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MARIO GANDINI RAFFAELE PETTAZZONI NEGLI ANNI 1937 ...

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Pettazzoni 6-11-2007 8:57 Pagina 127<br />

correzioni, ma senza tagli (c’è traccia di una suddivisione: “Filone di Byblos” e “Saturno, in<br />

Africa, è un dio africano”); un manoscritto di 5 cc., la prima n.n., le altre numerate da 1 a 4<br />

(“Fenici – 2° abbozzo”), senza suddivisioni; un manoscritto dal titolo Fenicia (e Syria),<br />

“definitivo”, di 11 cc. numerate da 1 a 10 (c’è un 1 bis) + 6 cc. numerate (Note).<br />

Questo manoscritto “definitivo”, il quale reca molte correzioni e qualche taglio, viene<br />

dattiloscritto in due copie (14 cartelle ognuna); a mano viene mutato il titolo: Fenici); una<br />

viene spedita al Rose il 24 giugno 1938.<br />

Per la trattazione di questo argomento Pettazzoni parte dai frammenti eusebiani di Filone<br />

di Byblos sulle antichità della Fenicia: secondo Filone il dio fenicio El, reso in greco con<br />

Kronos, era rappresentato con quattro occhi, due aperti e due chiusi, a significare ch’egli<br />

“vedeva dormendo e dormiva vedendo”, nonché con quattro ali alle spalle, due distese e due<br />

raccolte sul corpo, a significare che egli “volava riposando e riposava volando”: un dio onniveggente<br />

e che poteva andare dappertutto; i dati filoniani sono confermati dalle figure su<br />

alcune monete di Mallos (Cilicia) e dai testi ‘paleofenici’ scoperti a Ras Shamra, nel sito dell’<br />

antica Ugarit, sui quali si sofferma a lungo il nostro storico delle religioni prima di passare<br />

al ‘Baal tetramorphos’ studiato dal Landersdorfer (un argomento controverso) e al culto di<br />

Baalsamam, ‘Signore del cielo’, adorato ab antiquo in Fenicia, che si ritrova a Cartagine, e<br />

ad altre divinità corrispondenti secondo la interpretatio romana a Giano e a Saturno.<br />

Dopo gli anni Trenta Pettazzoni raccoglierà altro materiale sull’argomento e nell’aprile<br />

1950 revisionerà il testo e le note.<br />

Sull’onniscienza divina presso i popoli uralo-altaici e siberiani (anni Trenta)<br />

Sono quasi tutti degli anni Trenta i materiali relativi all’onniscienza divina presso i popoli<br />

uralo-altaici e siberiani; già nell’agosto 1929 a Berlino Pettazzoni ha tratto appunti da alcune<br />

pubblicazioni sull’argomento; altri ne trae nel settembre 1935; ma durante tutti gli anni<br />

Trenta egli trascrive passi, annota appunti e indicazioni bibliografiche in un centinaio di carte<br />

di varie dimensioni che distribuisce in quattro carpette: 1. Ugro-finnici; 2. Samoiedi; 3.<br />

Altaici-Koriaki; 4. Considerazioni generali. Un gruppo di schede, prevalentemente degli<br />

anni Quaranta, non reca alcuna indicazione.<br />

Dei predetti materiali forniamo una sommaria descrizione.<br />

Il nostro storico delle religioni in alcuni fogli protocollo trascrive passi e trae appunti da:<br />

J. Szinnyci, Die Herkunft den Ungarn, ihre Sprache und Urkultur, Berlin-Leipzig, 1923 (2<br />

facc.); U. Holmberg, Die Religion der Tcheremissen, Helsinki, 1926 (4 facc. e qualche scheda),<br />

e Finno Ugrian, Siberian in The Mythology of all Races (4 facc.); K.F. Karjalainen, Die<br />

Religion der Jugra-Völker, Helsinki, 1921-1922 (16 facc.); M.A. Czaplicka, Aboriginal<br />

Siberia, Oxford, 1914 (12 facc.).<br />

In schede e carte prevalentemente formato mezzo protocollo egli trascrive passi o trae<br />

appunti dagli scritti di altri autori: Castrén, Mainhof, Munckácsi, Büchner, Donner, Schmidt,<br />

Kunike, Jochelson, Radloff e altri; Angelo Brelich gli fornisce notizie sul seppellimento col<br />

cavallo nei cimiteri avarici (4 facc. formato protocollo).<br />

Non recano data i manoscritti (in fogli protocollo) delle varie redazioni; riteniamo che<br />

Pettazzoni elabori i materiali tra il <strong>1937</strong> e il 1938; nell’apposito fascicolo (“Uralici. Altaici.<br />

Samoiedi. Primo abbozzo e manoscritto definitivo”) si trovano: 34 cc. variamente numerate<br />

o n.n., evidentemente malecopie o primi abbozzi dei vari paragrafi (Mordvini, Voguli e<br />

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