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MARIO GANDINI RAFFAELE PETTAZZONI NEGLI ANNI 1937 ...

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Pettazzoni 6-11-2007 8:57 Pagina 87<br />

demico Francesco Orestano.<br />

Domenica 11 aprile si tiene un’adunanza generale segreta, alla quale anche Pettazzoni è<br />

presente; si discute tra l’altro sull’assegnazione dei Premi Mussolini del Corriere della sera<br />

per l’anno <strong>1937</strong>; udite le relazioni di Nallino, Parravano, Panzini e Giovannoni, l’assemblea<br />

approva le relative designazioni fatte dalle singole classi: Carlo Conti Rossini, Giambattista<br />

Bonino, Antonio Baldini e Gino Chierici; previa discussione, vengono approvate le proposte<br />

formulate dalle quattro classi per l’assegnazione degli encomi, dei premi, delle segnalazioni<br />

e delle sovvenzioni; l’assemblea continua poi i lavori per la designazione dei nomi da proporre<br />

al capo del governo quali nuovi accademici.<br />

Come in altre occasioni, Pettazzoni si affretta a comunicare a qualche aspirante la buona<br />

notizia dell’assegnazione di un premio: in questo caso, per esempio, a Carlo Conti Rossini,<br />

a Oddone Assirelli, a Valentino Papesso, a Fausto Maria Bongioanni; deve invece rattristare<br />

Ettore Bignone, il quale non ha ottenuto alcun riconoscimento per i suoi due poderosi volumi<br />

L’Aristotele perduto e la formazione filosofica di Epicuro, Firenze, 1936, un’opera che,<br />

come ha scritto Rodolfo Mondolfo a conclusione dell’articolo Aristotele ed Epicuro, La<br />

Nuova Italia, 7 (1936), 273-279, “apre vedute nuove su campi finora mal noti e in parte del<br />

tutto inesplorati”.<br />

Trascriviamo la risposta del Bignone:<br />

Illustre Signore, 14.IV. [<strong>1937</strong>]<br />

Grazie della Sua premura gentile. Io permango nella mia serenità e m’appassiono sempre più fermamente al<br />

mio lavoro. Ma mi rincresce per la giustizia astratta che si sia tenuto così poco conto di un’opera che ha ormai un<br />

riconoscimento mondiale e che si esercita in campi così diversi eppure connessi da intima affinità. È vero che non<br />

tutti sono studiosi del Suo valore e della Sua nobiltà spirituale.<br />

Ad ogni modo in quest’anno esciranno un mio volume di Saggi sul pensiero antico, tutto il Sofocle, e sarà finito<br />

dell’altro.<br />

Se Ella potrà giovare al riconoscimento del giusto Le sarò grato.<br />

Mi è caro ad ogni modo che Ella mi comprenda e che mi legga. Ché questo, in un altro mondo in cui non vi<br />

fossero certe distinzioni, dovrebbe bastare.<br />

Con affetto mi creda Ettore Bignone<br />

Nell’aprile 1938 il Bignone riceverà soddisfazione: gli sarà assegnato il Premio<br />

Mussolini...<br />

Mercoledì 21 aprile, alle ore 11, alla presenza del re imperatore, del ministro Bottai e dei<br />

rappresentanti delle alte istituzioni e cariche dello Stato, l’Accademia d’Italia si riunisce<br />

nella sala degli Orazi e Curiazi in Campidoglio in adunanza generale pubblica per il solenne<br />

conferimento dei Premi Mussolini e degli encomi, segnalazioni, premi e sovvenzioni per<br />

l’anno <strong>1937</strong>; Pettazzoni è tra gli accademici presenti.<br />

Nel discorso di apertura il presidente Marconi ricorda che in questi giorni si compiono<br />

dieci anni di vita della Carta del Lavoro, “documento morale e legislativo così originale e<br />

organico che può essere vittoriosamente contrapposto a tutte le iniziative e le esperienze<br />

sociali dell’inquieto mondo contemporaneo”; Nallino, Parravano, Panzini, Giovannoni leggono<br />

poi le loro relazioni sui premi delle rispettive classi a Conti Rossini, Bonino, Baldini e<br />

Chierici; infine Formichi, in assenza dell’autore, legge la relazione di Luzio sui premi d’incoraggiamento.<br />

Dalla puntuale e nello stesso tempo estrosa relazione del Luzio apprendiamo che alla<br />

montagna cartacea riversata sull’Accademia non senza pericolo per la Farnesina è stato destinato<br />

un apposito edificio “che tollera paziente tanta mole di incontinente grafomania”; “le<br />

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