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N VOVO COMMENT Oét

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, NEI,LO EVANGELIO<br />

nobbe Chrifto che per maIignfta,Sc non per *o ui darolo fpiriïo,8c fe fapientia.<br />

ignorant» beftemmiauano. Adunque quefto E c d i f l- a u n c e r t o d e h t U r b a M<br />

peccato e giudicio grau.ffimo di Iddio,,per il a J f ,f m J o c h e d j u i d a m e c o fa<br />

quale quegli che beftemmianolo fpirito fan «"«eaita<br />

to fono indurati,8c accecati,Sc quefto giufta? Alla prima dimoftra quefto huomo la notai<br />

mente certo, perche quegli che difprezzOr? bile fua ignorantia, che non fappia Ia uerafa no ii lume délia uerita,giuftamente fono di? gione del regno del Meffia, d uficio di Chri?<br />

fprezzati di Iddio. Et cofi peccare in fpirito fto,perche hauendo udito dapropheti,chçJ fantOjèimpugnarejperfegm'tarejôCeftingue? Meffia haueua àconfermare il regno di Da*<br />

re la aperta,conofciuta,5c reuelata uerita, nô nid in giudicio,SC giuftitia,SC à giudicare ip0 la riceuere,non la credere,8c di nuouo cade? ueri in equita, ôc udendo quefto Giefu effert.<br />

re dalla creduta,conofciuta,3c riceuuta, per il Meffia,il quale infegnaua non fi douere fare<br />

che lo fpirito fanto è fpirito di uerita. Tutto male al proffimo,ftimd-Giefu non con la pas il giorno pecca lo huomo, erra nella uerita, rola fola infegnare le cofe rette, ma co fatti fç ma quefto nô è fempre peccato in fpirito fan condo i coftumi de Re di quefto fecolo fare<br />

to fenon beftemmia la uerita, ôc fchernifcela. che alcuno nô faceffe ingiuria a un'altro, per<br />

Et la uerita è alla mente humana, quello che ilche domanda che gli faccia fare ragione di<br />

il foie al mondo. Oh quefto nonpecchereb? quello cheloingannaua,d toglieuailfu0fra be grauiffimamente,ôc farebbe degno di gra? tello.Dipoi moftra la fua auaritia,pche Chf«<br />

uiffimapena,chefisforzaffidileuareuialalu fto chiama i difcepoli alla confeffione del no<br />

ce del fole,tanto utile,ôc tanto neceffaria agli me fuo, se comanda che fi preparino alla fu*<br />

huomini. Di quanto piu graue fupplicio fara tura perfequtione,ÔC quefto huomo credem<br />

degno quello che tenta di eftinguere, ôc leiia. non foprafteffe pericolo alcuno, era intentq<br />

re uia la luce délia uerita, J<br />

La uerita è tanta, ôç nella heredita, accioche niente altro afpîrafli<br />

taie che anchora gli impii, quâdo mentono, fuori che le ricchezze, ôc le uolutta di queftp<br />

d ingannono fanno quefto fotto pretefto dj fecolo, ôc non cercafle di feguitare Chrifto.<br />

uerita. Et di qui gli antiqui theologi dilfono ma di accumulare ricchezze, perilche Chri*<br />

quefto peccato eflere peccato côtro alla con fto riprende in quefto huomo,ôC la ignorân*<br />

fcientia,ôc bene è certo, perche folamënte di

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