N VOVO COMMENT Oét

t!Ï3NÎMO,benchefiaperfegran tormento, ÔC
da fuggirfi,nondimeno ci debbe eflere odio*
fo eflendo cofa da huomini che ignorano Id
dio ,i quali ignorando i migliori ôcpiu ueri
beni,ricercano quefti.Etcofi ci conforta che
noi lafciamo quefta uana follecitudine, ÔC ani
mofamenteci commettiamo alla bonta del
p adre celefte.Et ha una peculiare farza quel*
loche dice. (Perche il uoftro padre celefte
facheuoihauete bifogno di tutte quefte co*
fe.) ôc non piu tofto il padre uoftro celefte da
ra tutte quefte cofe, perche è comefe dicefle.
Voi chiamate Iddio padre,adunque non po*
tete dubitare di non gli eflere a cuore,ÔC quel
|o dedito à darui tutte le cofe neceflarie,ÔC an
chora potere ôc che non gli puo eflere occulto
di che cofe uoi hauete bifogno. Potendo
adunque tutte le cofe, ÔC eflendo dedito à aiu
tarui, ôç conofcendo quello che ui fadibifo*
gno,checofa ui bifognadefiderare,commet
tendoui alla fua prouidentia,
Cercate adunque prima il regno di Iddio,
6C la giuftitia di quello,& tutte quefte cofe
uifiaggiugueranno,
Infegna quefta uoce, douerlî auanti à tutte le
cofe cerçarç il uerbo di Iddio, ôc uirtu di quel
lo,nel quale côfifte il regno di Iddio, d è eflb
regno di Iddio . Et pofe lo Euâgelifta il regno
di Iddio per la cognitione di Iddio, b dello
euangelio» Perche la cognitione di Iddio, o
dello euangelio,ècaufa, b grado péril quale
fi peruiene hel rêgno di Iddio.Et quando dice
(La giuftitia di quello.)dimoftralo effetto del
regno di Iddio,ôç come il regno di Iddio è fpi
ritualeappartenenteaile confcientie, cofi, ôc
quefta giuftitia délia quale parla qui Chrifto
çfpirjtuale giuftitia,per la quale le confcien*
tie fi pacificano auanti à Iddio. Et foggiugne,
(Et tutte quefte cofe ui fi aggiugneranno.) do
pe fi ofîerua çhe nô per noftre fatiche, b cura,
ma perche fiamo nel regno di Iddio côfeguia
moil uittOjôcilueftito, ôc perche habbiamo
Ja giuftitia fua.Et il dire tutte le cofe, accrefce
la potentia del regno di Iddio, §ç délia giufti^
tia fua.
Non larete adunque folleciri nel giorno di
domane, perche il giorno didomane fara
follecîtocircalecofe fue,ogni giorno ha
aflai délia fua afflittione.
Il çhe ç eome dica,il padre ha uoluto che opç
rando cerchiate k cofe délia uita, ôc che nef*
funo ociofo mâgi il fuo pane, habbiate adun
que follecitudine di taie cofa, ôc quella ui fia
abaftanza,perche abaftanza ui efercitera fe ua
ientemente uorretefarç Tuficio uoftro ,Pe*
NELLO EVANGELIO
ponete adunque la cura del tempo di donias
ne,niente folleciti che frutto ui apportino le
uoftre fatiche,folamente nel prefente cercate
quelle cofe,che ui fopraftanno à farfi,5C lafcia
te che il giorno didomane habbiala cura di
fe fteflbjCioè domane di nuouo curate quelle
cofe,che Iddio ui porra auâti à curare, ôc non
ui affligeteper uana cura,bafta f affiittlone,ôe
la fatica che il Signore, giorno per giorno ui
porra auanti.Etlafommadiqllo chedice qui
è,che per le cofe neceflarie non fiamo piu fol
leciti di quello, che il Signore ci imponeflej
ôcrimettiamo à quello il frutto che di la ce
ne uenga.
CAP. VII.
On giudicate accioche nô
! fiate giudicatijpche in quel
giudicio,nel quale uoi giu
j dicate, farete giudicati s &
in qlla mifùra che uoi mifu
rate,iàrete mifurari.
Poi che il Signore ha inftituito Iojnfegnareï
precipui capi délia uera pieta, feguita hora à
rrattare délia charita uerfo il proflimo ÔC am
muniredelfaftOjChefuole nafcere nella chie
fa fra i frategli anchora gôfiati nella cogni tio
ne del uerbo di Iddio,i quali hâno in faftidio,
ôc difprezzono i piu infermi, ôcnon cofi ro*
bufti,coI quale uitio unicamente fi ftudia Sa*
tan di diffipare la chiefa, ÔC diuidere del tuttb
la facrofantafraternita.Et la caufa di quefto fa
ftOjpoflbno eflere Satâ,ÔC la Philautia, b amo
rc difefteflb.Quello perchéeodiatore délia
fraternita,ôc turbatore di ogni pace, ôc que*
ftOjperche ftraccurati i proprif uitii,ci fa confi
derare anchora i proprii errori del fratelloi
Perche è la Philautia,b amore di fe fteflb,quel
lo per il quale noi piacciamo à noi fteffi fopra
gli altri frategli infermi,eome piu giufti di lo*
ro,ôc pel quale noi ci inalziamo contro allo
jnfermo fratello,b per il peccato.b p la igno
rantia,b per qualunque altro uitio,non fola*
mente dannando quello à comparatione no
ftra, ma anchora difprezzando. Et da quefto
faftonato délia Philautia,dipoi fono gli effet
fi,il difpregio,la contumelia,il biafimo,i ma*
ligni detti,le diffidie,le fette,ÔC altre cofe fimi*
li. Et contro à quefto fafto parla Chrifto nel
principio di quefto Cap. moftrando che ci le
ua ogni retto giudicio nel fratello. Et per taie
modo ammunifce del temerario giudicio,
per il quale alcuna uolta fogliano peccare an
chora i piu fanti.Et riconforta alla uficiofa di
letrione, la quale pofla tollerarei defetti de
frategli,ôc ftudi di curare quegli. Perche è infi
jo nella natura dell'huomo, per efla Philatw
tia,fra