N VOVO COMMENT Oét

DI' MAT-THEO CAP. VIII. ;o
cueflo ua,ÔC dimofîrati aîfâcerdote,accioche liti,ôc comando îorb, ôc dbêdifconmi, fanto
tigiudichi mondo,ÔCofferifciIoiftatuto do? piuobediranno quefte infermitaà te, chefei
no accioche quegli ne habbino la parte loro, piu Signore aflbluto diceffe che io de miei mi
non faccédo pel mio beneficio alcuna perdi liti,quafî diceffe. Io niente fono da effere con
tadiautorira,ddicommodo.Nefipuo inten fento àteinpotefta,comequellochefono in
derein teftimonio à quegli, come efpôgono potefta fotto altra potefta, SC nôdimeno con
alcuni accioche uegghino che io ti ho fana? la parola fo tutte le cofe appreffo di miei fud
to perche gia à quefto lebbrofo,quando lo fa diti,facendo fare à militi miei i miei coman?
no comandd,che nô parlaffe alcuna cofa dj damenti,ôc tu quanto meglio,Se piu facilmen
quefto miracolo,d à quefti facerdoti,d à altrî. te potrai con la parola fare tutto quello, che
Etentrato Giefu in Capernau,uéne à lui un tu «orrai in tutte le cofe,fcacciando Iemalat?
Centurione,preçadoIo,& dicèndâSigno: ;e,reffituendo le fanita leuâdo la morte, con
re il mio douane giace in cafa paralitico, fernando la uita,effendo affoluto Signore di
re u miu gi S _ K , » tutte quefte cofe.Et che quefto fuffe follecito.
grauemente tormenrato.Jbt«oieluguuice, * , r • j a- -i r- i
. d t
, c -r-Ao A ~ n r ^ del fuo giouane, ÔC credeiïi che il Signore lo
ë
to uenutolocurero. Et nfpodendo il C«i. ffe fana ' o n d e & l o f a n o > i | m o f t r a
tunone difTe Signore, 10 non fono degno ^ h ^ ^ ^ , ^ . » h u Q.
che tu entn fotto.il tetto mio,ma folamen, mini & che cofi fatjsfa> la ^ fede ng bafte
te di una parola,& fia fanato il mio gioua- 2 a r e ifanciugli.
ne .Perche anchora io fono huomo fotto ,,,, _ * _ * . , . „ • <
potefta hauendo militi fotto di rae,& dico v dito quefto Giefu lî ma rauigho & diffe a
à quefto ua &erfi ua, & all'altro,uieni, &
u e c h
fl g» e lo feguitauano .Inuerita m dico
egli uiene, ÔC al feruo mio fa quefta cofa ?
I O n o n h o
«ouata tanta fede in IfraeL
& la fa.' Et quefta ammiratione fu di Chrifto huomo
Etquièdanotarerordine,cheferua loEuart ftupente al preclaro miracolo, délia diuina
gelifta.Primieramétedefcriffeilmiracolo pef bonta,che a uno huomo ethnico,ôC milite
il quale fu fanato il Iudeo, certamente di fede gli fuffe data tanta fede,che in tutto il popola
médiocre. Subito dipoi defcriue il beneficio di Ifrael non haueffe ritrouata altro tanta on?"
fatto al gentjlemolto migliore,ôc per fede,ÔC defoggiunfe.
per dilettione,perche quello fi domandaua la E c d i c o u i c h e m o l c i u e r r anno da oriente,
fanita,ôc quefto la cerca al feruo,quelIo cre?
dette potere effere fanato auanti a Chrifto pre
& o c c i d e n
B r j r . B.i
ripofeianofi
c i
con Abraham
1
\T • v o, • c
fente,ÔCquefto attribui taie cofa alla parola &
. I C
l a c o b î e I r e
*j* i S n
° d e i e !
& 1 fi
5 {> ' :
,ddlo affente.Quello dalla fommiffione dello § lu
d e 1 °ï regno/aranno gittati ticile rené ,
animo lo adord dicendo, fe tu uuoi mi pupi bre eftenon, quiui fara pianto ÔC ftridore
fanare,quefto piu fommeiïïuamente operddi denn.
tenendofi indegno di chiamarlo Signore, o Et qui chiaramente fi uede, dichiarandolo ef?
cheueniffeàeffo.Etcô quefte cofecertamen fo Signore,quefta tanta fede nel gentile effere
te fu adombrato il regno di Iddio,che fi doue ftato uno preludio del regno di Iddio, che fu
ua prima offerire à Iudei per la promiflione, bito fi haueua a trasferire aile genti,ôc una cer
ma poco dipoi con molto piu accumulato ta apparentia délia religione,ÔC fede diquel?
Jfrutto fi haueua à trasferire nelle genti. Adun le,ôc che Chrifto haueua à dilatare la cognitio
que mplto piu preclaro efemplo di pieta, ôC ne del padre aile uhiuerfè nationi délia terra,
di animo formato dalle fpirito di Iddio ci è Et quefto è quello che i fanti Ptopheti nellô
prepofto in quefto gentile, perche la charita auuento di Chrifto prediffono in affai luoghi.
ôc la grade humanita fi nota in quello, che ha Ma i Iudei recufati fi chiamono qui figliuoli
meffi tanto charo il feruo,una precipua fom? del regno,perche erano nati di quegli à quali
meflione, che non ardi per reuerentia di fare era ftato promeffo peculiarmente il regno di
ientrare in cafa fua il Signore,ôc finalmente fu Iddio,i quali reprobatî,dalIo eftremo délia ter
itd,che il Signore poteffi con la parolafana gelio le genti.Et quefta è quella notabile glo?
re il fuo feruo,bencne uicino alla morte cre? riadel Signore, che fi haueua à manifeftare
.dendo che haueffe fotto Fimperio fuo le ma dalla morte del Signore in tutta la terra,por?
•lattie, ôc le fanita, la uita ÔC la morte, ÔC molti tito lo Euangelio aile genti per tutto lo uni?
•piuohediéti che àeffo i fuoi militi,d ferui,per uerfo,ÔC la uera fede,onde pe.r tutto fi hauef?
che induceua Targumento dalla minore, per fe il nome del Signore fanto ôc celefte. Et qui
che diceua,io anchoraho potefta ne miei mi? è da notare quale forte faccia qlla de gli eletri,