N VOVO COMMENT Oét

NEttQ EVANGELIO
.dre fparfe M cflî tutti glijifîetti,8c tutte le uo* che uoiueggiate,3c udiatèimifferii deIregnQ lontafue.cioè.cliequalunçriceuç il figliuO diIddiQ,nonedaattribuirloallafor2aja^et 10 IN gratia fua,SC ama, il padre riceue ancho TI,D meriti uoftn,perche affai, TÂTO de Re q u|
RA quello, ôc amo', ôc À qualunque promette to de propheti defiderorno il medefimo,
la remiffione de peccati ,1a falute, 8c fempiter che nondimeno non confeguirno. Adu'na
na felicita.ôc il medefimo promette il padre, alla fola bonta diuina fono da attribuirfi tuj
in modo che niente uogliail figliuolo, che il te le cofe,la quale opéra tali cofi^doue^ua.,
m edefimo non uoglia anchora il padre,on* to,ôc quando uuole. Adunque neffuno ans
de dice, chora fra i credenti puo conofcere alcuna co
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me,ma dalla illuftratione del fantofpirito.Et* Debbefi certo amare Iddio con tutto il cuo*
il lume noftro procède dal lume di lddro,fett re,cioè con lo affetto,ôc uolôta, accioche tut
za il quale è ofcuro,Sc renobrofa. Adunqne to quello che tu intendi, d fai, fia fecpndo ; il
la cognitione, la quaîe opéra effo fpirito ne beneplacito fuo, ôc con tutte le forze, tanto
credenti è queftauifîone, D rifguardamerito. delfanima,quanto del corpo,ôc con tutta la
Molti hanno inîerpetrate quefte cofedi qnei mente tua, cioè con intentione finceriffiraa,
lo,che gli apoftoli aîddono chrifto incarne^ che tutto quello che è in noi di uita,SC di for*,
m a perche molti furno quegli, che lo uiddo ze efprima la uera dilettione di Iddjo.Et tutte
no,ôc udirno in carne,nondimeno reprobi, quefte eofe,in modo reuerentemente richie*
ÔC maladetti,mi piace taie efpofitione, ôc che de,che fe alcuno hara pure uno penfiero op
fia il fenfo di quefto luogo. Beati fono que* pofto alla dilettione, ôc obedientia di Iddio,
gli i quali fono cofi illuftrati dallo fpirito quefto fi pronuntia nella legge obligato alla
mioche mi eonofcano inuerita. Et quefti fo maladittione.Et di qui uiene che quefte cofe
no quegli,che conofeanoi mifterii dello au* non poffbno eflere ofleruate con taie rigoré
uento del noftro Saiuatore, faccendo à* que*, da alcuno nella carne,ma la giuftitia d'Iddio,
fto propofito quelIo,che dice Chrifto. To* la quale confeguiamo per fede,fa che non fia
mafo perche mi uedefti credefti, beatlquegli imputata la trafgreflîone di q"fto precetto pe?
che non uiddono,ôc credettono. imbecillita.Etl'amore del proffimo tâteuol*
Perche io ui dico che molti propheti &
t e fi c o m a n
da per fpeciale comandamento^
Re, uoljono uedere quelle cofe che uoi ue
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««da eflere fommamente neceffa
dete,& non le uiddono, & udire quelle CO
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fedeli.Etpiuftrettamente certo richiede
fe che uoi udite,& non le udirno,
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° ^ ^chepm.fermam««
comanda,peria quale cofa, quello che ci AET
QUAFI dica,quello che hora UI è concedurcu tç L'ANIMA, ÔC il corpo.ÔC le altre cofe tempo*
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