N VOVO COMMENT Oét

che la fede nel uerbo del (Ignore Giefu pigliaf
iî ogni graria, accioche il uerbo fuffe piu con
fermato nondimeno il Signore permeffe al*
laimbecillitaimiracoli,come feacciarei de*
monijparlare per nuouc lingue,SCc.Et fappia
moda fatti de gli apoftoli efferfi adempiute
lutte quefte cofe.
Et il Signore Giefodoppo che parWIo.
to fu alîunto in çielo, & fiede dalle deftre
di Iddio.
Compite adunque tutte le cofe che gli haue*
ua comandate il padre,ÔC chiarita la refurret*
tione appreffo de difeepoli, ÔC confermata,
fo riceuuto il Signore in cielo, ÔC fiede dalla
deftradelpadreIddio, SC quefto èil premio
paratogti per tante molte,ôc gran fatiche, re
gna, efulta,triompha, Se quello che appartie
ne à noi intercède per noi,conferua noi,aiu*
fa,conforta,infinoàchenoi fiamoin quefto
•fnondOjbauendosjriceueredoppo ] a mor*
te tutti quegli, che perfeuereranno in effo fe
delmente infino al fine , perche col fuo ,falire
akiefo-dimofiro la uia à fedeli, accioche fies
nocerndj hauere àfalire anchora efiî,perche
doueè"ilcapo quiui bifognache fieno le„ me
mbradiquelcapOrfî i '
Et quegli andari,predicânano'p tutto, ope*
rando infieme il Signore,& confermander
la parola perifegni,che-ne fègui tauano. ^
Doppôilriceuuto Spiriro fanto,nel di délia
pentecofte comincidrnoïdifeepoli à teftifictf
re Chrifto effere figliucdo diîddio,primiera*
menteàludei,dipoi allegejtti jpoi che non
era piu luogo appreffo deludei.Et confermq
iddio il parlarc de difcepol; del Signore no*
ftro Giefu Chrifto, adducendo il teftimomo
per i fegni,2C miracoli fecondo che era bifoo
gnoalla primitiua chiefa,pchericercauàper
la infermîta^queftï fegrii^ôc fenza qgli non iiô
leua crederejfimilméteThomafOjilquale fenô"
uidde nelle mani di Chrifto il fegno de chib*