N VOVO COMMENT Oét

#ALLO ILLVSTRISSIMO ETfr
REVERENDISSIMO SIGNORE HYPOLITO
ESTENSE, CARDINALE DI FERRARA.
Antonio Brucjoli, Salute, & pace»
IN CHRISTO GIESV SIGNORE, ET SALVATORfe NOSTRO.
Auendo 3con la gratia di quellodalquale uengono tutti i doni,etla uïrnijet
forza délie laudabili opère, recato à fine la dichiararione fatta fopra i facro
fanti Iibri délia uecchia fcrittura, moflb dal chriftianiffimo defiderio di aC
fai frategli à pigliare nuoua fatica in dichiarare i diuini,et celefti Iibrj euan
gelici, ho uoluto fott'entrare à tanto pefo.confidatOjChe Iddio mi doueflî
cofî aiutare in quefti, corne in quegli ha fatto. Et co(i i prefenti Iibri délia
dottrina euangelica ho con nuouo commento dichiarati alla commune urilitadi tutti
quegli, che di raie fcientia fono amatori. Et quefti anchora mando à uoftra Illuflriffima,
& Reuerendiffima Signoria,troppo bene fàpendo quanto ami quella celefte dottrina.che
è fondamento délia chiefà,nella quale fi truoua digniflîmOjfermo, & incorruttibiîe cardi
ne,ô foftentaculo à mantenerla. Et coiî per taie lettura fanta,& diuina dichiara ta, & mek
fa in lucefbtto fi gran patrone,penlb di inanimare gli animi de gli huomini,à non cerca*
re altra dortrina 3che la euangelica 3perche le con occhio pio fi andra confiderando efla uir
tu chriftiana,fi uedra che tutto il fuo sforzo dee fare ciafeun chriftiano per fe, & tutti infie
me,et maffimamente quegli^che hanno la cura del greggedi Chrifto,di deuiare le pecore
di quel gran paftore Chrifto Giefu Signore,& Salua tore noftro,da tutti gli al tri pafcoli,et
ridurle nel puro euangelio }à pafeere quefto fàntiffimo pane fbprafuftantiale, che lolo (àn
tifica l'huomo, Perche quefta fbla norma dello euangelio è quella che porta feco la pace,
la uita,& à efla celefte patria ne inuia le anime noftre f Quefta fola dottrina è ueramente
quella che ê n ecefTaria a ognj carne(fe fàlua diuenir uuotejà fruire in cielo le eterne letitie,
non efféndo nel uero l'altre cofê,nelle quali non riluce la parola di Dio,nf cefîârie,& non
tanto certamente non fono neceflarie, ma ÔC fuperfîue, niente utili alla edificatione délia
uita.Et tanto piti che chiunque piamente uuol guardare in queftodiuino fole,conceduto
gli fia dal padre Se Iumi,con larga,& benigna mano,non fègregando Chrifto alcuno, ne
facendo differentia dall'huorno alla donna,dal giouane al uecchio,nedal feruo al Iibero,
non dal giudeo al gentile,non dal pouero al ricco, uolendo eflb Saluatore che da tutti (î
uada à lui fblo, per il refrigerio, & per ia uita, & folamente efelude l'humana (àpientia,
quella deteftando,quella partendodal fàcro euangelio,come quella che non ha parte al*
cuna nel regno di Iddio. Et quefto perche quellaiè fondata nella carne, quefta nello fpL
rito,queîla corruttibile,et mortale,& quefta incorruttibile,& eterna.QiielIa piena di tenc
bre,& di inrefolute queftioni,quefta pîena di luce,& di indubitata certezza. Quella nelle
forze délia carne,& in fe fteiïà fola fi fida,quefta in Dio pofe ogni fiio potere,& confidentia,dimoftrando
che noi niente potiamo,& chenegaredobbiamp noi fteflï,& hauere tue
ta la noftra fiducia in Chrifto.Et quefta fànta,& celefte philofophia,con lo àiuto di Iddio,
taîmente apprefènto à uoftra Illuftriflima Signoria dichiarata,che facilmente dal pio chri
ftiano (àra apprefa in efla fruttificando alla falute,dando laude,& gloria à Iddio,che tanto
operi ne fèrui fuoi. Rendendofi ficuro di non ci hauere a* truouare cola alcuna, che non
lo edifichi nella Chriftiana dottrina alla fàlute 5îion mi eflendo mai partito da quello, che
ne fëntino i medefimi apoftoli, 6 i piu fànti,& laudati dottori délia chielà. Pigliate adun
que Illuftriffimo Signore mio, quelle mie nuoue fatiche fatte Ibpra fi alri,& celefti iibri.
Et come quelle rendono teftimonianza, qnanto io (benche indegnamente) defideri fêr^
uire à Iddio in fpirito, & uerita, cofi faranno fede al mondo, & nelllo ultimo di auanti
al tribunale di Iddio, quanto io fia, & mi cenga obligato à uoftra Reuerendiffima Si