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MARIO GANDINI RAFFAELE PETTAZZONI NEGLI ANNI 1937 ...

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Pettazzoni 6-11-2007 8:57 Pagina 160<br />

lo (mancano le cc. 2,3,4); il dattiloscritto è costituito da 15 cartelle numerate.<br />

Il nostro storico delle religioni comincia “con l’esaminare l’opera religiosa di Augusto<br />

nei suoi riflessi materiali” e passa poi “ai suoi aspetti spirituali e profondi cercando di<br />

coglierne il senso e interpretarne il significato” (sono parole sue).<br />

Pettazzoni legge il suo testo nella sala della Fondazione Marco Besso in Corso Vittorio<br />

Emanuele 51 giovedì 31 marzo, alle ore 18; come ci informano le cronache dei quotidiani<br />

romani, la sala è gremita di folla, la quale ammira la conferenza e applaude lungamente e<br />

cordialmente il conferenziere.<br />

Riteniamo che sia l’amico Eugenio Giovannetti a pubblicare la nota di mezza colonna La<br />

religione di Augusto rievocata da R. Pettazzoni, Il Giornale d’Italia, 2 aprile 1938, 4; scrive<br />

tra l’altro il giornalista:<br />

È noto il limpido e profondo intuito con cui Raffaele Pettazzoni suole indagare i fatti della religione romana<br />

nella loro complessità: e, tra questi fatti, il complesso per antonomasia potrebbe dirsi quello della religione augustea.<br />

L’analisi che l’insigne storico ha fatto di cotesta religione tra arcaicizzante e rivoluzionaria, autoritaria di forme<br />

e relativistica al sommo grado, non avrebbe potuto essere né più profonda né più chiara.<br />

Segue un sunto della conferenza.<br />

Giovedì 29 aprile, alle 17,30 Pettazzoni si reca in Piazza Cola di Rienzo n. 80, nella sede<br />

del Lyceum Romano, dove è ricevuto dalla presidente del circolo contessa M. Pezzoli<br />

Cippico e dalla presidente della sezione scienze e opere sociali ing. Angela Ferrari; qui tiene<br />

la conferenza La religione romana nell’opera di Augusto (con questo titolo è indicata nel<br />

biglietto d’invito).<br />

Tra gli ascoltatori ci sono studiosi italiani e stranieri, i quali - come scrive Angela Ferrari<br />

in una lettera del 30 aprile - sono concordi nel ritenere la conferenza una delle migliori udite<br />

“per l’originalità e la profonda conoscenza dell’argomento e per il mirabile e chiaro modo in<br />

cui è stata esposta”; tra le ascoltatrici c’è Lydia de Bethe Inama di Milano, la quale in una<br />

lettera del 4 maggio si dichiara lieta di aver conosciuto l’oratore, e aggiunge alcune righe che<br />

trascriviamo:<br />

Si ricordi di mandarmi il testo della sua conferenza, con la viva preghiera di non confondermi con quel branco<br />

di galline spennacchiate (se mi leggesse donna Volpe!) che vidi al Lyceum. Disgraziato Pettazzoni! meglio parlare<br />

agli uccellini come S. Francesco, che a uno stormo di donne! Plaudo a Mussolini che non ha concesso il voto al gentil<br />

sesso: pensi che passeraio ne sarebbe uscito fuori!<br />

Per la verita Mussolini non solo non ha concesso il voto alle donne, ma l’ha tolto anche<br />

agli uomini!<br />

La signora Lydia ha conosciuto anche Ada [Adele] e rivolge un’esortazione a Pettazzoni:<br />

‘’Si faccia vivo con Lei, e la conduca fuori; era tanto triste per la mia partenza, che ne ho<br />

provato una gran pena...”.<br />

Nei quotidiani romani di questi giorni non viene pubblicata nemmeno una riga di cronaca<br />

- sembra - sulla conferenza del 29 aprile; anche la pagina locale è quasi interamente dedicata<br />

ai preparativi per la visita di Hitler, il cui arrivo è previsto per il 3 maggio.<br />

Alla Farnesina (aprile 1938)<br />

Venerdì 1° aprile 1938 Pettazzoni partecipa all’adunanza della Classe delle scienze morali<br />

e storiche dell’Accademia d’Italia: al mattino la Classe, presente anche Federzoni, discute<br />

e approva le relazioni di Jannaccone e Benini sui due candidati proposti per il Premio<br />

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