Uccelli di laguna e di città
Atlante ornitologico del comune di Venezia 2006-2011 A cura del Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue Fondazione Musei Civici di Venezia
Atlante ornitologico del comune di Venezia 2006-2011
A cura del Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue
Fondazione Musei Civici di Venezia
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tarie, alcune delle quali sono legate soprattutto agli ambienti
antropizzati. I due corvidi sono presenze relativamente recenti
in area urbana, risalenti agli ultimi 20-30 anni. Suscita interesse
il fatto che la rondine sia al primo posto, anche se spesso
con basse densità di individui; il motivo può essere ricondotto
al fatto che si tratta di una specie legata alle abitazioni sparse,
soprattutto con presenza d’acqua, elemento dominante nel
paesaggio veneziano. Allo stesso modo va spiegata la diffusione
del germano reale, che è specie in netto aumento, anche a
causa dell’introduzione di soggetti domestici che si ibridano
con quelli selvatici.
Se consideriamo l’ambiente strettamente urbano, notiamo che su
15 specie, ben 14 sono le stesse, pur con posizioni di classifica e
percentuali di distribuzione diverse. L’unica differenza è la presenza
del verzellino (Serinus serinus), che sappiamo essere specie sinantropica,
rispetto al germano reale più strettamente acquatico.
Le quindici specie svernanti più diffuse nel comune di Venezia
sono: gabbiano reale (Larus michahellis), gabbiano comune
(Chroicocephalus ridibundus), cormorano (Phalacrocorax carbo),
merlo, gazza, pettirosso (Erithacus rubecula), storno, svasso
maggiore (Podiceps cristatus), svasso piccolo (Podiceps nigricollis),
passera europea, cornacchia grigia, garzetta (Egretta
garzetta), fringuello (Fringilla coelebs), piccione di città e poiana
(Buteo buteo). Solo sei di queste sono presenti anche nella
lista dei nidificanti più diffusi: merlo, gazza, storno, passera
europea, cornacchia grigia e piccione di città (tabella 3). Spicca
la presenza di sei uccelli acquatici, i primi tre dei quali sono
anche i più diffusi in assoluto: si tratta di un dato da mettere
in relazione con la disponibilità di grandi bacini d’acqua
(svassi e cormorano) e con l’arrivo dei contingenti svernanti
di gabbiano reale e comune, che si diffondono abbondantemente
anche in terraferma. Interessante, infine, la notevole
diffusione di un rapace come la poiana.
Confrontando le specie di ambiente urbano, notiamo che tredici
elementi sono presenti in entrambe le colonne. Solo due,
garzetta e poiana, sono sostituite dalla cinciallegra e dal colombaccio.
In linea di massima le specie acquatiche divengono
meno importanti come diffusione.
Il confronto con i risultati di alcuni atlanti urbani europei e
italiani è già stato in parte evidenziato nella tabella 1, in cui
risaltano i valori di ricchezza specifica del territorio veneziano
e la forte presenza di non passeriformi, elementi da collegare
alla quantità di zone umide adiacenti alle aree urbane. Nella
lista faunistica in tabella 2, che riporta le specie nidificanti più
diffuse, risulta peculiare la presenza della rondine al secondo
posto come specie urbana (85% dei quadranti); questo dato
risulta interessante in relazione al forte decremento rilevato a
livello nazionale e continentale di questo passeriforme (Casali
in rete rurale nazionale e lipu, 2011). Scarsa la presenza
della rondine nelle altre grandi città, con l’eccezione di Firenze
(91,1%) in cui risulta l’ottava specie più diffusa (dinetti,
2009); comune in superfici urbane più modeste come Brescia
(67,6%), Cremona (88,5%), Livorno (62,7%), Grosseto
(68%) e Viterbo (48,8%), ma in nessun caso risulta essere tra
le cinque specie più diffuse (cignini et al., 1994; dinetti,
1994; groppali, 1994; ballerio-brichetti, 2003; giovacchini,
2001). In Italia nord-orientale sembra ben diffusa a San
Donà di Piave (80%), a Padova (87,2%) e a Udine (nardo,
2003; parodi, 2008; bottazzo-giacomini, 2010).
Anche la buona presenza della cornacchia grigia sembra essere
un elemento poco comune con le altre città, con poche eccezioni:
ad esempio Biella (bordignon, 1999), Pavia (bernini
et al., 1998), Udine (parodi, 2008) e Roma (cignini-zapparoli,
1996). Sembra del tutto peculiare l’abbondanza del colombaccio,
poco comune negli altri centri urbani ad eccezione
di Udine (parodi, 2008).
Per quanto riguarda gli uccelli svernanti (tabella 3), sono pochissimi
gli atlanti urbani con cui confrontarsi: ad esempio
Napoli (fraissinet, 2006), Bergamo (cairo-facoetti, 2006),
Milano (bonazzi et al., 2005) e Cagliari (mocci demartisgruppo
i.c.n.u.s.a., 1992). D’altronde la forte presenza dei
gabbiani, ma soprattutto del cormorano e degli svassi, dà una
connotazione del tutto peculiare alla fauna invernale di Venezia.
Concludendo, sia i numeri assoluti (ricchezza di specie) sia
il numero di specie medio per quadrante, sia la qualità della
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