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Profilo di comunità - Azienda USL di Ferrara

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Nell’anno 2006 i parti <strong>di</strong> donne straniere nel territorio ferrarese sono in me<strong>di</strong>a il 16,9% deltotale, con <strong>di</strong>fferenze significative nei territori dei tre <strong>di</strong>stretti (ve<strong>di</strong> tabella 6.27).L’età delle donne è <strong>di</strong>stribuita in modo <strong>di</strong>fferente tra italiane e straniere. Tra le donne straniereè relativamente più frequente la gravidanza in età anche molto precoce e nelle minorenni (ve<strong>di</strong>grafico 6.21).In gravidanza le donne straniere si sottopongono ad un numero minore <strong>di</strong> visite <strong>di</strong> controllo e<strong>di</strong> indagini prenatali.Benché i dati non mostrino una situazione <strong>di</strong> rischio maggiore per il neonato <strong>di</strong> madre straniera(basso peso neonatale, prematurità, natimortalità), il numero degli aborti spontanei sembraessere un esito più frequente nelle gravidanze delle straniere.Gli aborti volontari da parte <strong>di</strong> donne straniere sono in aumento e, nel 2006, sono stati il34,9% del totale (la me<strong>di</strong>a regionale nello stesso periodo è del 40,3%). Le nazionalità piùrappresentate sono quelle del Marocco e dell’Europa dell’Est. Nel territorio ferrarese esoprattutto nel capoluogo, queste ultime, sono donne che in gran parte lavorano come“badanti”, quasi sempre sole nell’esperienza migratoria, e quin<strong>di</strong> in una precarietà piùaccentuata <strong>di</strong> tipo lavorativo e abitativo.Le <strong>di</strong>fficoltà che mettono a rischio la salute della donna e del bambino sono rappresentate dallanecessità <strong>di</strong> lavorare, dalla mancanza <strong>di</strong> rete familiare e sociale, dalla precarietà abitativa,dalla scarsa conoscenza dei servizi <strong>di</strong>sponibili, dei costumi e delle usanze, che possono renderela donna socialmente accettata o rifiutata.Nel caso della maternità troppo precoce il rischio aumenta ed è maggiore per il neonato, che inun momento della vita <strong>di</strong> grande fragilità, assomma ai rischi <strong>di</strong> una scarsa integrazione socialedel proprio nucleo familiare, quello <strong>di</strong> una madre molto giovane, inesperta e quasi sempre sola.L’aumento (a fine 2006) del 50% dei residenti stranieri rispetto al 2002 comporta unincremento notevole della domanda sanitaria e dei bisogni reali <strong>di</strong> salute, e la necessità <strong>di</strong>fornire risposte articolate in funzione delle <strong>di</strong>verse nazionalità, età, appartenenti a mon<strong>di</strong>culturalmente <strong>di</strong>versi, a volte separati da pregiu<strong>di</strong>zi culturali e razziali.148

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