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MARIO GANDINI RAFFAELE PETTAZZONI NEGLI ANNI 1937 ...

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Pettazzoni 6-11-2007 8:57 Pagina 73<br />

loro ordinamenti, e credenze, e riti e costumanze.<br />

Ciò che manca ancora è una sequenza delle civiltà primitive attuali altrettanto sicura quanto quella<br />

delle civiltà preistoriche. Lo sforzo dell’etnologia è oggi teso a costruire appunto questa successione<br />

delle civiltà primitive attuali: a costruirla non arbitrariamente, ma obbiettivamente. Donde trae l’etnologia<br />

i dati obiettivi per questo suo lavoro? La paletnologia si vale, abbiamo detto, di dati oggettivi<br />

forniti dalla geologia; l’etnologia li chiede, i suoi dati obiettivi, principalmente alla geografia.<br />

Quel che sta in cima a tutti i pensieri è naturalmente il problema delle origini, cioè, in questo caso,<br />

il problema della più antica civiltà umana: come fu? dove fu? quando fu? È possibile rispondere obiettivamente<br />

a queste domande? L’’etnologia le affronta audacemente. Erede, si direbbe, dello spirito<br />

avventuroso degli antichi pionieri, essa non si perita di navigare per acque pericolose e fra tenebre fitte<br />

verso il mistero della più antica civiltà umana.<br />

Ma con l’acuirsi delle sue esigenze scientifiche, si è venuto affinando nell’etnologia anche il senso<br />

del limite. Sulle rovine di sistemi che concepivano le forme della civiltà come le fasi necessarie di uno<br />

svolgimento univoco l’etnologia cerca oggi di costruire dei sistemi più obiettivi e appunto perché tali,<br />

più aderenti alla varietà e alla libertà della storia.<br />

Ma nello stesso tempo l’etnologia avverte oggi sempre di più la problematicità dei risultati finora<br />

raggiunti.<br />

Le origini e gli sviluppi della civiltà umana sono bensì e resteranno l’oggetto proprio della etnologia.<br />

Ma senza rinunziare a questi suoi massimi problemi teoretici l’etnologia si è venuta orientando ultimamente<br />

verso un altro ordine di problemi che accanto all’interesse teoretico hanno anche un interesse<br />

pratico.<br />

I popoli primitivi attuali e le loro civiltà non interessano soltanto da un punto di vista sistematico<br />

generalissimo, cioè nel quadro complessivo della storia della civiltà: interessano anche da un punto di<br />

vista speciale, cioè nelle loro relazioni storiche con i popoli di civiltà superiore. Ogni colonia che si<br />

fonda, ogni missione che si manda, è un contatto che si stabilisce fra civiltà diverse, anzi per lo più<br />

diversissime. La storia della colonizzazione, come la storia delle missioni, si può risolvere in termini<br />

di storia culturale, di azioni e reazioni culturali, influenze reciproche, ecc. Che cosa succede quando la<br />

civiltà europea è portata in mezzo agli indigeni? Come l’accolgono gli indigeni? Come reagiscono?<br />

Come partecipano? Come e fino a qual segno se l’assimilano dando luogo a delle formazioni sincretistiche?<br />

C’è tutta una morfologia degli incontri culturali che costituisce una provincia cospicua dell’etnologia.<br />

Ognun vede l’importanza di questa etnologia applicata. Dalla morfologia e dalla tipologia<br />

degli incontri culturali discende una tecnica disciplinatrice di questi incontri, discende una didattica<br />

formativa dei funzionari coloniali, discende una politica dei rapporti fra colonizzatori e colonizzati,<br />

ecc. Ecco riemergere qui il valore pratico-politico dell’etnologia, quel valore che essa porta in sé dalla<br />

nascita, dalle sue origini intimamente connesse, come dicemmo, con l’espansionismo coloniale delle<br />

nazioni europee.<br />

Scienza di largo respiro, scienza di orizzonti vastissimi l’etnologia ha tardato troppo ad entrare nell’insegnamento<br />

Universitario Italiano. Vi entra oggi, mentre è già in via di suddividersi in una varietà<br />

di scienze etnologiche: una etnologia generale, una etnologia religiosa, una sociologica, una giuridica,<br />

una economica; e, per un altro verso, una africanistica, una americanistica, e così via.<br />

L’incarico affidato a me di insegnare una disciplina così complessa, in aggiunta all’altra che già<br />

professo, non può rappresentare che una soluzione provvisoria. L’etnologia merita che qualcuno si<br />

dedichi a lei interamente. È una via nuova che si apre specialmente ai giovani. Io esorto i giovani a studiare<br />

l’etnologia. L’Italia ha bisogno urgente dell’opera loro.<br />

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