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N VOVO COMMENT Oét

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,e,l<br />

DI GIOVANNI CAP. VIII.<br />

1 cadre dîa'tefflmoniô di me. io non giudi fuoi,teftificd quefte cofe di fe,ÔC infegnô,cioè<br />

alcunoinquantohuomo,come uoimiue con moite piu ragioni,che qui non fono no<br />

!?°te perche nô fono folamente huomo, ma tate difputo.doue nondimeno nefluno heb*<br />

hora Iddio del quale è in modo pieno beardiredimetterglilemaniàdoflb,benche<br />

a<br />

uefto huomo'il quale uedete, che fe bene io grandemente lo defideraffino.<br />

Ldichi alcuna cofa,non potendo giudicare I 0 uo,& cercheretemi.et morrete nel pec*<br />

cofaalcuna,cheeIfanonopen3cgiudichiin c a c o uoftro. '-<br />

M E SC per me Iddio,il giudicio mio non puo UÎ " „ -<br />

effere altro che uero.Io non fono folo, cioè Ha detto difopra che cofa fuffe À fuoi,cfoè lu<br />

nonfolamente fono huomo, ma io Se ilpa*<br />

c e<br />

diu^ôc quanto felicemente operino que<br />

dre fiamo uno,perche fono infieme,ôc uerbo gl> c<br />

he lo feguitano,cioè lo conofcano co*<br />

del padre,ÔC huomo,hauere adunque il my* me Chrifto. Hora dimoftra che cofa auuerra<br />

fterio di dîie,del padre, cioè della diuinita, ÔC<br />

di me huomo, nel quale nondimeno habita<br />

à quegli,che Io repudiano, cioè che morran<br />

no ne peccati loro, perche eflendo eflb uno<br />

Iddio.Et fe la legge riceue il teftimonio di due il quale ci libéra dalla iniquita,nella quale fia<br />

huomini,quantomaggiormenteuoi douete monatiè neceflario che quegli muoînone<br />

riceuere il mio di huomo d;uino,ÔC dal padre peccati, che non riceuono eflb liberatore, ÔC<br />

Iddio; J<br />

Et che Chrifto diceffe di non giudicare dice di andare,cioç con la carne,con la qua<br />

alcuno è da intendere del primo fuo auuen * le anchora riceuero la gloria, la quale hebbi<br />

to, 8c del uerbo fuo, perche uenne accioche con Iddio, prima che fi facefli quefto mondo<br />

faluaffe^fattohoft:aperipeccati,fatto pente nemai ladepofi,maàuoi uengono infiniti<br />

fice,il quale intercède per noi,fatto Re,il qua<br />

le ci difende contrb aile porte dello inferno".<br />

mali,perche mi reeufate, ÔC inoltre defiderere<br />

te il Saluatoreil quale non potendo eflere al<br />

Medefimamente predied taie uerbo che non ctro fuori di me mi cercherete.Et cofi fignifica<br />

èlegge,ma remiffionedi peccato.Et nel fecô* di hauere à morire, ôc falire ne cieli, doue gli<br />

doauuentogiudichera, cioè quando non re increduli maiuerranno, pche quegli che non<br />

fleranno alcuni che eflb falui. crederranno morranno ne peccati loro, ÔC-<br />

K T „ -r « . „ •<br />

Ne çonofcefti me,ne il padre mio .Se uoi<br />

non uerranno mai doue èChrifto.pche non<br />

c r e d e r n 0 n d n o m e d e l fi H u o l o df, d d i o &<br />

miconoIceffi,& il padremio3conofcereiti. m o r i r e n e p e c c a t j ^ n o n u o k r e r i c e u e r é c h û<br />

Cioe mancando uofdello fpirito, ôc dottrina fto,non uolere credere che fia giuftitia, ôc uï*<br />

delpadre,ÔC per quefto nôconofceteme,nel ta noftra, perche pec la fede fiamo lauati da<br />

quale fono tutte le côfe diuine,ôc pèr il quale peccati come è à Roma.Cap.?. Et quefto gra<br />

•folo fi puo conofeere ldd;o,in uano ricerca* ue minacciare fa qui Chrifto,quâdo uede che<br />

te del padre mio,perche auuegna che tutte le niente gli giouano tutte le co fe,fe per alcuno<br />

cofe dimoftrafiino il padre nel Signore, non modo gli pofla reuoeare dalla prefa perfidia.<br />

potetteper alcuno modo conofcerfi il padre Doueio uo uoi non potete uenire.Diceua<br />

E R C H E S? uf ' U<br />

l amenre fi<br />

pmcertamente,ôcpiupienamenteche fo<br />

per ef<br />

u o c o n o<br />

P r a *<br />

n d l e<br />

°<br />

n o a ciunque i Iudei. Ammazzera egli fe<br />

ftefWche dice,doue io uo,uoi non po*<br />

p e r e { a<br />

f e , 5 C i n<br />

u ' * T5 f<br />

unitto riluceuano quelle piu lucidamente,<br />

teteuenire?Etdiceuaa quegH, uoi fiete da<br />

, r. c . r • i 1<br />

1 A ' .<br />

che ne fupremi angeh, onde diceua anchora<br />

l e c o f e l n f e r n e 1 0 f o n<br />

° d a l e f u e r n e<br />

P '<br />

a Philippo,quello che uede me,uede il padre I Iudei groflamente,ÔC carnalmente inteden*<br />

aiio,perche quâta cognitione di Iddio fi puo do penfano che fi uoglia ammazzare ,"ftolti<br />

hauere da noi abbondantiflimamente fi com non ueggen d o che anchora effi potieno fare<br />

prendera allhora che ci fara dato conofeere ilmedefimo,onde è qui come dica, uoi non<br />

che cofa è Chrifto,che niente altro è, che giu<br />

«'n'adi<br />

intendete quello che io ui dico, perche fiaté<br />

l<br />

ddio,redentione,ôc farttificatione. tutti carnali,ma uedrete prefto quello che io<br />

n o<br />

m c f e d e n t e<br />

P«W quefte parole Giefu hel Gazbfilado | ° i * ,? l a d e f t a d e l<br />

' 5 . l a u r t u<br />

j *<br />

pfegnando nel tempio, & neffuno lo pre »

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