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Profilo di comunità - Azienda USL di Ferrara

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Gli alunni ripetenti nella scuola secondaria <strong>di</strong> II gradoTabella 7.8: Tassi <strong>di</strong> ripetenza per anno <strong>di</strong> corso e genere, confronto pro. <strong>Ferrara</strong> e Italia, A.S.2005/06Anno <strong>di</strong>corsoMaschi Femmine Totale MaschiItaliaFemmineItaliaTotaleItaliaI 9,59 7,48 8,56 8,9II 8,10 4,62 6,37 7,7III 9,21 3,03 6,09 7,8IV 8,02 2,04 5,07 5,7V 3,98 1,63 2,74 3,0Totale 8,09 4,06 6,07 8,8 4,8 6,9I dati sulla ripetenza nella scuola superiore vanno interpretati, nel senso della <strong>di</strong>spersionescolastica, secondo due <strong>di</strong>verse chiavi <strong>di</strong> lettura. In primo luogo, gli studenti ripetenti possonoessere visti come soggetti fortemente a rischio <strong>di</strong> abbandono per gli anni successivi: quasisempre una bocciatura “doppia”, ma anche il semplice scoraggiamento che fa seguito allabocciatura, porta all’abbandono nell’anno successivo. Dall’altro punto <strong>di</strong> vista, la ripetenza è unsintomo della forte <strong>di</strong>fficoltà ad affrontare l’impegno scolastico, <strong>di</strong>fficoltà che può incontrare,soprattutto alle età più avanzate, la potenziale concorrenza del mercato del lavoro. Anche inquesto caso, quin<strong>di</strong>, una ripetenza può trasformarsi, non per scoraggiamento ma per scelta, inuna futura fuoriuscita dalla scuola, dovuta in questo caso all’azione competitiva del lavoro. Ilrisultato è lo stesso: la scuola fallisce il suo compito formativo, e in questo modo produce<strong>di</strong>spersione. Va poi sottolineato come questo tenda a verificarsi, negli ultimi anni, soprattuttoin realtà fortemente <strong>di</strong>namiche dal punto <strong>di</strong> vista economico (è il caso del Veneto), che offronoai giovani una forte alternativa alla formazione scolastica.In questo senso va letto il forte <strong>di</strong>fferenziale esistente, per i tassi <strong>di</strong> ripetenza, tra maschi efemmine: i tassi sono, per tutti gli anni <strong>di</strong> corso, molto più alti per i maschi che per lefemmine, ma la <strong>di</strong>fferenza tra i due tassi raggiunge i livelli massimi in corrispondenza del terzo(+6,19 per i maschi) e del quarto anno (+5,98).7.3 Quanti vanno a scuola? L’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> partecipazione al sistemascolasticoUna misura molto interessante per valutare quanto la popolazione residente in un certoterritorio “va a scuola” è l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> partecipazione al sistema scolastico 92 , che si ottiene<strong>di</strong>videndo la popolazione scolastica (gli iscritti) ai vari anni <strong>di</strong> corso, per la corrispondentepopolazione residente, nelle classi <strong>di</strong> età canoniche previste per quel certo anno <strong>di</strong> corso (vi èun minimo <strong>di</strong> inquinamento dell’in<strong>di</strong>ce, costituito dalla presenza dei ripetenti), e moltiplicando iltutto per cento. Per le età della scuola dell’obbligo (fino a 15 anni), l’in<strong>di</strong>ce può assumerevalori leggermente maggiori <strong>di</strong> 100: un fenomeno dovuto alla presenza <strong>di</strong> stranieri nelle classiscolastiche, stranieri che possono, per contro, non essere anagraficamente residenti nelterritorio in questione.In provincia <strong>di</strong> <strong>Ferrara</strong>, fino alla terza me<strong>di</strong>a, i valori sono tutti maggiori <strong>di</strong> 100 (con la solaeccezione della seconda me<strong>di</strong>a, un dato <strong>di</strong>fficilmente interpretabile). Dalla prima superiore, ildato assume valori molto elevati: questo si spiega con l’attrazione che le scuole superiori delferrarese esercitano sui territori limitrofi (soprattutto la provincia <strong>di</strong> Rovigo e Modena), che fasì che la popolazione scolastica sia maggiore della popolazione residente. Abbiamo pertantoriproporzionato alla prima superiore tutti i valori successivi dell’in<strong>di</strong>ce.92 Dobbiamo la prima formulazione <strong>di</strong> questo in<strong>di</strong>catore a Don Lorenzo Milani e agli alunni della Scuola <strong>di</strong> Barbiana. InLettera a una professoressa (1967), Don Milani mette in evidenza la forte <strong>di</strong>scriminazione <strong>di</strong> classe che agisce sullapartecipazione alla scuola, che fa sì che, al crescere dell’età e del grado scolastico corrispondente, siano sempre menocoloro che possono “godere” <strong>di</strong> un buon livello <strong>di</strong> istruzione. Il contingente iniziale si assottiglia fino a <strong>di</strong>ventare, conl’accesso all’Università, una ristrettissima élite. Oggi, a più <strong>di</strong> quarant’anni dalla Lettera a una professoressa, seppurein un contesto storico profondamente mutato, non sembra che le cose siano cambiate granché.160

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