N VOVO COMMENT Oét

ehora fece quefto molto auanti periprophe
ti,nelie quali parole dimoftra la diuinita fua
abeterno col padre .Ma ben che fuffino innu
merabili i beneficii di Chrifto nel popolo lu*
daico,accloche gli inuitaffi à rauuederfi, ac*
cioche non fuffino efdufi dalla heredita di Id
dio,nondimeno erano ingrati, ÔC impeniten
ti,uccidendo,ôc lapidanddi propheti che era
no mandati loro, ma à quefta ingratitudine,
ÔC impenitentia feguita il fupplicio,douendo
eflere lafciata la cafa loro deferta,il quale fup
plicio fu adempiuto ne ludei, quâdo, doppo
il falire di Chrifto in cielo,la regione de ludei
fudisfatta,peRomani,ôckloro politia tan*
to ciuile,quanto ecclefiaftica fu leuata uia, ôc
effi diuennono in modo abietti à Iddio, che
hora non fono numerati in popolo di Iddio.
Ecdicoui che uoi non mi uedrete infino à
tanto che uenga il tempo, quando uoi dû
ciate 3benedetto quello che uiene nel nome
del Signore.
Sono alcuni che dicano quefto eflerfi adem*
piuto nel giorno deile palme, in modo che
fia il fenfo. Io ho infino à qui predicato aflai a
Hierofolymitanï, ôc ammuniri quegli, che fi
rauuegghino,ôC credino in me,accioche fie*
no faluati dalla uentura ira,ma non folamen
te fi rauuegono, ma piu tofto diuégono peg
giori,ôc piu mi hanno in odio. Io non uerro
adunque piu nella citta loro, infino à tanto
che uoglino d non uoglino, odino la turba
gridante uerfo di me, ofanna al figliuolo di
Dauid,benedetto quello cheuenne nel no*
me del Signore • Et cofi clamauano le turbe,
che nel giorno délie palme accompagnorno
Giefu per tutto in Hierufalem fopra Vafino,
ÔC per quefta fclamatione teftificano publica
mente riconofcere eflb per il uero Meffia, ÔC
Chrifto. Altri fentono,che Chrifto parliqui
dello ultimo auuento fuo al giudicio de uiui
ôc de morri. Altri anchora interpetrano, che
fi dcfcriuedi. Chrifto il tempo nel quale gli
Ifraeliti, doppo la deftrutta Hierufalé hanno,
a riceuere la fede di chrifto,ôc dira di Chrifto,
benedetto quello che uenne nel nome del Si
gnore il quale tempo dice PauIo,fara allhora
quando fara entrata la plenitudine délie gen
ti,pigli chi legge quel fenfo che piu gli piace
che tutrifonopii,ôc quadranoalla le«era, ri
CAP, . XIIII.
NËLLO EVANGELIO
Vedefi qui quale differentîa fia frâ Chrifto &s
pharifei,ChriftopigIia ogni occafione di dre,ÔC
di fare bene,ÔC i pharifei piglianoogn'
occafione di dire,ôc di fare male,perche di '
che lo ofleruauano, accioche lo pigliaflîn *
dal parlare,cioè,accioche hauelfinoda acca
lumniarlOjôc dannarlo.
5
Et ecco uno huomo hydropico era auanti
à lui,& rifpondendo Giefu parld à dottori
della legge, & a pharifei,dicendo. E s
lecito
fànare nel fàbbato f Et quegli tacerno , &
efîb prefblOjlo fànd,& lafciollo ire»
Quello che altra uolta fie detto demiracoli
di Chrifto,quefto medefimo fi ha anchora da
ofleruare di qfto dal fanato hydropico, per*
che Chrifto fece i miracoli, accio che confer*
maffi la uerita della fua dottrina,infegnd chri
fto che eflb era il uero Meffia, che eflb purg a
ua i peccati de gli huomini, ôc conferuaua i
credentiineflb intuttele afflittioni allaper
petua felicita/Adunque col miracolo del fa*
nato hydropico ci confermiamô nella fede
in tutte le cofe auuerfe,in modo che non fo*
lamente afpettiamo Chrifto Signore noftro,
non folamente la remiffione de peccati, ma
certa falute.
Et rifpondendo à quegli diffe. TAfino d il
bue,di quale di uoi cadde nel pôzzo,& fu?
bito non lp caua il di del fabbato f & non
gli poreuano rifpondere à quefte cofe.
Corne Chrifto col fuo fatto ttôn uiola il fab*
batOjéofi con quefto parlare non letia ilfab*
batonella politia MofaiCa, ma taflo, ôc dan*
noie uanefuperftitionicheïpharifei hauie*
noaggiunte alprecetto del fabbato fuori de
loinftituto deluerbo,percheil uerbo dild*
dio dice.non fi douèrefaté alcuna opéra nel
di del fabbato,8c in modo lo eircunfcriue cô
le circunftantie,che non ftpuo inrenderedif
ferentemente di quale fi uoglià opéra,âltri*»
menti non fi potrebbene andare, neueftire,
ne lauarfile mani,ne parkre,ne uigiïare, ne
dormire,ma in tende délie opère de ferai, &
degli arteficijk quale opéra fi fuole fare pet
fei di ne campi,d nelle botteghe. Ma i pharifei
oltre à quelle cofe ui aggiUnfono con le lo*
roïuentionî,ôc precetti, uaniffimefuperfti«o
ni,come che il fabbato non fi cammmaffi fo*
pralaherba, accioche la non G fueglieffico
piedi,che non fi falifle fopra uno arbore, ne
fi fpezzafle la foglia di quello,che non fi &
lifle àcauallojôcaflaïalrrecofefriuolî fim jl
'>
che farieno lunge à narrare.Et quelle cote
che erano piu graui della legge, come dello
amminiftrarerettamente il giudicio,difar e
njùfericordia