Uccelli di laguna e di città
Atlante ornitologico del comune di Venezia 2006-2011 A cura del Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue Fondazione Musei Civici di Venezia
Atlante ornitologico del comune di Venezia 2006-2011
A cura del Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue
Fondazione Musei Civici di Venezia
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delle specie nidificanti in Italia, un valore basato su un algoritmo
che accorpa 15 differenti parametri ricavati da diversi valori.
Sono nove le specie con un valore faunistico medio elevato
(minore è il numero, più elevato è il valore), che riportiamo
di seguito (tra parentesi il valore): tarabuso (2), marangone
minore (5), volpoca (7), beccaccia di mare (12), spatola (21),
schiribilla (22), airone rosso (25), canapiglia (26) e fenicottero
(29). Di queste, alcune sono nidificanti possibili o probabili
nel comune di Venezia: tarabuso, canapiglia e schiribilla (Porzana
parva). La loro presenza in epoca e ambiente adatto suggerisce
che sussistono le condizioni per una loro riproduzione
che andrebbe quindi favorita con interventi mirati. Lo stesso
dicasi per specie che nidificano irregolarmente, come la spatola.
Specie regolari sono il marangone minore, la volpoca, la
beccaccia di mare (Haematopus ostralegus), l’airone rosso (Ardea
purpurea) e il fenicottero. Per le prime tre sussistono motivi
di cauto ottimismo, visto che tutte dimostrano un trend di
crescita a livello locale.
Lo status locale del fenicottero è invece in divenire, con un
apparente incremento della popolazione, ma con forti fluttuazioni
interannuali. Al contrario, la popolazione nidificante
di airone rosso risulta in significativo decremento, collegabile
soprattutto a fenomeni ad ampia scala che minacciano in particolare
l’habitat di svernamento in Africa.
Avifauna urbana: un confronto con il passato
Sono aneddotiche le informazioni che si possono ricavare
sull’avifauna urbana a Venezia e terraferma nel passato; dalla
lettura dei lavori degli zoologi veneziani dell’Ottocento e del
primo Novecento, si desume come questi registrassero solo
le presenze eccezionali e molto raramente documentassero la
fenologia delle specie più comuni (e, soprattutto, di quelle
sinantropiche e commensali). Ad esempio, Nicolò Contarini
(1847) menziona la frequentazione invernale delle mura
dell’Arsenale da parte di picchio muraiolo (Tichodroma muraria)
e la nidificazione di gheppio (Falco tinnunculus) nel campanile
della Madonna dell’Orto; la nidificazione di gheppio è
ancora citata da Emilio Ninni (1902), per le mura dell’Arsena-
le e per il campanile di San Francesco; ancora questo ornitologo
annota la presenza invernale in Canal Grande di gavina, la
comparsa accidentale di zigolo delle nevi (Plectrophenax nivalis)
in Campo di Marte e di gruccione (Merops apiaster) a Sacca
Fisola (ninni, 1938); prima ancora, il padre Alessandro Pericle
Ninni ed Enrico Filippo Trois (1881), documentavano la
nidificazione di fringuello nell’ex orto botanico di San Giobbe
e la cattura di un allocco (Strix aluco) a Forte Marghera. Di
conseguenza, è tutt’altro che agevole compiere un confronto
più approfondito con l’avifauna contemporanea, anche se può
ragionevolmente escludersi la passata presenza di alcune delle
specie attualmente penetrate in ambiente urbano, soprattutto
di quelle forestali.
Una più recente analisi descrittiva dell’avifauna urbana di Mestre
e periferia si deve a semenzato-are (1982) che riportano
una lista di 91 specie presenti nelle diverse stagioni fenologiche.
Disponiamo così di qualche maggiore informazione, utile
per comprendere una parte dell’evoluzione recente dell’avifauna
nell’entroterra mestrino: ad esempio gli autori evidenziano
la presenza, nel solo periodo migratorio di gheppio, colombaccio,
upupa (Upupa epops), cornacchia grigia, pigliamosche
(Muscicapa striata), codirosso comune e verzellino; la sporadica
presenza in città della tortora dal collare e della gazza; le
nidificazioni in ambienti periferici di barbagianni (Tyto alba),
allodola, averla piccola e saltimpalo; la nidificazione comune
di martin pescatore nei fossati che delimitano le polveriere
militari; la riproduzione dell’averla cenerina (Lanius minor),
nell’estate 1976, alla Gazzera. Dedicati all’avifauna attuale di
particolari biotopi dell’entroterra mestrino, sono invece i contributi
di roccaforte et al. (1994) per il bosco di Carpenedo;
anoè (1990), bon et al. (1996), basciutti (2009) per
alcuni Forti del campo trincerato; bon-roccaforte (2003)
e roccaforte et al. (2007) per il bosco di Mestre; sartori
(1985) per il Marzenego; stival (2011) per il parco di San Giuliano;
scarton (1989) per lo stagno Montedipe. Mancano, invece,
contributi descrittivi per l’avifauna del centro storico ad
eccezione di lavori specialistici su piccione di città e gabbiano
reale (cfr. soldatini, 2006b; 2006c); di carattere divulgati-
Figura 12. Distribuzione delle specie
nidificanti e svernanti nei diversi ambiti
territoriali, espressi in percentuali di
quadranti occupati
74 375
Figura 13. Siti Natura 2000 e oasi
naturalistiche nel comune di Venezia
375 06/08/13 14.16