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Dr LVCA CAP, VII, in
a cafa che cauoa aentru,», puie 11 ronua mw^^i^nw^u t uvguu m Ê«
ento fopra la pietra, & fatta la innunda* cia quefto,perche ama la gente noftra,& ef
rione Dercofleil fiume in quella eafa,& nô fp ci edificd finagoga.Ec Giefu andaua con
noietœ muouerla,perche fondata era fopra quegli.Et gia non eflendo 1 unge dalla cafa
te nietra Et auello che udi, & non fece, è gli mando il Centurione amici,dicédogli,
fimile à ilno huomo.che edificd la cafa fua Signore non ti uoglia affaticare, perche io
fonra la terra fenza fondamento, nella qua non fon degno che tu en tri fotto il tetto
le percoffe il fiume,& fubbito eadde,& fe. mio, per la quai cofa ne me fteflb ho repu,
cefi sran rouina di quella cafa. tato degno di uenire à te,ma di con la paro
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,. . . e , la, &fânerafiî il mio feruo,perche anchora
Etquidimoflra,chetal^recetn,&con-anda i o' f o n o h u o m o c o n f t i t u t o^ f o t t o p o t e f t a >
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î ZI ^uendo militi fotto di me, & dii à qui
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tra Chrifto,che altrimenti non potrebbe.per
che quello che non è fondato in Chrifto fu*
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bîto manca,ur nendo la tentatione,ma il giu*
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quefto,& lo fa.
fto,cioè il credente non fara cômofib in eter Quefto miracolo del feruo del Centurione a
no. Et in profondo fondamento è eflb, ôc il } u r jg 0 c efpofto in Mattheo,niente di piu re*
fiume,le tentation.,ôc leauuerfita, quello che ftando à dire,fenon,chequello, che Mattheo
ueneaChrifto per fede, ÔC da quella confer* feriue eflb Centurione eflere ito à Giefu,Luca
uai fuoi precetti, fonda la cafa fua, ÔC quel'.a
edifica fopra pietra firmiflîma Chrifto, métré
che opéra tutte le cofe dalla fede, ôc nome
i 0 efponein quefto luogo, cioè che il Centu
r j o n e a ndb à trouare,ôc pregare Chrifto, nô
dafe, ma per altri,onde ÔC il Céturione nun
fuo.Et la.cafa di quefto non cade, feorrendo
in quella il fiume,perche,benche fia premuta
da moite auuerfita non è mofla,ma perfeuera
t i a £ chrifto per gli amici dicendo, ne me ftef
f0 b o r e p utato degno di uenire à te ÔCc. Nel
qua] e i u o g o f o n o da uedere, ôc confiderare
helia uera fede, ôccomandamenti di Chrifto
fermifiîmamente, come quello che fondb la
cafa fua fopra quefta pietra,cioè finceramen*
tecrede.Ma quello che nô pende da eflb fon
damento Chrifto, mafecondd i trouati del
tuore humano fondo la fua falute, ne dalla
lafinceriffimafede,ôcuerahumiltanatadalla fede,perche fermamente crede,che pofla tut
t e \ e c o ( e p e t. t m o qUanto fi uoglia affaire.
& p c r q u c f t o domâdd da eflb folamente una p a r o l a & reputoffi indegno del fuo felicifli*
m o coii0quio, Ôc antepofe à fe fteflb per la
tedeopera,nonftara,nedurera,perche tutto humilta,quegli che mando, benche inuerita
quello che edifica,cioe opera,per eflere di ne fufle i n m a g giore gratia à Iddio di tutti que*
ccllita fondamento fenza fede,e debolifllmo, g I i p e r ] a p u r i t a d e ]i a fcdc,perche la fola fede
cioefinto,mendace,carnale,ôc peccato,péril l o f e c e a c c € t t 0 ^iddio.
cne ençceflario,che quello rouini, pche ben , %
che al quanto di decoro appaia hauere quel* Et udite quefte cofe , Giefu fi marauiglio
lahypocritica cafa dalle opère, non nafeenti di Iui,& riuolto alla turba che lo feguitaua
dalla fede, nondimeno foprauenendo il uio diffe. Io ui dico,io non ho trouata tan fa fe
lento fiume délie auuerfita, ôepercotendo in de in Ifrael. Et ritornati a cafà quegli che
queila,dimoftra quanto fuffi fragile,ogni fua furno manda ri, ritrouorno fàno il feruo,
ftnmura, perche rouina quella cafa,perche fo
prauenendo la perfequtione,lafciono ^ancho
che era infermo.
ra quelle cofe che prima facieno con non Benche corne Iddio fapeffi prima tutto, non*
«cura mente. ' dimeno fi marauiglia Chrifto come huomo,
CAP VIT dal quale niente di humano è alieno, come
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r po, che hebbe compite
adunque hebbe famé, fete, come fi rallea-rb,
c o m e f} c o n m 6 f e c o' n d o |, c o f t u m e
tutte qite fue parole, u de n n o c p f i anchora fi marauiglio di cofe infoli*
do il popoloentro mCa. te. Dipoi che Chrifto anteponga la fede del
pernau s & il feruo di uno Centurione à tutti gli Ifraeliti, intende del po
certo Centurion e,hauendo polo di Ifrael fecôdo la carne', il quale uenen
i male,ftaua per morire,ilqua doritruouotutto,dapochiffimi in fuori fe*
gu era cato,& hauendo udito di Giefu, condo la carne, perche non è da intenderc,
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