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Uccelli di laguna e di città

Atlante ornitologico del comune di Venezia 2006-2011 A cura del Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue Fondazione Musei Civici di Venezia

Atlante ornitologico del comune di Venezia 2006-2011
A cura del Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue
Fondazione Musei Civici di Venezia

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Fraticello Sternula albifrons

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Nel comune di Venezia è una specie migratrice regolare e nidificante.

Si riproduce occupando diverse tipologie di siti: litorali,

barene naturali e artificiali della laguna aperta, valli da pesca.

Nei litorali è diffuso ma con notevoli fluttuazioni interannuali:

ad esempio lo “storico” sito di Caroman, occupato almeno dal

1985, è stato praticamente abbandonato dal 2000 (antinoricastelli,

2002) e timidamente rioccupato dal 2008. Nel 1989

erano stimati 150-200 nidi; nel 1992 erano 64; nel 2000 c’era

un solo nido e 3-4 coppie negli anni successivi al 2008. Anche

i siti di Alberoni e di San Nicolò sono stati abbandonati (rispettivamente

nel 1997 e nel 1998): in quest’ultima località è

avvenuto un recente reinsediamento. Nuove colonie si erano

instaurate a Pellestrina, in seguito alle operazioni di ripascimento

dei litorali (ugo-peloso, 1998; scarton et al., 2001).

In tutto il litorale la nidificazione è fortemente limitata o addirittura

compromessa dal turismo balneare e dalla presenza di

predatori (gabbiano reale e gazza). In laguna aperta le colonie

cambiano con molta frequenza i siti di insediamento; come per

gli altri sternidi i fattori meteorologici possono incidere, anche

gravemente, sul successo riproduttivo.

Nel 2011 si sono stimate 2-10 coppie nei litorali, 80-100 in

laguna aperta e 30-50 nelle valli da pesca. Nella carta sono

riportate anche le osservazioni di presenza che ben descrivono

l’areale di caccia della specie.

Da segnalare la presenza, nel recente passato, di un importante

dormitorio presso il Bacan di Sant’Erasmo che ospitava

da 5.000 a 7.000 esemplari che si concentravano in laguna in

periodo post-riproduttivo (cherubini et al., 1993).

[1.]

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