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Uccelli di laguna e di città

Atlante ornitologico del comune di Venezia 2006-2011 A cura del Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue Fondazione Musei Civici di Venezia

Atlante ornitologico del comune di Venezia 2006-2011
A cura del Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue
Fondazione Musei Civici di Venezia

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la conservazione di ambienti retrodunali di rilievo e di consistenti

formazioni arboree o arbustive, eccezion fatta per recenti

e localizzati interventi di forestazione (bon et al., 1998).

Laguna

Circa un terzo della laguna di Venezia ricade all’interno del

territorio comunale e comprende grandi spazi acquei occupati

da bassi fondali, denominati anche paludi e valli, affioranti

durante le basse maree e solcati da canali e ghebi che tortuosamente

s’inoltrano nelle parti meno profonde; il margine

lagunare interno verso la terraferma è caratterizzato da barene

nella porzione centrale, e da valli arginate (Perini, Dogà,

Grassabò) in quella settentrionale. La vegetazione nei fondali

è contraddistinta da zostereti e ruppieti, da popolamenti ad

alghe azzurre e diatomee nelle piane fangose di marea, ovvero

velme, dalla serie di spartineti, limonieti e salicornieti nelle

piattaforme d’alta marea, ovvero barene; in prossimità di apporti

d’acqua dolce provenienti dall’entroterra e nel margine

interno delle valli arginate compaiono fasce di vegetazione ad

alte erbe palustri e a salici e pioppi (bon et al., 1998).

Isole

Il centro storico è composto dall’unione di 118 isole e dagli

agglomerati di Murano, Burano, Mazzorbo e Torcello. Altre

isole di minori dimensioni sono sparse all’interno del bacino

centrale e di quello superiore della laguna (crovato-crovato,

1978; caniato-zanetti, 2005). La maggior parte di esse – oggi

abbandonate o, poche, in fase di recupero – è stata destinata

nel corso dei secoli a usi civili e religiosi (insediamenti abitativi,

ospedali, lazzaretti, monasteri): Campana, Poveglia,

Sant’Angelo della Polvere, San Giorgio in Alga, Sacca Sessola,

San Clemente, Santo Spirito, Lazzaretto Vecchio, San Lazzaro

degli Armeni, San Servolo, La Grazia, le Trezze, San Giuliano,

San Secondo, Campalto, Tessera, Carbonera, San Giacomo

in Paludo, Lazzaretto Nuovo, Madonna del Monte, Buel

del Lovo, Monte dell’Oro, Ossario di Sant’Ariano, Motta San

Lorenzo, la Salina, la Cura, Motta dei Cunicci; a usi agricoli:

Certosa, Vignole, Sant’Erasmo, San Francesco del Deserto,

Santa Cristina, Isola dei Laghi; o, ancora, ha avuto origine da

strutture fortificate dismesse, come gli ottagoni di Caroman,

di San Pietro e di Alberoni, Abbandonato e gli isolotti Podo,

ex Poveglia, Fisolo, Crevan. La copertura vegetale, se si escludono

le ridotte formazioni boschive naturaliformi dell’Isola

della Certosa, è assicurata quasi esclusivamente da specie coltivate

per usi ornamentali e agricoli, oltre che da non poche

entità ruderali ed esotiche (bonometto-zambon, 1986).

Aree edificate

La struttura urbana del centro storico lagunare, tuttora definita

dall’edilizia civile e religiosa realizzata dal Medioevo a tutta l’età

moderna, conserva ampi spazi già occupati da insediamenti

produttivi, come quello dell’antico Arsenale e i più recenti

stabilimenti manifatturieri sorti presso la Giudecca e Santa

Marta. Inoltre alcuni interventi di risanamento abitativo e di

realizzazione di complessi di edilizia popolare contrassegnano

in maniera puntiforme il tessuto urbano contemporaneo.

La diffusa presenza di giardini e orti caratterizza Venezia sin

dalle origini: sono riconducibili all’età medioevale quelli del

Redentore, di San Francesco della Vigna, di San Michele in

Isola, della Scuola Vecchia della Misericordia; appartenenti ad

antiche dimore nobiliari, quelli di Ca’ Morosini del Giardin,

Ca’ Zenobio, Ca’ Tron, Ca’ Rezzonico, Ca’ Contarini dal Zaffo.

Giardini ottocenteschi sono quelli Papadopoli, Savorgnan,

della Fondazione Groggia, Rizzo Patarol, Reali di San Marco,

di Castello. Al gusto contemporaneo corrispondono i giardini

del Museo Vetrario di Murano, di San Giorgio Maggiore, della

Fondazione Querini Stampalia e i giardini liberty del Lido

(dammico et al., 2003; calzavara-lazzari, 2005).

Nella terraferma il borgo di San Lorenzo, sorto a ridosso

dell’antico castello di Mestre, ha concorso, insieme agli antichi

municipi del distretto mestrino (Chirignago, Zelarino, Favaro

Veneto), a definirne la struttura insediativa dal principio

dell’età moderna. L’espansione urbana e gli interventi dell’edilizia

pubblica e privata del Novecento sono rilevanti e talvolta

risaltano anche per le sistemazioni e gli arredi degli scoperti e

dei giardini, come quelli della “Città Giardino” di Marghe-

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