Analizzando nel dettaglio i Paesi <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza dei richiedenti, si nota che il Paese piùrappresentato è <strong>di</strong> gran lunga l’Albania (col 19,7% dei richiedenti), seguito a pari merito dalMarocco (11,6%) e dalla Moldova (11,6%), quin<strong>di</strong> dall’Ucraina (11,2%).È interessante notare che i richiedenti moldavi e ucraini sono per la quasi totalità donne: sitratta verosimilmente <strong>di</strong> collaboratrici familiari (badanti) che prevedono una lunga permanenzanella città <strong>di</strong> <strong>Ferrara</strong>. I richiedenti marocchini sono, all’opposto, per la quasi totalità uomini.I richiedenti per situazione economicaTabella 4.16: Red<strong>di</strong>to dei richiedenti alloggio ERPFemmine Maschi Totale Femmine % Maschi % Totale %Red<strong>di</strong>to > 75% ISEE 52 52 104 6,9 10,1 8,2Red<strong>di</strong>to non sup. 75% ISEE 125 95 220 16,6 18,4 17,4Red<strong>di</strong>to non sup. 50%ISEE 575 369 944 76,5 71,5 74,4Totale 752 516 1.268 100,0 100,0 100,0Un situazione <strong>di</strong> basso red<strong>di</strong>to è quasi sempre alla base <strong>di</strong> un bisogno abitativo. Tra irichiedenti ferraresi, il 74,4% (e il 76,5% delle donne) ha <strong>di</strong>chiarato un red<strong>di</strong>to non superioreal 50% del red<strong>di</strong>to massimo equivalente (ISEE) previsto per l’assegnazione. Solo l’8,2% ha<strong>di</strong>chiarato un red<strong>di</strong>to superiore al 75% della quota massima equivalente ISEE perl’assegnazione.I richiedenti con canone attuale <strong>di</strong> affitto troppo elevatoTabella 4.17: Quota parte del red<strong>di</strong>to ISEE destinata all’affittoFemmine Maschi Totale Femmine % Maschi % Totale %OLTRE 1/3 435 258 693 57,8 50,0 54,7Oltre 1/5, meno <strong>di</strong> 1/3 97 70 167 12,9 13,6 13,2Meno <strong>di</strong> 1/5 220 188 408 29,3 36,4 32,2Totale 752 516 1268 100,0 100,0 100,0Fortemente legato al red<strong>di</strong>to familiare è anche il problema dei canoni <strong>di</strong> affitto troppo elevatinella attuale situazione abitativa. Il 67,9% dei richiedenti denuncia un attuale canone <strong>di</strong>locazione che supera un quinto del red<strong>di</strong>to familiare (ISEE). Ben il 54,7% del totale, invece,denuncia che il proprio canone supera un terzo del red<strong>di</strong>to familiare equivalente ISEE. Ilproblema del canone <strong>di</strong> affitto troppo elevato è soprattutto femminile (ben il 57,8% delledonne <strong>di</strong>chiara che il proprio canone supera un terzo del red<strong>di</strong>to familiare equivalente).I richiedenti per invali<strong>di</strong>tà e non autosufficienzaTabella 4.18: Richiedenti alloggio, per invali<strong>di</strong>tà e non autosufficienzaFemmine Maschi Totale Femmine % Maschi % Totale %Nessuna invali<strong>di</strong>tà 654 424 1078 87,0 82,2 85,0Dimin. capacità lavorativapari a 2/349 53 102 6,5 10,3 8,0Invalido totale o nonautosufficiente > 60 anni49 39 88 6,5 7,6 6,9Totale 752 516 1268 100,0 100,0 100,0La presenza nella famiglia <strong>di</strong> persone invalide, non autosufficienti o con forte <strong>di</strong>minuzione dellacapacità lavorativa è un’altra variabile rilevante per il bisogno abitativo. Il 15,9% del totale deirichiedenti (e il 17,9% dei soli maschi) presenta queste problematiche. L’8% dei richiedenti<strong>di</strong>chiara una <strong>di</strong>minuzione pari ai 2/3 della capacità lavorativa; nel 7,6% dei casi è presentenella famiglia richiedente una persona con invali<strong>di</strong>tà totale, oppure non autosufficiente con più<strong>di</strong> 60 anni.91
ConclusioniL’abitazione rappresenta una risorsa fondamentale per la vita, il benessere e la salute dellafamiglia, ma rappresenta anche una delle cause principali <strong>di</strong> impoverimento e <strong>di</strong> emarginazionesociale.Secondo una recente indagine nel Comune <strong>di</strong> <strong>Ferrara</strong>, nel 2006 il 18,3% delle famiglie vive incase in affitto (il 22,5% delle case in affitto è <strong>di</strong> proprietà dell’ACER).Negli anni tra il 1994 e il 2006 il canone me<strong>di</strong>o mensile <strong>di</strong> affitto è aumentato in maniera moltomaggiore <strong>di</strong> quanto è aumentato secondo l’ISTAT il costo della vita (+30%), e nel comunecapoluogo ha raggiunto ad<strong>di</strong>rittura un incremento del 230%.Nell’indagine citata, il 4,7% delle famiglie intervistate <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> avere l’abitazione in cattivecon<strong>di</strong>zioni, il 3,2% denuncia l’assenza <strong>di</strong> servizi igienici idonei e <strong>di</strong> un riscaldamento adeguato.Queste quote corrispondono a circa 2.900 famiglie residenti nell’ambito comunale.Le famiglie in affitto nella provincia sono 24.223 (17,0%), mentre le famiglie che possiedono lacasa in cui vivono sono 105.153 (74,4%).Una parte considerevole (circa il 17% del totale) delle famiglie proprietarie <strong>di</strong> casa, stapagando un mutuo immobiliare. Anche l’indebitamento per mutuo rappresenta un elemento <strong>di</strong>rischio <strong>di</strong> impoverimento per le famiglie ferraresi.Per quanto riguarda gli alloggi <strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia popolare, nel panorama regionale <strong>Ferrara</strong> ha, al pari<strong>di</strong> Bologna, la maggior quota <strong>di</strong> alloggi assegnati (3,83 per 100 famiglie residenti, anno 2003).Nel 2004 si assiste ad un ulteriore incremento: 5.934 sono le famiglie che godono <strong>di</strong> un’abitazione <strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia popolare in provincia (4,38%). Nel 32,7% <strong>di</strong> tali nuclei familiari sonopresenti persone anziane.Ma, a quanto ammonta il fabbisogno?Nel Comune <strong>di</strong> <strong>Ferrara</strong>, le famiglie che già occupano alloggi ERP sono 2.995, pari al 5,55%. Pervalutare il bisogno abitativo, consultiamo le richieste inoltrate: le famiglie richiedenti nel solocapoluogo nell’anno 2007 sono 1.268, <strong>di</strong> queste il 18,9% ha nazionalità straniera.Circa un terzo delle famiglie ha tre o più figli, mentre il 15,9% ha un congiunto invalido o nonautosufficiente.Ben il 55,7% delle famiglie dei richiedenti denuncia <strong>di</strong> essere gravata da un canone <strong>di</strong> affittosuperiore a un terzo del red<strong>di</strong>to familiare.Rischi per la saluteLa situazione abitativa <strong>di</strong> una popolazione, <strong>di</strong> una famiglia, <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>viduo, è un determinanteimportante <strong>di</strong> salute e <strong>di</strong> benessere.L’abitazione adeguata alle necessità delle persone che compongono la famiglia, vienein<strong>di</strong>viduata come “un prerequisito della salute” e quin<strong>di</strong> una bassa qualità della abitazione èassociata a basse qualità <strong>di</strong> salute 72 . L’insalubrità dell’abitazione rappresenta un rischio <strong>di</strong>patologia respiratoria ricorrente soprattutto per la prima infanzia, con possibilità <strong>di</strong>cronicizzazione e instaurarsi <strong>di</strong> danni permanenti 73 . Secondo un’indagine nazionale 74 sulconsumo delle famiglie, i minori sono segnati dall’esperienza della povertà in misura superiorealla me<strong>di</strong>a della popolazione totale, con livelli pressoché identici a quelli raggiunti dagli anziani.Nelle prime età della vita la salubrità dell’abitazione è uno degli elementi che influisce sugliesiti <strong>di</strong> salute non solo dell’infanzia, ma <strong>di</strong> tutta la vita e sulla costruzione del “capitale <strong>di</strong>salute”, anche a parità <strong>di</strong> alcuni importanti fattori <strong>di</strong> rischio quali il fumo <strong>di</strong> sigaretta, lafamiliarità e l’esposizione professionale.Si auspica che si possa costruire un sistema informativo per i richiedenti alloggio, che consentala lettura dei bisogni dei soggetti deboli, in tutti i Comuni della provincia, evidenziandosoprattutto la presenza <strong>di</strong> minori, anziani e <strong>di</strong>sabili e confinati in casa.72 E.Fee, T.M.Brown “The Past and future of public Health Practice”; American Journal of Public Health, May 200073 Sdea T., Cois E.“I primi anni <strong>di</strong> vita”, “Disuguaglianze <strong>di</strong> salute in Italia, Epidemiologia & Prevenzione, 200474 Rapporto sulle politiche contro la povertà e l’esclusione sociale, 2005. Commissione d’indagine sull’esclusionesociale. Ministero della solidarietà92
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