N VOVO COMMENT Oét

Ii bifognaua andarë nello abyffo.Et accioche
deffino occafione à qgli del paefe difcacciare
Chrifto per la pdita de porci. E r ïfegna quefta
prece,quefto maie niente ualere anchora ne
porci,fe il Signore non lo permette. Ilche è
da hauere fempre nella memoria, accioche
tutte le cofe auuerfe che fono mâdate per gli
Angieli cattiui fieno piu tollerabili à noi. Et
. cofi uolfe infegnare il Signore qfto maie non
poterenuocere fenon per la permiffione di
Iddio. Et perche i Gadereni patiflïno tanta
perdita de porci fi puo dire,che meritamente
10 patiffinOjpche d furno ludei, d furno gen
ti. Se ludei non era loro lecito hauere porci
fecondo la legge di Mofe,per la quale cofa
uendicd Chrifto rettamente il d-fpregio del
la paterna legge.Se genti,beniflïmo uendicd
11 difpregio fuo,ilquaIe conobbe hauere àef
fere doppo tanto beneficio della uirtu diui*
Xtanel liberare lo indemoniato.Etin oltre
perche tâta poca charita era appreffo à quel
le genti,che anteponeuano i porci alla falute
deiloindemoniatOjbenche gia gli haueffino
perfi. Perche doppo che tutta la citta,fu ufci*
ta, Se quegli che erano all'intorno eccitati da
paftori,SC uifto Giefu,Se quello che era fana*
to,ueftito,SC di fanamente, non fi fono moffi
altrimenti,fe non àpregare Chrifto chelï par
tiffi da loro confini, douendo piu tofto ado
rare quelladiuinapotentia mandata àefli,ôc
rallegrarfi che que miferi tanto integramen*
te fuflino loro renduti ÔC de porci non pure
penfare,rifguardando al buono fanatore.Et
in oltre domâdare dal Signore che reftaffe^p
preffo di effï,accioche fe reftaffino altri demo
ni,parimente gli feacciaffe. Ma ueggiamo ef*
ferfi fatto tutto il contrario, in modo che fa*
cilmente intendiamo,che i cuori loro era*
no pienidiauariria,ôcnon di buono fpiri*
to diuino. Et dipoi il beneficio fu tanto, che
ciafcuno ne poteua pigliare comnfôdo di fa
lute pure che haueffe uoluto, perche harieno
potuto imparare Chrifto effere potentefo*
pra i demonijôe forte uincitore di effi,da qua
li,tuttii mali della anima,ôc del corpo ci fi ap
parecchiano continuamente.
Et effendo entra to ï naue, lo pregaua qllo
che era ftato uelTato da4 demonio,che fuffe
feco. Et Giefu non glielo côceffè,ma diffè
gli ua in cafà tua à i tuoi et nunria loro qua
to gran cofe ti ha fatte il Signore", ce habbia
hauuto mifericordia di té.Et andd uia,
et cominci d a v
predicare in Decapoli quan
to gran cofe gli haueffe fatte Giefu,& tutri
fi marauigliauano.
Acconi'enti il Signore aile preci di quegli,
c
DI MARCO CAP. V. 51
che lo pregauano,che fi partiffi da loro con *
fini, poi che gli uidde indegni della benefi*
centiadi Iddio. Et il fanato uolfe accompa*
gnare quello che fi partiua, perche domâdd
Chrifto che gli permetieli quefto,ne è mara*
uigliaperche,chi non feguirebbe uolenrieri
tanto bene fattore^ ma Chrifto reeufo', per*
che altra cofa fu quella perla quale gli haue
ua refa la fanita , cioè accioche in Decapo*
li, ôc nella cafa fua predicaffe quanto gran
cofe gh haueffe fatte il Sign or e, Se come ha * .
ueffe hauuto mifericordia di effo . Quello
adunque hauendo obedito à Chrifto diuul*
gd la beneficentia che riceuuto hauea, accio
che tutti fi marauigtiaffino. Et da quefta hifto
ria di nuouo dobbiamo confiderare la poten
tia di Chrifto,perche noi ueggiamo non effe
re alcuna forza di demoni,che effo non fpa*
uenti,SC feacci con la fola parola. Ne è in tut
ta la hiftoria dello euangelio forza maggiore
di demone, che fia quella di quefto , ma che
ualfe quella à rifpetto della uiitu di Chrifto i
Dipoi anchora la eftimationejdeli'huomo
appreffo Iddio è da confiderare, perche per
uno huomo, ueggiamo che nonftima due
mila poref. Allo incôtro il demone tanto in «
feftal'huomo,chementreche non puo nuo
cere à quefto prohibendolo il Signore,non* *
dimeno defidera nuoeere à beni fuoi, benche *
nientepoffa,.fenonper la permiffione di Id*
dio,ne in effo ne ne beni fuoi. FinaJmenre ne
quefto è da trapaffare che non fubito fono at
ti à ire attorno con Chrifto quegli,che hanno
' cominciato à hauere fede,Sc cofi, che non fî
debbe mutare la conditione della uita,fe non
fiamo chiamati à qualche mnifterio nella
chiefa,prefo lo euangelio, ôc che non fi deb*
bono lafciare il padre,la madi e, la moglie,ne
i figliuoli, ne gli amici, ma che dobbiamo ri*
tornare à i noftri, Se annuntiare loro i bene*
ficii di Idd o i quali ci accaddono dalla mife*
ricordia di Iddio. Et la caufa perche coman*
di Chrifto, che lo indemoniato annuntiiagli
aitrii beneficii di Iddio, fenza dubbio , è que
fta, accioche per la cômemoratione di tanto
beneficio,gliimpii Gaderani fuflino reuoeati
dalla loro impieta, 8C fpogliaffino la Foro in*
gratitudine uerfo Chrifto.Et l'ammiratione è
effèrto della predicatione de beneficii di Chri
fto/atta dal purgato indemoniato.Et cômen
da quefto effetto la potentia del uerbo, ope* '
rante nel miracoIo,ilquale benche nô del tut
to uinca gli animi de gli auditori, ôc uedenu",
nôdimeno gli fa ftupire,ôc marauigliare.Que
fta ammiratione anchora puo effere in que*
gli, che fi marauigliano certamente à miraco
h del uerbo,ôc nôdimeno non fi côuertono