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Profilo di comunità - Azienda USL di Ferrara

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ConclusioniIl tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione nella provincia <strong>di</strong> <strong>Ferrara</strong> risulta più basso <strong>di</strong> quello nazionale ma allostesso tempo è superiore a quello regionale.Nella nostra provincia dal 1995 al 2006 abbiamo assistito ad un incremento importantedell’occupazione femminile, mentre quella maschile è lievemente <strong>di</strong>minuita.L’incremento dell’occupazione femminile si registra soprattutto nel “settore del precariato”, inparticolare si tratta soprattutto <strong>di</strong> impieghi a tempo parziale e mal retribuiti. Questo riguarda, inmisura <strong>di</strong>versa, anche gli uomini.Ad oggi un lavoratore su sei nella provincia <strong>di</strong> <strong>Ferrara</strong> è precario, uno su cinque se siconsiderano le sole donne.Le scarse possibilità d’impiego nella provincia, soprattutto a tempo indeterminato, si riflettonosul red<strong>di</strong>to pro capite che per il 2004 risulta più basso <strong>di</strong> 2.500 Euro rispetto a quello me<strong>di</strong>oregistrato in regione.Nel corso del 2005 si assiste ad una <strong>di</strong>minuzione del numero degli infortuni sul lavoro accadutiin provincia <strong>di</strong> <strong>Ferrara</strong>, rispetto al 2004, pari a -2,8%, parallelamente al dato me<strong>di</strong>o regionale(-2,4%). Anche il tasso provinciale <strong>di</strong> infortuni sul lavoro (8,8/100 addetti) nel 2005 è situatosulla me<strong>di</strong>a regionale (8,7%). Nei tre <strong>di</strong>stretti si riflette lo stesso andamento, nel periodoconsiderato, con una riduzione più consistente in valori assoluti nei Distretti Sud Est ed Ovest.Una percentuale importante <strong>di</strong> infortuni (23,8%) coinvolgono la fascia d’età 18-29 anni.Gli esiti mortali da infortunio presentano un andamento stabile, nel corso del periodo 2001-2005 mentre risultano <strong>di</strong>minuiti gli infortuni con esiti <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà permanente.Queste tipologie <strong>di</strong> infortuni (morte e invali<strong>di</strong>tà permanente) nel periodo 2001-2005 sonorappresentati per il 23,8% da infortuni in itinere, in quanto solitamente sono gli incidentistradali che comportano i rischi maggiori per la salute.Gli infortuni in itinere al 2005 risultano sostanzialmente invariati in percentuale rispetto al2001.Rischi per la saluteUn rischio importante per la salute è rappresentato dagli infortuni con esito permanente, infattipossono portare a lunghi perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>sabilità ed ancora più preoccupante è il fatto che unaquota importante degli infortuni colpisce giovani <strong>di</strong> età compresa tra 18 e 29 anni.La <strong>di</strong>soccupazione costituisce una con<strong>di</strong>zione che mina profondamente la salute delle personecolpite e il futuro delle famiglie. Stu<strong>di</strong> italiani hanno rilevato con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute più sfavorevoliper i <strong>di</strong>soccupati e un conseguente maggior consumo <strong>di</strong> risorse sanitarie da parte <strong>di</strong> questiultimi.La <strong>di</strong>soccupazione <strong>di</strong> lunga durata e perio<strong>di</strong> ricorrenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione esprimono carrierelavorative molto <strong>di</strong>verse fra loro.Uno stu<strong>di</strong>o epidemiologico 68 sulla mortalità fra i <strong>di</strong>soccupati torinesi concludeva :“I suici<strong>di</strong>, le morti associate a comportamenti dettati da un profondo stato <strong>di</strong><strong>di</strong>sagio e da percorsi esistenziali avversi, sottolineano la profonda consapevolezzaper una consistente quota <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupati <strong>di</strong> essere abbandonati a sé stessi, con leproprie carenti risorse personali, <strong>di</strong> fronte alle <strong>di</strong>namiche del mercato”.Gli effetti della <strong>di</strong>soccupazione sulla salute sono legati in primo luogo sia alle conseguenzepsicologiche da essa indotte, sia ai problemi finanziari che ne conseguono, in particolare idebiti contratti, che ricadono sull’in<strong>di</strong>viduo e sul suo nucleo familiare.Il rischio <strong>di</strong> suici<strong>di</strong>o è da sempre descritto come più elevato tra i <strong>di</strong>soccupati.E’ inoltre documentato (Stu<strong>di</strong>o ESEMeD) che i danni per la salute mentale conseguenti allostato <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione sono molteplici, e che la loro entità è <strong>di</strong>rettamente proporzionale alladurata del periodo <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione.In<strong>di</strong>rettamente la <strong>di</strong>soccupazione e le precarie con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro hanno effetti anche sullaspesa sanitaria. Infatti a bassi red<strong>di</strong>ti (in<strong>di</strong>catore: red<strong>di</strong>to me<strong>di</strong>o per Comune), corrisponde unpiù elevato in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> consumo <strong>di</strong> servizi specialistici e un maggior tasso <strong>di</strong> ospedalizzazione.68 Costa e al., Disuguaglianze <strong>di</strong> salute in Italia, Epidemiologia&Prevenzione, Supplemento 200475

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