N VOVO COMMENT Oét

^neeîoie,d altre cofe pretiofeil ualore
«Se una di quelle di raaggiore ua!ore,ôC
"e'o quanto piu crefcefli di ualore,ÔC pre*
io nuélla altra reftandofi nel fuo effere h di*
febbe diminuire, côparata alla altra trouâdo
Jdipiccioliffimopregioin fua coparatione.
Quello che uenne difopra è fopra tutti.
Mon è gran cofa dice,ne mirabile, fe Chrifto
eccede f humana gloria, effo è fopra tutte le
creature,non come fra tutti cônumerato,ma
comefeparato da tutti,ôc nondimeno prefen
te àtuttijcome côuiene à Dio, ôc cofi per una
altra ragione dimoftra Giouanni Chrifto effe
re uero Saluatore,ôC che effo niéte altro era,
cheminiftro.Chrifto,dice,uenne di fopra per
che è figliuolo eterno del padre eterno,fem*
pre liante nel feno del padre,dal quale afcefe
à noi non fi p artendo da effo, ma da effo ma*
nifeftandocifi,ôc ciafcuno fa di me, che io fo*
no huomo terreno, onde foggiugne.
Quello che è di terra,è terreno, & da terra
paria. Quello che uenne di cielo, è fopra
tutri,& teftifica quello che uidde,ck udi, et
neffuno piglia la fua teftimonianza,
t
L'animale huomo non comprende quelle co
fe che fono di lddio, perilche non anchora
puo parlare di qlle,auuegna adunqj che chri
tto pigli dal padre tutte le cofe, ÔC innuouile
alla uirtu eterna,è da effere udito certamente
fopra tutti. Venne di cielo, perche lddio è fat
to huomo,ÔC udire effo lddio, quanto 'è piu
deiiderabiie,che udire il feruodi lddio r 1
DI GIOVANNI CAP, III. 20 I
Ra
gioneuolmente adunque ueniuano à quello
tuttijilquale era fopra tutti,ôc folo poteua eru
dire tutti alla falute. Et coii è générale fenten
tia,che fignifica che Chrifto bifogna che fia di
cielo,perche annuntia il fecreto côfiglio del
padre della remiflione de peccati, come difo
pra. Neffuno uidde maiIddio,per la quale co
fa,neflunoconofceil padre fenon quello à
chiloreuelô il figliuolo. Quegli che fono di
terra,non conofeono il padre, ma lo conob
be quello che uiene di cielo ;ôc quello à chi
ïoreueld.
Quello che pigliala fua teftimonianza, fi*
gula,che ê lddio uerace,perche quello che
»nandoIddio,parla parole diDio.
Cioè certamente conobbe come habbîam o
quelle cofe cognite,le quali figilliamo nel te
«imonio che fieno cofi,perche quello che ret
jamente P re
nde il parlare di Chrifto, cono*
«ce eflo,ôc il padre in, effo,uero lddio in uero
Iddio,ôc certamente qede che uerace è lddio
ôcche tutte quelle cofe che mai promeffea'
fanti beniflimo hauere date nel Saiuatore no x
ftro Giefu Chrifto, perche in effo fono,ôc per
effo fono, quâte fono le promiflioni di lddio,
perche per la fola parola di Iddio,quello che
la conobbe,conoice,comprende, ÔC pofliede
lacertabonta di quello adempiente tutte le
promeffe di Iddio.Et figillare,d teftificare che
lo euangelio fia uero,è hauere teftimonio del
cuore noftro che fia uero lo euâgelio,ôc quel
teftimonio è lo fpirito fanto, clamante Ab *
ba padre.
Perche à quefto non da Dio Iolpirito a v
mi
fura. Il padre ama il figliuolo, & dette à ql
lo tutte le cofe in mano, Qnello che crede
nel figliuolo,ha uita eterna, ma quello che
non crede al figliuo!o,non uedra la uita,ma
Tira di Dio fta lbpra quello,
Quafi dica qui Giouanni. Io certo qualche co
fa fo,ÔC parlo qui appreffo di uoi, ma fecôdo
la mifura dello fpirito,la quale mi dette lddio
come agli altri propheti,ôc io non paffo quel
la,perche lddio fpartilce lo fpirito fecondo il
fuo modo,ÔC cofi ci da lo fpirito à mifura, ma
non cofialfuofigliuoIOjperchenon dette à
quefto lo fpirito à certa mifura,ma tutta la pie
nitudine dello fpirito.Puofli intendere ancho
ra quefto luogo cofi,come fe diceffe.Nô fuo
le con alcuna certa, ÔC definita mifura lddio
concedere lo fpirito,come fe hauendone da
tomolto di quello à alcuno non poffa piu
darne àuno altro,ma fecondo lo arbitrio fuo
lo difpenfa à ciafcuno,ne à alcuno,ne da tan
to che molto piu non ne poffa dare à altri,
ma fecondo la uolonta fua lo difpenfa à cia*
fcuno,ne ne da tanto à uno che molto piu nô
ne poffa dare à molti altri,perche infinita è q~
fta abbondantia dello fpirito. Non uogliate
adunque ftimare lddio per quefto che mi det
te molto fpirito,non ne potere à quefto dare
molto piu. Quefto Giefu figliuolo di lddio,
ilquale ama il padre fopra tutti,ÔC dette à quel
lo nelle mani tutte le cofe,effo difpenfa lo fpi
rito di lddio. Dara la uita agli eletti, finalmen
te giudichera il mondo, ÔC come per quello
fono rette tutte le cofe, cofi ôc tutte faranno
reftaurate.Vedete quanto quello fia maggio*
re di me,ÔC quanto fia à uoi meglio udire quej
lo, che me, perche chi non ode quello reft a
nel peccato,ôc per quefto auuerfario à lddio
l'ira del quale gli foprafta per il peccato. '
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