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Profilo di comunità - Azienda USL di Ferrara

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delle persone senza alcun fattore <strong>di</strong> rischio in<strong>di</strong>viduabile dalle cartelle cliniche o dalle rispostedei parenti era infettato da HIV 35 .La conseguenza è la comparsa sempre più frequente <strong>di</strong> casi <strong>di</strong> AIDS <strong>di</strong>agnosticati in personefino a quel momento ignare della loro positività per l’infezione da HIV. Infatti, secondo i datidell’Osservatorio epidemiologico per l’HIV dell’<strong>Azienda</strong> Sanitaria <strong>di</strong> Modena, tra le persone chehanno contratto la malattia con rapporti eterosessuali, il 20-30% delle sieropositività vienescoperto solo ad uno sta<strong>di</strong>o conclamato della malattia.Negli ultimi cinque anni (2002-2006) più del 50% dei malati è, al momento della <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>AIDS, nella fascia <strong>di</strong> età tra i 35 e i 49 anni.Tabella 2.15: Incidenza <strong>di</strong> AIDSn. totale persone conAIDSdal 1984 al 2006Nuovi casi<strong>di</strong>agnosticati nel 2006Tasso <strong>di</strong> incidenzacalcolato sul 2005-6(x 100.000 abitanti)<strong>Ferrara</strong> 457 8 2,7Emilia-Romagna 5578 3,0Fonte: Rapporto della Regione Emilia Romagna2.3 Di quanto si riduce l’evento “malattia”, eliminando un fattore <strong>di</strong>rischioQuesto paragrafo intende illustrare brevemente i benefici conseguibili con interventi <strong>di</strong>prevenzione verso i fattori <strong>di</strong> rischio per le malattie croniche, e in particolare car<strong>di</strong>ovascolari,rivolti a tutta la popolazione.A livello in<strong>di</strong>viduale, ognuno può consultare il proprio me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale per unamisura del rischio car<strong>di</strong>ovascolare basata sulle caratteristiche in<strong>di</strong>viduali.2.3.1 La percentuale <strong>di</strong> casi attribuibiliPer rispondere alla domanda, solitamente si ricorre alla stima della proporzione (% <strong>di</strong> casi) <strong>di</strong>malattia che potrebbero essere evitati in una popolazione se si rimuovesse un determinatofattore <strong>di</strong> rischio. Per esempio, quale proporzione <strong>di</strong> infarto del miocar<strong>di</strong>o può essere evitataeliminando da una popolazione il fattore <strong>di</strong> rischio “inattività fisica”? Abbiamo visto che il 43%dei ferraresi conduce una vita caratterizzata da poca attività fisica (inferiore al limitesufficiente: 30 minuti <strong>di</strong> moto al giorno per 5 giorni a settimana). Uno stu<strong>di</strong>o recente 36 hamisurato un rischio (RR o rischio relativo) pari a 1,22, cioè una persona sedentaria ha il 22% <strong>di</strong>probabilità in più <strong>di</strong> ammalare <strong>di</strong> infarto del miocar<strong>di</strong>o, o altra malattia coronarica, rispetto auna persona che si muove a sufficienza. Me<strong>di</strong>ante opportuni calcoli (determinazione dellafrazione attribuibile <strong>di</strong> rischio), si ottiene che, convincendo tutti i ferraresi a fare il livellominimo in<strong>di</strong>cato <strong>di</strong> attività fisica, si eviterebbe il 9% dei casi <strong>di</strong> infarto del miocar<strong>di</strong>o.La tabella riporta le stime della percentuale <strong>di</strong> casi <strong>di</strong> infarto del miocar<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> mortalitàgenerale (per tutte le cause) attribuibili ai principali fattori <strong>di</strong> rischio.Le percentuali <strong>di</strong> casi attribuibili sono da valutare con estrema cautela per più motivi; se necitano due: l’affidabilità della misura del rischio relativo che si utilizza, ma soprattutto il fattoche i valori della tabella qui presentata sono stati stimati considerando isolatamente ciascunsingolo fattore <strong>di</strong> rischio. In questo modo la stima finisce per attribuire a ciascun fattore unpeso superiore a quello effettivamente esercitato nella realtà, e non è chiaro quanto sia grandela <strong>di</strong>fferenza tra stima e realtà. Malattie e mortalità sono infatti dovuti al contributo(concorrente o cumulativo) <strong>di</strong> molti fattori <strong>di</strong>versi, mentre queste stime sono state calcolatecome se gli altri fattori non fossero presenti. Questo lo si vede in particolare quando la sommadelle percentuali dei <strong>di</strong>versi fattori <strong>di</strong> rischio per una malattia risulta vicina al 100; non è unerrore: sulle stesse persone possono agire più fattori <strong>di</strong> rischio. Inoltre parlare <strong>di</strong> eventi35 Cattaneo e al. Prevalence of HIV and hepatitis C markers among a cadaver population in Milan J Clin Pathol1999;52:267–27036 Chiuve et al. Lifestyle factors and primary prevention of CHD Circulation, 2006;47

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