N VOVO COMMENT Oét

Ùï MATT tfEO CAP. V. it
fi fe pigliafti lo fpirito di figliuoli, che fponta
neamente ui formi à ogni pieta non ui e v
uoi non entrerrete nel regno de cieli.
bifo
Et quefta è confermatione per la quale fa in?
gno délia pedagogia,cioè délia formatione,
ftantiaàfuoicheftudino di adempiere tutti i
& efattione délia legge.Et cofi non fono fot
numeri délia uera pieta, ôc cofi côferma quel
to la legge i credenti,perche hanno in cafa lo
lo che difle auanti, di non eflere uenuto per
fpirito, ammonente piu perfettamente tutte
fciorre la legge,ma maggiormenteper adem
le cofe che ogni legge, ÔC fpignente à quelle
pierla ôcjw quefto fenfo. Io diffi di non eflere
piupotentemente, come quello che muoue
uenuto per fciorre la legge ma per adempier
il cuore, che fpontaneamente uoglia uiuere
la, ôc quefto è tanto uero, chè io lo affermi
fecondo quelle cofe che comanda la legge
che fe uoi non harete piu abondante Se piu
di Iddio,il che nô poteua fare la legge. Di qui
piena giuftitia di quella che fi appropriano
giafacilmentefiintende,algiufto non effere
gli Scribi ÔC Pharifei che fono tenuti giuftiffi?
pofta la legge.Perche à che effetto fi porra à
mi nel popolo,non diuerrete partecipi dello,
quello,che uolontariamente, ÔC conofce, ÔC
uficio del regno de cieli, in modo intégra, ÔC
uuole quello che è giufto ôc honeftofMa à
aflblutadottrina ricerco,ôcinfegno. Que?
quegli che non fono dotati di quefto mae?
gli fono contenti délia corteccia délia legge,
ftro fpirito,in modo che abaftanza conofchi
ÔC penfano che fe con la opéra efteriore non»
no quelle cofe che fono cattiue, ôc habbinle
feciono contro alla legge,di hauere adempiu
in odio,5c fappino quelle che fono buone,ôc
ta la legge,ôc hauere appûto côfeguita la giu*
aminle,ôcper quefto fono impii,iniqui,ôcfco
ftitia,ilche adilungofta altrimenti.Vdite adâ
ftumatijà quefti è bifogno di legge, accioche
que me,che pronuntio la midoUa délia leg?
fappino i loro mali,ôc comincingli à detefta?
ge,ôc reco à perfertione doue quegli la dimi?
re,ôc àpenfare uita migliore. Ma mentre che
nuirno ôc debilitorno. .
icattiuiperlapauradella legge fono leuati
dalle maie opere,fono nondimeno col cuo
re dediti al male,ÔC cofi appreffo à Iddio, che Voi hauere udito che fi é detto agli antiqun
ftima quegli fecondo il cuore loro,fi reftano* Non ucciderai,& quello che uccidera,fara ,
anchora cattiui. Non è adunque la giuftitia obligato al giudiciot dalla legge, anzi quegli che fono dalle opère Come il fine,Se la perfettione délia legge,è Pa
délia legge fono fottopofti alla maladitione. mor délia uera giuftitia,cofi Chrifto per tut?
Et di qui penfô che fia manifefto, primieramê to unicamente quefta pone auanti per il nu»
te,checofaqui,ÔCaltrouefi fignifichi nelle uo,ôc unico precetto fuo,commoda àfuoi,8c
fcritturecol nome di legge, ôc di Propheti, diquièche alprefente piglia fpecialmente
cioè tutte quelle cofe che in quelle leggiamo
che fieno date,ôc comandate délia fede ÔC di?
lettione,cioè délia folida pieta,ôc non le cere
monie d alcuni riti,che per fe niente fanno al
la pieta.Dipoi come Chrifto leud quefte cofe
efterne,cofi hauere ftabilita ôc adempiuta efla
legge, come qui fi teftifica,benche Iiberaffi
noi,come dalla efattione di quella, cofi dalla
condennarione, datolo fpirito, per il quale
uolontariamente fiamo portati à quelle cofe
che comanda la Iegge,Et pariméte fiamo cer
ti tutta la legge farfi perfetta in noi, per que?
fto fteflb fpirito di Chrifto,ôc che non poffia
mo effere condennati da quella, mentre che
per Chrifto ci è condonato tutto quelIo,che
in efla peccheremo. Et cofi penfo noi certa?
mente eflere liberati dalla legge per Chrifto,
& fciolti, ma non alienati, cioè hauere fatto
quello,che quella ne ci fia molefta, ne ci con
danni,ôc nondimeno noi amiamo quella, ÔC
ttïeditiamo in efla il di ôc la notte.
Perilche ui dico,che fe non abôdera la gïu
ftitia uoftra piu che de gli lcribi >& pharifei
?
a
efplicare que precetti che piu preflb apparter*
gono àquella.Etèda fapere che il Signore ,
parlaua aile rozze turbe, ôc difcepoli feeltf
dal mezzo délia plèbe, ÔC per quefto piglia a
efplicare,ôc illuftrare con uero fenfo i precetA
ti maggiormente dati apreflb de maggiori ,al
uuIgo,che come fi leggeuano nella ferittura.;
Se haueflî parlato à gli feribi ÔC Pharifei, pen^
fo che piu tofto harebbe citatala fcrittura,chc
le cofe dette dal uulgo,perche quello che fog
giugne. (Quello che uccidera fara obligato
al giudicio,) non eflendo aggiunto nella leg
ge di Mofe,abaftanza dimoftra hauere uolu?
to in parte efplanare, ôc in parte correggerc
quefti precetti,come gli teneua riceuuti da
gli antiqui.
Et io ui dico,che chiunque fî adira inranov
nabilmente col fuo fratellOjfàra obligato at
giudicio,& quello che dira al fuo fratello,
Rachajàra obligato al concilio.Etchi dira
ftolto/ara obligato alla gehénadel fuoeo.
Et parla qui per confermatione, ôc comanda