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MARIO GANDINI RAFFAELE PETTAZZONI NEGLI ANNI 1937 ...

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Pettazzoni 6-11-2007 8:56 Pagina 61<br />

Rudki e a Leopoli (dove ha fatto gli studi ginnasiali) fino a quando si è trasferito in Italia per iscriversi all’università<br />

a Firenze. Non si può quindi parlare di una serie di spostamenti fino al suo arrivo in Italia. Penso che la necrologia<br />

si riferisse piuttosto al suo tragitto Polonia - Italia - Inghilterra.<br />

Giustamente Lei scrive che mio padre ha studiato filosofia a Firenze e contemporaneamente ha seguito un corso<br />

di studi rabbinici. Questo però sempre a Firenze, e non, come dice Lei, a Roma. Nel 1899, la sede del Collegio<br />

Rabbinico Italiano fu trasferita da Roma a Firenze sotto la guida del famoso rabbino (anche lui di origine galiziana),<br />

Shemuel Zevì Margulies. Il collegio rimase a Firenze fino al 1934 anno in cui tornò a Roma dove l’allora direttore,<br />

Umberto Cassuto, aveva avuto la cattedra universitaria.<br />

È sempre difficile trovare una nomenclatura equipollente per i titoli dei docenti universitari, ma penso che in<br />

italiano ‘docente’ sia la migliore traduzione di ‘lecturer’. Infine, l’insegnamento di filosofia che mio padre ebbe a<br />

Londra era presso il Leo Baeck College, il collegio rabbinico del movimento progressista. Penso sia meglio aggiungere<br />

questo particolare perchè senza la precisazione sembra che si tratti di un incarico all’Università di Londra.<br />

In Pettazzoni 1935-1936, 130, c’è da aggiungere che nella 4.a App. dell’EI, 3, 1981, sotto<br />

la voce Religioni (storia delle), 202-209, Alfonso M. di Nola dedica a Pettazzoni oltre mezza<br />

colonna della p. 208.<br />

In Pettazzoni 1935-1936, 153-154, alle recensioni a La confessione dei peccati è da<br />

aggiungere la nota bibliografica di p.b. [Paolo Brezzi?], Confessione, Religio. Rivista di<br />

studi religiosi diretta da Ernesto Buonaiuti, 11 (1935), 268 (la rivista è la continuazione di<br />

Ricerche religiose): l’autore segnala la “minutissima e diligentissima rassegna”, il primo<br />

volume della quale “ha riscosso, cinque anni fa, un largo plauso nel mondo storico-critico”<br />

e, indicato in poche righe il contenuto del 2° volume e anche del 3° (preannunciato), afferma<br />

che “i risultati generali cui il Pettazzoni viene arrivando attraverso questa sua imponente<br />

esplorazione etnografico-religiosa sono di imponente rilievo”; fa seguire alcune osservazioni<br />

particolari.<br />

In Pettazzoni 1935-1936, 261, n. 23, è da aggiungere che del volume della Nichtweiss c’è<br />

una seconda edizione (1994) e che la stessa studiosa ha curato la pubblicazione degli atti di<br />

un Symposium dedicato al Peterson: Von Ende der Zeit. Geschichtstheologie und<br />

Eschatologie bei Erik Peterson. Symposium Mainz 2000, Münster, 2001; tra i sedici contributi<br />

segnaliamo quello di G. Caronello, Zur Rezeption Erik Petersons in Italien.<br />

Beobachtungen zu Integrationsversuchen und zur Wirkungsgeschichte, 275-330 (ivi, a p.<br />

289, un cenno sui corsi liberi di Storia del cristianesimo affidati al Peterson dietro proposta<br />

di Pettazzoni, e a p. 327 un cenno sulla collaborazione del Peterson agli SMSR): dello stesso<br />

Carosello è un altro contributo: “Perché un concetto così ambiguo”. La critica del monoteismo<br />

nel primo Peterson (1916-1930), nella raccolta di scritti di vari autori Il Dio mortale.<br />

Teologie politiche tra antico e contemporaneo a cura di P. Bettiolo e G. Filoramo, Brescia,<br />

2002, 349-396.<br />

In Pettazzoni 1935-1936, 266, n. 53, abbiamo fornito alcune indicazioni bibliografiche<br />

sul C.I.S.A. e su Pietro Gorgolini; su quest’ultimo si può vedere ora la voce di A. D’Orsi nel<br />

DBI, 58, 2002, 18-21 (con notevole bibliografia).<br />

Nella stessa puntata, 267-268, n. 62 (sul colonialismo italiano) è da aggiungere il recente<br />

ampio ed importante volume di N. Labanca, Oltremare. Storia dell’espansione coloniale<br />

italiana, Bologna, 2002, “una storia generale con tutti i crismi, che riesce a fondere un quadro<br />

esauriente e organico degli avvenimenti con una serie di ampliamenti tematici aggiornati”<br />

(così G. Rochat, Un quadro dell’imperialismo italiano. Errori africani, L’Indice dei libri<br />

del mese, 20, 2 (febbraio 2003), 22); vi si trovano, tra l’altro, un’esauriente rassegna storiografica<br />

degli ultimi cinquant’anni e settanta pagine finali di riferimenti bibliografici.<br />

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