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DI GIOVANNI CAP, XI!". iij '
fua feruïtu, accioche tutti fuffino danna rotti dalla uirtu,potentia,8c fpfrito di chrifto.
• f eiafoprafta il giudicio che il génère hu ôc come dicano i propheti,ne giorni fuoi ha*
fia liberato dalla fua tyrannide,.ôceffo ueua àrenafcerelagiuftitia,ôclapace,perche
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°demon fia fcacciato, ôc fpogliato della Chrifto inferifce ne cuori de credenti, fapien
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ootefta. tia,giuftitia,ôc pace, ma gli impii intendono
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' . ^ il regno diChrifto.eflere una certa honefta ci
Etfeio faro efaltato da terra, tutti tirera a u i I e* m m i n i f t r a t i o n e & i u f t i t i a d i fejJ
me flriTo.Ec qfto diceua flgnificando di che ç o n d o k h , { i u f t i h * b € n' e d
morte haueflc a morire.la turba gli rifpofe. uilmeqte oper»no.
ron la morte fua conrro alla ufanza de Re
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delmondo.che uincendo priuano gli altri di
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°uita,Chrifto
cô la fua morte dona la uita à tut che le ténèbre non m occupino. Et quello
to il'mondojperche tira à fe tutte le cofe,non che cammina nelle ténèbre non fa doue ua
folamentei Iudei,ma anchora le genti. Et di* da. Mentre che uoi hauete la luce, credete
moftra con quefte parole la potentia fua,ôc la nella luce,accioche uoi fiate fi gliuoli della
medefima potefta col padre, perche difopra luce. Quefte cofe parlo v
Giefu, & partitofî
nel Cap.e.haueua detto,neffuno uiene à me fi afcofè da quegli. Et hauendo fatti ranti le
feilpadrenontirdquello,horadicehauere gniin prefènza loro, non credeuanoinql
àtirare,ondeèla medefima potefta diambc* Io,acciochefiadempieffela paroladi lefadue.
Nel primo membro dimoftra la proprie
ta della humana natura, per la quale èmor*
j a prophera che diffe.
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de pfalmi che il nome fuo haueua à effere in
^ino di effere il'uminati.
f^fanano quegII d, eflere fapienti, 5c hauere
eterno,ÔC il throno di qllo come di del cielo.
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ftiarnnpflXr,^; a,r . ' . . u i. maquefto.acciocheioui illumim cammina
ui4 con euonoi.ôc fia temuto mentre che lu . M
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cerannoIaLuna,ÔCilSolenella generatione £ ^ ^ H T ^ '
^génération!. Et quefto dicieno,perche
fidare I n C h n f t o
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ftare , n e f f
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non intendeuano come regnaffe in eterno, Signore chi credette allo audito noftro? Et
- 8c che bifognaua che il corpo mortale fi mu* à chi è ftato reuelato il braccio del fignore?
tafleinimmortale.Et cofi qui fi uede la repu* per quefto non poteuano credere, pe che
gnatia }i Iudei fentono il regno di Chrifto ha* di nuouo diffe Iefàia, acceco gli occhi di
uere a effere môdano,ôc regno ciuile, ôc non quegli, & indurd il cuore loro, accioche
Qimeno confeffano Chrifto hauere à ftare, ÔC non uegghino con gli occhi,& non inten-
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da n o
»& cofi il loro Parlare mede d i n o c of c u o re,& conuertinfï, & fani que-
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