12.07.2015 Views

Profilo di comunità - Azienda USL di Ferrara

Profilo di comunità - Azienda USL di Ferrara

Profilo di comunità - Azienda USL di Ferrara

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

spesso si moltiplicano. Infatti, i fattori <strong>di</strong> rischio per le malattie croniche, quando sono presentiin più <strong>di</strong> uno, hanno un’azione moltiplicativa nel determinare il rischio <strong>di</strong> malattia.Azioni finalizzate alla prevenzione delle malattie croniche richiedono dunque interventi suifattori <strong>di</strong> rischio, mirati alla situazione epidemiologica locale. Molte informazioni sono <strong>di</strong>sponibilisui fattori <strong>di</strong> rischio per le malattie croniche, ma non a livello locale; va tenuto presente cheabitu<strong>di</strong>ni e comportamenti nelle <strong>di</strong>verse aree geografiche del nostro paese sono fortemente<strong>di</strong>fferenziati e possono determinare <strong>di</strong>fferenze importanti nella <strong>di</strong>stribuzione dei fattori <strong>di</strong>rischio.Informazioni locali sono dunque in<strong>di</strong>spensabili per valutare le priorità sulle quali intervenire,per programmare interventi mirati <strong>di</strong> promozione della salute sui fattori <strong>di</strong> rischio per questemalattie e, successivamente, per valutare la reale efficacia nel tempo degli interventieffettuati. Informazioni sulle abitu<strong>di</strong>ni si possono raccogliere solo con indagini ad hoc, maicondotte prima sulla popolazione della provincia <strong>di</strong> <strong>Ferrara</strong>. Per questo è stata realizzata neiprimi mesi del 2008, dopo la positiva esperienza della prima “e<strong>di</strong>zione” dell’indagine nel 2005,l’indagine "In linea con la salute 2", con l’obiettivo primario <strong>di</strong> conoscere la prevalenza deifattori <strong>di</strong> rischio car<strong>di</strong>ovascolare nelle abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> vita dei ferraresi.2.1.2 Sedentarietà e attività fisicaL’espressione “attività fisica” è un’espressione dai contenuti molto ampi: essa comprende ogniattività che coinvolge l’uso del corpo per il suo espletamento e si riferisce a tutti i movimentiche producono un <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o energetico.Quando <strong>di</strong>ciamo “attività fisica” non dobbiamo pensare a un sinonimo <strong>di</strong> “attività sportiva”,questa precisazione è in<strong>di</strong>spensabile per chiarire che per fare attività fisica non è in<strong>di</strong>spensabileimpegnarsi in attività “sportive”. È invece importante il tempo de<strong>di</strong>cato all’attività fisica e laregolarità con la quale viene praticata.I benefici per la salute indotti da un’attività svolta con regolarità sono noti: l’esercizio fisicoregolare svolge, infatti, un ruolo protettivo rispetto a numerose e frequenti malattie(car<strong>di</strong>opatie ischemiche, ipertensione, <strong>di</strong>abete, obesità e malattie osteo-articolari). Ha inoltreuna ricaduta positiva sull’umore e sui livelli in<strong>di</strong>viduali <strong>di</strong> autostima. La tendenza allasedentarietà è tuttavia in crescita nei paesi sviluppati, a causa del consolidarsi <strong>di</strong> stili <strong>di</strong> vita econ<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro in cui lo sforzo fisico e il movimento sono sempre meno necessari e <strong>di</strong>conseguenza meno praticati. Dal punto <strong>di</strong> vista della salute, non svolgere alcun esercizio fisicoregolare costituisce dunque un fattore <strong>di</strong> rischio, che secondo gli attuali orientamentiepidemiologici è <strong>di</strong> grande rilevanza. Riportiamo qui sinteticamente alcune risposte ricavatedall’indagine sulla sedentarietà, declinate secondo tre <strong>di</strong>fferenti aspetti: lavoro sedentario (inquesto caso le percentuali sono calcolate soltanto su coloro che svolgono un’attivitàlavorativa), negli ultimi 30 giorni assenza totale <strong>di</strong> attività fisica moderata (cioè fino al punto <strong>di</strong>sudare un po’) e infine l’assenza totale <strong>di</strong> attività fisica “intensa” (mo<strong>di</strong>fica del ritmo delrespiro, come nel caso dell’attività sportiva intensa o a livello agonistico).Tabella 2.1: Persone con: lavoro sedentario, attività fisica moderata, attività fisica intensaFemmine Maschi Totale In linea - 2005Lavoro sedentario (solo lavoratori) 4 51,5 45,1 48,0Nessuna attività moderata 35,8 51,5 43,4 51,6Nessuna attività intensa 81,0 76,3 78,7 71,4Tra i soli lavoratori, quasi la metà (48%) svolge un’attività lavorativa sedentaria, in cui staprevalentemente seduto. Sono soprattutto donne (51,5%). Il 43,4% del campione non svolgealcuna attività fisica moderata (sono soprattutto gli uomini, nel 51,5% dei casi).Il dato è abbastanza migliorato rispetto alla precedente indagine (del 2005), quando questaquota si attestava al 51,6%. Il 78,7% non svolge nessuna attività <strong>di</strong> tipo intenso (era il 71,4%nel 2005).4 In questo caso le percentuali sono state calcolate soltanto su chi ha <strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> svolgere un’attività lavorativa.28

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!