IntroduzioneIl “<strong>Profilo</strong> <strong>di</strong> Comunità” pre<strong>di</strong>sposto nell'ambito della elaborazione dell' “Atto <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo ecoor<strong>di</strong>namento” <strong>di</strong> cui è titolare la “Conferenza Territoriale sociale e sanitaria” nei terminiprevisti dalla recente normativa regionale non rappresenta, per la Provincia <strong>di</strong> <strong>Ferrara</strong>, unanovità assoluta.Anzi, si colloca in un percorso <strong>di</strong> continuità già avviato autonomamente dalla ASL territorialealcuni anni fa e che aveva portato alla elaborazione <strong>di</strong> un “profilo <strong>di</strong> salute” ricco <strong>di</strong> datioriginalmente tratti da indagini effettuate sul campo e <strong>di</strong> spunti interpretativi <strong>di</strong> naturaepidemiologica.L'attuale “profilo <strong>di</strong> comunità” ne rappresenta, quin<strong>di</strong>, la evoluzione, oltre che la conferma,sulla base <strong>di</strong> due elementi innovativi:• la introduzione, nella analisi della “salute e benessere nella provincia <strong>di</strong> <strong>Ferrara</strong>”, <strong>di</strong>alcuni, ulteriori campi <strong>di</strong> indagine alla ricerca <strong>di</strong> correlazioni nuove fra fattori <strong>di</strong> rischio econ<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> approccio alla salute e alla malattia da essi <strong>di</strong>pendenti (rapporto fraambiente domestico; lavoro; istruzione... e stato <strong>di</strong> salute/malattia);• la necessità <strong>di</strong> utilizzare, nella pre<strong>di</strong>sposizione del “profilo <strong>di</strong> comunità” una serie <strong>di</strong>in<strong>di</strong>catori “standard” preor<strong>di</strong>nati in sede regionale allo scopo <strong>di</strong> consentire una letturacomparativa, da Piacenza a Rimini, dei vari “profili” provinciali. Nel caso specifico <strong>di</strong><strong>Ferrara</strong>, tali in<strong>di</strong>catori, in parte si sovrappongono e, in parte si aggiungono a quelli giàimpiegati nelle precedenti elaborazioni.Dando una occhiata ad una prima sintesi tratta dal ponderoso stu<strong>di</strong>o complessivo checompone il “profilo <strong>di</strong> comunità” si possono già esprimere alcune valutazioni <strong>di</strong> merito circa lasua fruibilità:a) si evidenzia in modo oggettivo (in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> misurazione) un insieme <strong>di</strong> particolaritàespresse dalla popolazione ferrarese, sia nel suo insieme provinciale, sia nella<strong>di</strong>sarticolazione dei tre Distretti (Centro-Nord; Sud-Est e Ovest) che ne compongono ilterritorio.Emergono con evidenza, allora, taluni aspetti che sottolineano la <strong>di</strong>versità, <strong>di</strong> certo nonpositiva, della con<strong>di</strong>zione e dei comportamenti della popolazione residente rispetto aparametri <strong>di</strong> confronto omogenei su base sia regionale che, talvolta, nazionale.Scopriamo, pertanto, che:• esistono atten<strong>di</strong>bili misurazioni della prevalenza <strong>di</strong> alcune patologie (dal <strong>di</strong>abete, allaipertensione, alla insufficienza respiratoria cronica, alle malattie autoimmuni, allatalassemia ... ) che colpiscono i citta<strong>di</strong>ni ferraresi più <strong>di</strong> quanto non accada ai citta<strong>di</strong>ni<strong>di</strong> altre province della Regione Emila Romagna. E non a caso si registra, in questoquadro globalmente negativo, una predominanza <strong>di</strong> tali fenomeni nell'area del deltapiuttosto che nel centese.Illuminante, al riguardo, la percentuale <strong>di</strong> adulti invali<strong>di</strong> al 100%; invali<strong>di</strong> parziali epercettori <strong>di</strong> “indennità <strong>di</strong> accompagnamento” che oscillano fra l'11,96% del Sud-est e il10,95% del Comune <strong>di</strong> <strong>Ferrara</strong>.Così come è <strong>di</strong> una evidenza palmare il confronto fra l'esenzione ticket per patologia neitre Distretti (326,7 per 1000 abitanti nel Centro Nord contro i 277,7 dell'Ovest e i 344,7del Sud-est) e fra la me<strong>di</strong>a provinciale (321,6) e quella regionale (211,7);• alla prevalenza del dato patologico fanno da contrappunto con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita (in<strong>di</strong>catorisocio-economici) relativamente più basse.La maggiore precarietà dello stato <strong>di</strong> salute si accompagna ad un red<strong>di</strong>to me<strong>di</strong>amentepiù basso; a più elevati in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione; a più modesti livelli <strong>di</strong> istruzione.E questi generano maggiori consumi <strong>di</strong> prestazioni sanitarie con particolare riferimentoa quelle ospedaliere.Dati, questi, che confermano i risultati <strong>di</strong> numerosi stu<strong>di</strong> internazionali sulle<strong>di</strong>seguaglianze in sanità e che danno conto della propensione da parte delle popolazioniche presentano tali caratteri, all'iper consumo, frequentemente inappropriato, <strong>di</strong>svariate tipologie <strong>di</strong> prestazioni assistenziali;• infine, gli “stili <strong>di</strong> vita”. Dal confronto con la restante popolazione emiliano-romagnolaemerge come quella ferrarese tenda a sviluppare comportamenti più a rischio per lasalute in rapporto:5
- ad una bassa propensione alla attività motoria (una me<strong>di</strong>a del 45% <strong>di</strong> sedentariferraresi contro un 27% <strong>di</strong> emiliano-romagnoli);- ad una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> sovrappeso e obesità (50% VS 42%);- alla patologia ipertensiva (25% VS 22%)Correlando gli “stili <strong>di</strong> vita” alla probabilità (tratta dalla letteratura scientifica) delmanifestarsi <strong>di</strong> varie patologie (tumori; car<strong>di</strong>opatie; etc..) il “profilo” traccia scenari dacui si comprende quale potrebbe essere, in termini <strong>di</strong> riduzione sia della morbosità siadella mortalità, l’esito del miglioramento degli “stili <strong>di</strong> vita” considerati. Riduzione cheavrebbe effetti benefici anche sull’andamento della spesa sanitaria.b) Il “<strong>Profilo</strong> <strong>di</strong> Comunità” ci descrive, inoltre, il quadro demografico della provincia ferrarese.Di particolare interesse, per le conseguenze negative che determina in rapporto ai criteri <strong>di</strong>finanziamento della ASL Territoriale (attraverso la quota capitarla pesata), l’allargamentodella forbice tra il tasso <strong>di</strong> crescita della popolazione ferrarese e quello relativo allapopolazione Emiliano Romagnola.Alla <strong>di</strong>minuzione costante del peso specifico della prima rispetto alla seconda corrisponde,infatti, un relativo, minore finanziamento da cui non deriva, peraltro, automaticamente, lacontrazione, della “offerta”, soprattutto <strong>di</strong> servizi territoriali, su <strong>di</strong> un territorio a bassadensità demografica quale è quello, in particolare, <strong>di</strong> tutto il Sud-Est ferrarese (Area deldelta del Po).c) Infine, il “<strong>Profilo</strong> <strong>di</strong> Comunità” non rappresenta solamente un ottimo stu<strong>di</strong>o illustrativo dellarealtà, ma è anche la premessa conoscitiva per la elaborazione dei successivi contenutidella programmazione locale.E ciò su due versanti:- quello più peculiarmente sanitario (consumi; epidemiologia; stili <strong>di</strong> vita; etc..) da cui sitraggono spunti orientativi sia verso interventi volti a contenere la domanda e arimodulare l’”offerta” sia verso la previsione <strong>di</strong> nuove attività capaci <strong>di</strong> incidere suifattori maggiormente responsabili <strong>di</strong> alcuni degli aspetti negativi posti in evidenza.Ciò, ad esempio, per quanto concerne il grande sforzo che l’ASL sta per promuovere alfine <strong>di</strong> contrastare – attraverso un programma articolato e incisivo, <strong>di</strong> “attività motorie”– le conseguenze, infauste: della sedentarietà (e quin<strong>di</strong>, della obesità); <strong>di</strong> alcunetipologie croniche (il <strong>di</strong>abete e l’ipertensione); della comparsa della non autonomia nellapopolazione anziana fragile (> 75 anni).- quello più squisitamente sociale, le cui coor<strong>di</strong>nate <strong>di</strong> intervento derivano dalle analisirelative alla “con<strong>di</strong>zione abitativa”; alla “qualità della vita nella popolazione <strong>di</strong>sabile”;allo “status” assistenziale della popolazione straniera immigrata; ai “livelli <strong>di</strong> istruzionee <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione scolastica”; alla “problematicità della con<strong>di</strong>zione minorile e dellefamiglie”.Da ciascuno <strong>di</strong> questi ambiti, si traggono in<strong>di</strong>cazioni relative a come non solo i servizisociali dei Comuni, ma anche altri, loro assessorati ed altre amministrazioni pubbliche(la scuola, ad esempio) possono progettare azioni mirate a con<strong>di</strong>zionare quei fattorisocio-culturali e quelle sacche <strong>di</strong> bisogno assistenziale che influiscono positivamente –se adeguatamente stimolate e affrontate – sui consumi sanitari, sulla approppriatezza,sulla qualità della vita, sulla integrazione comunitaria, sulla mo<strong>di</strong>ficazione degli “stili <strong>di</strong>vita”.E’, ad esempio, illuminante, al riguardo, ciò che il “profilo” ci <strong>di</strong>ce in merito ai livelli <strong>di</strong>istruzione. Argomenta, infatti, come nella famiglia tra<strong>di</strong>zionale la penalizzazione delgenere femminile nel campo della istruzione abbia effetto non solo sulla salute dellapersona, ma anche sullo stile <strong>di</strong> vita del nucleo familiare (alimentazione; fumo; alcool;etc..) e soprattutto sui suoi componenti più <strong>di</strong>pendenti dal “prendersi cura” femminile,come i minori, i <strong>di</strong>sabili, gli anziani.Dott. Fosco FogliettaDirettore Generale Az<strong>USL</strong> <strong>di</strong> <strong>Ferrara</strong>6
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