosi. Per ottenere questi risultati basta anche appoggiare<br />

una delle foglie <strong>di</strong> queste carnose e strane rose ver<strong>di</strong> sulla parte colpita<br />

per ottenere un rapido miglioramento. Importante è che la foglia sia fresca,<br />

con<strong>di</strong>zione che si mantiene anche in pieno inverno, magari sotto<br />

la neve. Non per niente questo semprevivo vegeta in montagna,<br />

anche a notevole altitu<strong>di</strong>ne, come già abbiamo sottolineato. A<br />

questo punto, esauriti i cenni... storici che riguardano il<br />

semprevivo dei tetti, la facile etimologia del suo nome,<br />

scientifico e non, celebrate genericamente le sue<br />

virtù terapeutiche, non rimane che scendere<br />

nei particolari.<br />

175<br />

I princìpi attivi<br />

Le proprietà curative del semprevivo<br />

dei tetti derivano dalla presenza nei<br />

suoi tessuti <strong>di</strong> una mucillagine particolarmente<br />

utile come decongestio­

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