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N VOVO COMMENT Oét

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NELLO EVANGELIO<br />

onïco medf atore noftro. ma anchora di quel fto facramenfo f nffiruïre il folêne culto folo<br />

che cola morte fiia ci riduffe ingratia del &precipuaceremonia,perlaqUaleinl °,<br />

padre,ac fî appropria di reftarein noi cibo,8C di tutti i facrificii,ôc cérémonie antique nZ<br />

natutadiuita. *<br />

„ ,<br />

fimo<br />

, . «<br />

la fede noftra,&mft,tu,rmio tutta la p?<br />

ta.Di qui con la predicatione della mort^.<br />

Et pigliando il calice,rendutele graue, Io S J g n o r e ) a c deUaredentionedi tutta P 0 D<br />

dette loro, dicendo. noftra.aggiunte le preci, 8c la collation?^<br />

Et quefto medefîmamente, fecondo lo anti * poueri, fi célébra quefta ceremonia de f atlJj<br />

quo coftume deludei,ma qui lo conuerti in gia infino ai tempo degli apoftoli.<br />

facramento del fuo nuouo calice, pche quel d e t t o u n o hymno fene andorono nel<br />

loaflaggiailcalice,chefinitoileouuiuioren m o n tedegliuliui.<br />

de le gratie a Iddio, ÔC di qui memorano gli<br />

6<br />

euangelifti di nuouo hauere il Signore ren* Et affermono affai de dottori ludei effere ffo<br />

dute le gratie. to antiquo coftume de gli Hebrei, che man'<br />

Beete di quefto tutti. Perche qfto è il mio t ^ J T ^ Â ^ f ^JS?"? pfalmi<br />

r y 1<br />

, n ^, r r „ di Dauid dal.m. infino al.119. onde alcuni<br />

fanguedel nuouo teftamento,cheG fparge noftriefpofitoripenfano queftodfeelW<br />

per molti nella remiffione de peccati. Et di n Q c h e ^ n i c h r i f t o^ 0 d i f {i<br />

couyonoberodiqueftofruttodi mte m E t l a m a t e riadi que pfalmi nel uero conuien,<br />

fino a quel di, quando 10 Io bero coneifo c o n q u e l l o c h c fi COmmemora nello agnello<br />

uoi nuouo nel regno del padre mio. pafquale,in modo che non è diffimile alueto<br />

Et comanda che tutti beino di quefto calice, quefti pfalmi effere ftati cantati dal Signore.<br />

perche effendo la communione dei fangue Et oltre adiquefto è da notare,che il Signore<br />

• di Chrifto,ôC la confermatione del nuouo te comincid la cena dalle laude del Signore, se<br />

ftamento, meritamente comandaua, che di fini,8c cofi è conueniente che noi continua*<br />

quello beeffino tutti quegli ,chefuflino parte mente rendiamo gratie à Iddio. Perche me*<br />

cipi del nuouo teftamento.Et da quefta for* morata fpeflb la bonta di Iddio uerfo di noi<br />

ma di parlare è chiariffimo con quefto calice ci rapifee nello amore di effo,8c leuaci da tut<br />

offerire al Signore due cofe,il fangue fuo, 8C ti i mali.Et cofi come era folito il Signore,fe<br />

il nuouo teftamento, perche il nuouo tefta* ne ando nel monte de gli oliui,doue dinuo*<br />

mento è il frutto del fangue di Chrifto fparfo «° foggiugne lo Euangelifta.<br />

nella croce. ôc reliante in noi. Et da qfta cofa v<br />

è manifefto che fi debba credere, ôc confer* Allhora dice a quegli Giefu. Voi tutti in<br />

v mare la uera prefentia di Chrifto nella facra quefta notre ui fcandalezerete in me. Per.<br />

*[ cena,ôc il dare del corpo, Se del fangue dei Si che egli è fcricto.Io percotero il paftore,et<br />

/ gnore,ôc infieme del nuouo teftamento,cioè le pecore del gregge fieno difperfe. Et poi<br />

del patto alla gratia, ôc remiffione de peccati, che iofaro rifufcitato,io ui andro innanâ<br />

laquale fi efprime per qfte parole,che è fparfo in Galilea.Et rifpondendo Pietro gli diffe.<br />

p molti nella remiffione de peccati oue fi mo Et fe tutti fi fieno fcandalezari in te.Io mai<br />

ftra che nel fangue è la efpreflïone della mor n o n mi fcandalezeraGiefu gli diffe.Io in<br />

te,ôc che quella e purgàtione di peccati, ôc il u e r i t a ri dico,che in quefta notte, prima<br />

Signoreci uolfe ammuniredi quefto coque cheilgallocanti,tuminegheraitreuolte.<br />

fte paroIe,ôc diffe per molti,perche non tutti pictKfeli difTe. Anchora â mi bifoenafle<br />

riceuano qfto prezzo di falute.Et tutte le pa* 4<br />

«woguauie.Aiichora le mi D»°S'<br />

rôle del Signore appartengono à quefto,che m<br />

° r<br />

t e c "J ^o non ti neghero. Smilmen,<br />

noi conofeiamo per il S ignore noftro Giefu<br />

t e a n c h o r a d l f î b n o t u t a 1 d l f c e o l u<br />

P<br />

Chrifto efferci rimeffi i peccati, ôc confiftere Et qui è adotto il teftimonio di Zacharia,per<br />

la uitaeterna,Iaquale allhora fruiamo quâdo il quale fiamo ammuniti farfi tuttele cofe con<br />

effo uiue in noi,ÔC non noi,ôC noi in quello,ôc certa difpenfatione di Iddio,ôc effere ftata di<br />

nô in noi.Et pche quefto del tutto non fi capi tanto gran pregio la morte di Chrifto apprc»<br />

fee mentre fiamo qui,uolfe il Signore darcifî, fo al padre, che effo prediffe per î propheti,<br />

ÔC offerircifi cô quefto facramento. E" aggiun quafi tutte le particulari cofe le quali pati,pec<br />

to da gli altri,fate quefto in mia commémora che come fî doueua inftaurare la falute degli<br />

fione.Et quefto diffe il Signore due uolte fe* eletti per quefta,ÔC cofi anchora la gloria del<br />

condo che efpone Paulo quefte parole del Si Signore, ôc che tutti i difeepoli, 8c maffia»^<br />

gnore,ôc quando porfe il pane,ôc quado por mente Pietro penfaffino hauere à effere alie*<br />

fe il calice,perche uolfe il Signore, con que* no daloro.di effere fcandalizati pet caufa*<br />

Chriflo,

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