N VOVO COMMENT Oét

macffro fuo,onde rettamcnte diffe.
-Va dietro à me Satana. Tu mi fèi uno ica ndalo,
perche à quelle cofe nonhai mente,
che lbno dlddio, ma à quelle che fono de
gli huomini.
Qualî diceffe niente mi debbe effere tanto à
cuore,quanto fare i comandamenti del padre
benche fieno duri alla carne àpigllargli. Io ui
ho gla tanto lungamente, ôc con tanti parlari
efortati,ôC tu che fei dotato di piu ampla co*
wnitione dal padre mi sfconforti da quefto.Et
tanto grandemente? ua uia con queita tua fa*
pientia,che tu mi fei un Satan,cioè auuerfariq
ôc peffimo confolatore,benche tu facci quefte
cofe per amore mio,tu.fai quelle cofe,chefan,
no gli huominï,çhe mâcono di Iddio.Tu non,
fei anchora dedito aile" diuine, benche pocc\
auanti per la reuelatione del padte rettamen*.
te,8c piamente di meïentiffi,ôc habbia confef
fato.Et hora riprendi,che io mi uoglio dimo*,ftrare
Chrifto,ôc figliuolo di Iddio,il quale po
co fa ueramente mi confeffafti.Ved j quâto tut* 1
ti contradica.Se io fono Chrifto debbo effere
mono per gli eletti fecondo la fcrittura, fe fi*
gliuolo di Idddio, perche non faro a mododel
padre.'' il quale uuolé che io fia hoftia iper.i
peccati di tutti quegli,che effo ordind alla ui*
ta? prima adunque alla reuelatione del padre
mi predicaui,ÔC eri beato,hora allo inftinto di,
Satan mi reuochi dalla obedientia delpadre=
fatto à me Satan.Va uia adunqj cô cotefto tuo
humano affetto pugnante col precetto dild*'
. dio.Et cofi fi uede qui, che Pietro confefsd ql
Io che gli fu reuelatOjôcin quello che non gli
fu reuelato, falli /accioche conofçiamo che
fenza Iddio non fi parla, d opéra cofa alcuna
grande,d minima di bene.Et Satan in Hebreo
impeditore, d auuerfario fignifica. Et cofi fo*
no Satanai anchora tutti quegli,ché per quale
occafione fi uoglia fi sforzano di leuarci da Id
dio,dallagiuftitia,ôc dalla uerita.Quello adun
que che prima era Pietro nella confeflïone,ÔC
cognitione délia pietra,gia diuiene Satâ,quan
do parla contro alla pietra.
Allhora Giefu diffe à difeepoli fuoi, fè alcuno
uuoîe uenire dietro à me,niegi fe me.
defimo,& tolga la croce fua\& fêguiti me.
DI MATTHE! > CAP. XVI.
Non fu contento il Signore di hauere riprefo
Pietro,ma uolfe anchota dimoftrare la incon
uenientia délie cofe dette da Pietro,ôc il frutto
délia fua paflïone,onde foggiunfe, fe alcuno
uuole uenire dietro à me ôcc comefe diceffe
tu mi di,che io mi fia propitio,ôc io ti dico,che
non folamente ti è nociuo prohibirmi dalla
paflïone.Ma ôc non potrai faluarti fe non pa*
tirai,ôc morrai,ôc renuntieraîalla uîta.Et auu e
gna che la uita di iddio fia per la fede in Dio, è
neceffario certo quello negare fe fteffo,ôc tut*te
le cofe,che uuole meditare uita degna di Id
dio,auuegna che fia un Satan,ôc oppongafi à
Iddio chiunque fegue quelle cofeche fono de
glihnominijcome giahadichiarato il Signo*
renello efemplo di Pietro, teftifica ^adunque
qui primieramente il Signore non folamente
à difeepoli, ma infieme à tutti, poi che Pietro
non folamente aboriua dalla croce,ma ancho
ra tentaua di reuoeare quello, bifognare quel
lo che lo uorra feguitare, ôc an dare dietro a ef
fo,il che è il medefimo che effere fuo difeepo
Io,negare fe fteffo,cioe %
commetterfitutto al*
la cura del padre in modo che del tutto pen*
da da effo,ôc niente fia follecito per fefteffo di
fôrrela croce fua,cioè la fua forte,ôc le fuéf a*
tiche, le quali gli difpenfd Tottimo padre, ôc
cô patiente animo fopportare tutto quello à,
che effo lo chiamera.
Perche quello che uorra fare fàlua l'anima
fua la perdera, Et chi perdera l'anima fua
per me,Ia trouera. Et che gioua à l'huomo,
fè egli hara guadagnato tutto il mondo, &
hara dannificato l'anima fua ? d che dara
l'huomo per ricompenfb de l'anima fua?
Perche il figliuolo dell'huomo ha à uenire
nella gloria del padre fuo, con gli angeli
fuoi,& allhora rendera à ciafcuno fecondo
l'ôpere fue.Io in uerita ui dico.E fono alcu
nicii quegli cheffanno qui, i quali non gu.
fteranno la morte infino à tanto che ueg.
ghino il figliuolo delfhuomo uenire nel
regno fuo.
Et con treragionï eforta à quefto, chenegan*
dofe fteffijôctogliendo la croce loro feguiti*
no effo,tutti quegli che uogliono effere fuoi
feguaci,ôc difeepoli. Laprimaè che qllo per
deralauita fua,chc la uorra faluare,ôc quello
la faluera che la perdera,cioè la indurra in pe
ricolo per caufa di Chrifto,ôC dello euâgelio.
Bifogna adunque negare fe fteffo, ôc torre la
croce pofta dal padre, ôc cofi per al prefente
perdere Tanima piu tofto, che fuggire i pre*
fenti ?
pericoli,ôc curare di faluare la uita,il che
auuiene in quefta fcelerata generatione del
mondo,non fenza negatione,ôC difpregio di
rddio. Et ueramente fi falua effa anima qu âdo
in gratia di Chrifto fi conduce in mille morti,
in certiffimi pericoli, i quali non mancono
mai à quegli,che feguouo la uerita, pche chri
ftoconofceua qfti tali appreffo al padre per
la gratia del quale riceueranno altra uita per
quefta caduca.Concio fia cofa adunque, che
niente fia piu preftabiie che l'anima, la per di*