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N VOVO COMMENT Oét

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NELLO EVANGELIO<br />

non c piu moîefta fatica che la cura,ôc la fol* re il fuo uentre per Iddio cio^ non fare alCQ, lecitudine délie faculra, fie nondimeno non na cofa fenon per caufa del uentre, Se p e r u<br />

^ la piu uana,ne la piu inutile,perchc con tut uitto,ÔC ueftito,effere: cofi follecito, che tu ia ta la tua follecitudine non potrai mai aggiu * fei la uoeatione di Idd-o,p la quale cofa qUes gnere uno cubito alla tua ftatura,ne di uno di gli che impiamente fono folleciti del uitt0 to farla maggiore,effendo tutte le cofe fecon niente certo fono differenti dalle genti ldola do la uolonta,Se ftatuto di Iddio. Et concio* tre,che non hanno Iddio per padre, ne confi<br />

fia cofa che Chriflo in quefto arguméto com dano che eflb habbia cura di noi, ôe fappja pari la ftatura del corpo,alle conditioni del* quello che ci fia di bifogno.<br />

lauita,manifeftamente fignifica che con tutta j^[ apm tofto cercate il regno di Dio &<br />

la ftatura pende dal cenno di Iddio, il quale , fte c o f e u i fi aggiUgncranno. '<br />

fecondo la fua uolonta da aU'huorno o pic* ^ ° • °<br />

ciola,o* grande ftatura.Et cofi tutta,d la lôgi* Accioche beniflimo conofeiamo, che cofa<br />

tudine,d la breuita délia uita,fta nella potefta propriamente fia in quefto luogo cercare il<br />

del folo Iddio, perche fe ne uno de piccioli regno di Iddio è da inueftigare quale fuffe ia pafferinicadein terra fenzail Signorelddio uocatione,qualeruficiodilminifteriodegli<br />

noftro,ÔC anchora tutti i capegli del capo no apoftoli, à i quali precipuamente fa Chrifto<br />

ftro fono numerati,maggiormente fono nu quefta predica.Chiamd Chrifto gli Apoftoli,<br />

merati gli anni,ÔC i di délia uita noftra. Rimet ôc feelfe quegli da difeepoli, nô accioche ftef<br />

teci anchora à confiderare i gigîi, ôc fieno del fino in ocio,ne anchora accioche fteflino in*<br />

campOji quali fono caduciflîmi,talmente che tenti alla cura del fare roba,ôc del guadagno,<br />

non ftieno nella loro bellezza un giorno in ma accioche predicafïïn o Teuangelio. Auue<br />

tero,ôC nondimeno fono talmente ornati da gna adunque che Chrifto reuochi gli Apofto<br />

Iddio che Salomo non fufli piu ornato di que li con quefta predica dalla impia follecitudi*<br />

gli. Et quefto accioche noi conofeiamo da ne,ÔC anfieta del uitto allo ftudio délia uoea*<br />

fiori la immenfa liberalita di Iddio, cheillu* tione loro, è manifefto che cercare il regno<br />

(Ira con tanto ornato tanto uile creatura. di Iddio,in quefto luogo, niente altro fia che<br />

Et uoi non cerchiate quello che uoi hab- dare diligétemente opéra à predicare l'euan<br />

biace à mangiare, d quello che uoi habbia. gelio.Ete il fenfo,cercate primieramente il re<br />

te a bere,& non cerchiate diinalzarui3per. gnodnddio,ôc la giuftitia di quello, cioe da.<br />

che tutte quefte cofe le cercono le gétii del < e era che<br />

°Ç ^ an<br />

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a tutte le cofe<br />

mondo.Et il padre uoftro fa che uoi haue J osfaca<br />

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uo c ** R<br />

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- UT j- a. r ftrauocatione.il uoftro uficio.Sc il uoftro me<br />

tebifognodi queftecofe. ^ ftieroè che uoi predichiate rettamente l'euan<br />

Etnon cercare quello che noimangiamo,d geIio,ôcdiligentemente,ôcfedelmente,ôcfac<br />

beiamo,non fi intende che non fi debba cer* date tutte le cofe che fi ricercano à quello, SC<br />

care il uitto legittimamente, ôc nella uoeatio à quefto precetto fubito aggiugne ampliffi*<br />

ne di Iddio,perche altrimenti non ci farebbe ma promeffa,perche dice,tutte quefte cofe ui<br />

Iecito orare,dacci hoggi il noftro pane quo fi aggiugnerranno, cioè fe uoi rettamente,S£<br />

tidiano,ma fi intende qui che nô fi debba effe fedelmente farete il uoftro uficio, Se alf hora<br />

re in modo follecito del uitto , che piu tofto il padre délia famiglia fara anchora il fuo ufi*<br />

uoglia feguitare i commodi del uentre, ôc il cio, Se dara opéra che ui fieno amminiftrate<br />

guadagno che obedire alla legittima uoeatio tutte le cofe neceffarie al uitto,SC al ueftito,3C<br />

ne di Iddio,Sc inalzarfi è difprezzare la uoea<br />

tione dilddio.comeabietta, Se dipocogua*<br />

dagno. Et le genti del mondo in quefto luo<br />

abbondeuolmente non uelo penfando.<br />

M« temia e • i ^^UerctW<br />

P' cco l o r e<br />

g §8 e go fi dicono quegli,che publicamente feguo >??t e iaciuto al adre uoftro darul û tC<br />

P P ^° '<br />

no la idolatria . Et perche quefti non hanno Pigliafi qui il timoré per la diffidentia, onde<br />

alcuna ragione di uera pieta,ne di futura falu eforta gli Apoftoli, ÔC difeepoli fuoi, 3e poi<br />

te,quefta unica cofa curano di prouedere be per quegli tutta la chiefa à non temere, cioè<br />

nealuentre,lequali cofeftando cofièdaue non diftidare,fe bene hânocôtro tutta la pof<br />

dere,che cofa commune habbino fra loroi fanza del môdo,che il padre gli fia per lafeia*<br />

gentili ,ôc quegli che impiamente fono folle* re perire.Et con effo epitheto di gregge figni<br />

citi.Grâde,ôc horribile impieta è certo adora fied Chrifto perche non fia da temere,perche<br />

relaftatuadi Gioue,ôdiMercurio,ddiqua* doue è il gregge quiui è il padre, ÔC quâto mi<br />

le altra creatura fi uoglia, ôc confidare negli nore è il gregge,tâto meglio puo effere con<br />

Iddii fitutii.Ma non minore impieta è uenera feruato dal pafto're.Et quefto uno epitheto di<br />

gregg«<br />

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