N VOVO COMMENT Oét

DI LVCA CAP. XXIII. t»»
c m alcuna uolta conuertito conferma i ogni humano configlio.Adunquc fu parlare
•( ARETRLI Et quello gli di fle. fchernente le humane f orze,come fe diceffe.
ruoiiraicg . n Voi in uano fiete folieciti per la hora che fo
nqafidicenenongiahaiueraFede^perlaqua p r a f t a aeproponeteui in effa permehauere
ftonfidi nel folo Iddio,perche aflai attnbui à f a r e c o f e d j fia ^
fcï,8C confidi nelle forze tue, onde gia fei ca* fimilmentc f a c c h e ti & efperimentate quanto
duto, perche grauiflimamente caaae quel* n i e n t e u a g U a r h u m a n o a i u t Q f e
non lopra*
lo,che confida in alrre cofe che m Dio et u j e n c a d i u i n o g i a h a u e t e p r o u a t o c h e^ p e r
cadrai maggiormente di mano in mano infi* 1 q a i u t Q d i [ d d i ( J n k n t e u j è m a n c a t 0 f
no à che gitti del tutto ogni fiducia m Dio, & z a n d o l e c o f e h u m a n e h o r a h c CQf t UQf
conofca che da te non puoiniente, ilche fia l e t c p r o u a t c che cofa poffa la forza humana.
poi che io faro fufcirato. Allhora quando fa* £ t c h e n Q n u o k f f i ffi u a n- ^ h u m a n i a n
rai conuertito,8C inuerita crederrai,SC confi* c h o f a è m a n i f d o d a „ 0 c h e gr a u e r n e nte
derai in me fo!o,conferma i frategh tuoi.Ma r j f e P i e t r o c h e t a g l i a f f i ^ e ^ o ^ M a l c o
quelloattribuendoaffai aile forzefue cre* & f i n al m c ntefoggiunfe.
dendo eflere abaftanza conuertito, nehaue*
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te à effere,che fi haueffi à conuertire,dice. Perche io ui dico che anchora quefto che
Sienore io fono apparecchiato di andare è
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R I C T O
Ç bifogna EFLERE adempiuro in
con teco,& nella prigione,& nella morte. fra gh imqui è de putato. Et perche
Et quello diffe. Io ti dico Pietro. Non can quelle cofe che fonodi me,hanno fine,
tera hoggi il gallo prima che tre uolte hab Quafi dica,benche fiate accefi allo ftudio del
bi negato di conofeermi. defendere,8c à quefto ui sforziate,nondime*
Cioè io fono difermo propofito, 8c buona no niente farete,perche bifogna che io fia CQ
uolonta di fopportare per te tutte le cofe au*
u t a t o f r a
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] miqui,perche quelle cofe, che
Uerfe,Sc anchorala morte,nô dubitare di me.
f o n o f c M t t e d l m c
hâno fine,cioe prefto corn
Et diffe anchora,come fi ha in Mattheo. 3«. SC piranno SE anchora uiene il tempo, che le
Marcô.14. SE fe tutti fi fieno feandalizati in te, compifehino.
io non mai mi faro feandalizzato, SC il Signo J3C quegli djflb n o, Signore ecco qui due
regli rifponde,che lo neghera doue fi offerua COITEGIJ )& q u eu; 0 diffe loro,bafta.
quanto fi contrarino la carne,SC Io fpirito.La
0
carne dice io feruiro à Iddio cô le mie forze, Et qui fi uede chiaramente che non fu precet
alla quale rifponde Io fpirito, tu non potrai, to quello,che non ha coltello lo comprimes
ânzi da te non potrai fe non peccare. Ma che che diffe baftare due coltegli effendo undici
aum'ene finalmenter 1
cade,8c perifee la men* difcepoIi,onde è manifefto,che la fuffe deri*
dacecarne,perche non puo altrimenti, cofi fione delfenfo della carne, 8C non uero co*
Pietro, perche allhora fu carne fi oppofeà mandamento,che alcuno doueffi confidarc
ChriftOjSc alla fine miferiffimamente cadde. in coltegli,faccheti,8c altri aiuti della carne,
c.JRR 1 i • J«r Nondimeno quegli penfauano che uoleffe,
Etdiffeloro. Quandoioui mandaifenza c h e fi haueffi coltîgli,co quali fidifendeffino
laccheto.fenza tafca.& calzamenn, manco d a c h j H jngiuriaffe,perche effendo anchora
ui alcuna cofa f Et quegli diffbno.niente. c a m a u giudicano fecondo la carne,onde dif
Adunque diffe a quegh. Ma hora chi ha f o no. Signore ecco,ôcc.Sc quello difle baffa,
f accheto lo tolga,fimilmente,& la tafca, et quafi diceffe,quefto è il medefimo che fe ne ha
chi non ha uenda la fua tonaca, & compri ueffi d piu d manco non ualendo il prefidio
ilcoltello , di quegli cofa alcuna, perche in fimili cofe
Hauendo comandato loro che non toglielfi
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U O t U t t a l a f o r z a d e U a
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no tafca, d altro humano aiutorio quando
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