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MARIO GANDINI RAFFAELE PETTAZZONI NEGLI ANNI 1937 ...

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Pettazzoni 6-11-2007 8:57 Pagina 141<br />

gnamenti delle Facoltà di Genova, Napoli, Palermo e Catania”; aggiunge che c’è ancora<br />

molto da fare, se guardiamo ad altri paesi dove gli studi religiosi hanno una più larga risonanza<br />

nella vita nazionale; ricorda la soppressione delle facoltà di teologia nel Regno d’Italia<br />

(1873), il fervore di ricerche, anche in Italia, determinato da grandi scoperte dell’orientalistica,<br />

le difficoltà che hanno ritardato l’ammissione della Storia delle religioni nel nostro<br />

insegnamento universitario; osserva che, disperso lo spirito agnostico del laicismo, “lo stato<br />

totalitario provvede all’incremento degli studi religiosi secondo le necessità della cultura<br />

nazionale” e che “dal canto suo la storia delle religioni, per la congenita consapevolezza del<br />

valore della religione nella vita dei popoli, è particolarmente sensibile alle esigenze dello spirito<br />

nazionale”; a questo proposito ricorda che l’ARW, un periodico strettamente tecnico,<br />

rigorosamente filologico, due anni fa ha assunto un nuovo orientamento conforme al mutato<br />

clima spirituale della nuova Germania; conclude con l’auspicio di una storia religiosa<br />

d’Italia:<br />

Senza essere una nazione pluriconfessionale e senza essere travagliata da una crisi religiosa come quella che<br />

agita oggi il popolo tedesco, l’Italia ha pure un suo intimo interesse per una «storia della religione in Italia». La continuità<br />

dell’Impero Romano nella Chiesa Romana è uno dei grandi assi cui si può coordinare e riferire la storia religiosa<br />

universale. In alto, in cima a tutti pensieri, sta l’opera massima, cui dovrebbero por mano «e cielo e terra»,<br />

voglio dire la storia religiosa d’Italia.<br />

Nell’ultima settimana del febbraio 1938 il manoscritto viene mandato in tipografia; e<br />

intanto l’autore, per uniformare l’articolo agli altri contributi di carattere affine, prepara una<br />

bibliografia essenziale; all’inizio della primavera esce il fascicolo della rivista recante anche<br />

l’articolo Gli studi storico-religiosi in Italia, Civiltà fascista. Organo dell’Istituto nazionale<br />

di cultura fascista, a. V (1938), 194-197 (è nel n. 3, del marzo): l’autore riceve un certo<br />

numero di estratti con apposita copertina e frontespizio, stampati dalle Arti Grafiche Aldo<br />

Chicca di Tivoli, pp. 6.<br />

Il periodico sopra citato ha ormai una lunga storia: nasce nel 1923 con il titolo La nuova<br />

politica liberale. Rivista bimestrale di studi politici con collaboratori fondatori Giovanni<br />

Gentile, Antonio Anzilotti, Benedetto Croce, Giuseppe Lombardo Radice, Gioacchino Volpe;<br />

col marzo 1925 cambia il titolo in L’educazione politica per eliminare l’epiteto liberale; col<br />

fascicolo del giugno-luglio 1925 diventa l’organo dell’Istituto nazionale fascista di cultura<br />

alle dipendenze del PNF sotto la presidenza del Gentile; dal gennaio 1927 al dicembre 1933<br />

esce col titolo Educazione fascista, voluto da Mussolini; nel gennaio 1934 è sostituito dalla<br />

rivista mensile Civiltà fascista. Organo dell’Istituto nazionale di cultura fascista, che continuerà<br />

ad uscire fino al maggio 1944 ( 29 bis ).<br />

Pettazzoni tornerà sull’argomento, e precisamente sulla Scuola romana, con l’articolo La<br />

Scuola di studi storico-religiosi della R. Università di Roma, Gli Annali della Università<br />

d’Italia, 3 (1941-42) 125-130; ma anche, con qualche cenno, in altri scritti successivi, per<br />

esempio nella nota Il VII Congresso internazionale di storia delle religioni ad Amsterdam, Il<br />

Giornale dell’Università, 1, 1-2 (15 gennaio-15 febbraio 1951), 36-37, e precisamente 37, e<br />

nella Prefazione al volume L’onniscienza di Dio, Torino, 1955, IX-XIII, e precisamente IX-<br />

X.<br />

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