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MARIO GANDINI RAFFAELE PETTAZZONI NEGLI ANNI 1937 ...

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Pettazzoni 6-11-2007 8:57 Pagina 70<br />

Raffaele Pettazzoni<br />

L’Etnologia come scienza storica<br />

Prolusione al corso di Etnologia nell’Università di Roma (20 gennaio <strong>1937</strong>)<br />

Nel 1934 si festeggiarono gli ottant’anni di un illustre scienziato inglese, Giacomo Giorgio Frazer.<br />

Nel volume che si pubblicò, come si usa, in quell’occasione, sono elencati i nomi degli aderenti. Fra<br />

essi sono due italiani; uno non conta; l’altro conta per tutti: Mussolini.<br />

Mussolini rendeva omaggio a Frazer. La scienza coltivata dal Frazer, gli inglesi la chiamano “antropologia”.<br />

Noi in Italia la chiamiamo “etnologia”: è la scienza di cui oggi per benevola designazione dei<br />

colleghi, per incarico affidatomi dal Rettore Magnifico, con l’approvazione di Sua Eccellenza il<br />

Ministro, io ho l’onore di inaugurare l’insegnamento.<br />

Infatti l’etnologia come tale e come disciplina a sé non fu mai prima d’ora professata ufficialmente<br />

nella nostra Università, sebbene la materia etnografica od etnologica sia stata implicitamente od<br />

esplicitamente presente nell’insegnamento della Paletnologia e in quello dell’Antropologia — discipline<br />

i cui primi Maestri nel nostro Ateneo, Luigi Pigorini e Giuseppe Sergi, mi è caro qui ricordare, anche<br />

perché con loro io ebbi consuetudine quasi quotidiana negli anni in cui si venne compiendo la mia formazione<br />

intellettuale, e si allargò l’orizzonte dei miei interessi scientifici.<br />

Scienza dei popoli, l’Etnologia, come dice il nome. Anche l’Antropologia studia l’uomo negli<br />

aggregati umani, che sono — per essa— le razze. Ma le razze non coincidono necessariamente con le<br />

tribù o i popoli o le nazioni, che sono gli aggregati studiati dall’Etnologia. E se, eventualmente, coincidono<br />

e rappresentano la medesima umanità, 1a rappresentano tuttavia sotto aspetti diversi; ché altro<br />

è l’uomo fisico, l’uomo che è corpo, scheletro, pelle, capelli, ecc., altro l’uomo che è lingua, tecnica,<br />

arte, religione, in una parola pensiero,— e a studiare questi aspetti diversi occorrono occhi diversi.<br />

Onde anche in Inghilterra si distingue l’antropologia fisica, come storia naturale dell’uomo, dall’antropologia<br />

mentale o sociale o culturale, o come altrimenti si voglia dire: ché il nome conta poco: ciò<br />

che importa è il fatto; cioè, che l’Etnologia si è ormai distaccata dell’Antropologia, e pur restandole<br />

naturalmente associata nello studio integrale dell’uomo, si è affermata come scienza autonoma,—non<br />

solo e non tanto per la necessità pratica di una progressiva divisione e specializzazione del lavoro,<br />

quanto per l’acquisita e approfondita consapevolezza della diversità del proprio oggetto, ch’è, sì, sempre<br />

l’uomo, ma l’uomo della storia, non l’uomo nella natura.<br />

Scienza — l’etnologia — di origini avventurose, fiorita lungo le vie dell’ardimento umano, sul<br />

solco delle carovane di Marco Polo, dietro la scia delle caravelle di Colombo. Guerrieri e mercanti, pionieri<br />

e coloni, pellegrini, missionari e crociati, esploratori e circumnavigatori, tutti innamorati del vivere<br />

pericoloso, tutti affascinati dal mistero dell’ignoto: questi furono i primi maestri della nuova scienza<br />

non nata ancora; ciò ch’essi videro con occbi attoniti in terre inesplorate, fra genti sconosciute, fu la<br />

prima materia etnografica.<br />

Prima che la scienza, fiorì il mito e la leggenda intorno alle scoperte dei nuovi Argonauti. Come<br />

l’Antichità aveva favoleggiato degli Iperborei e dei Lestrigoni e di altri popoli strani, l’età moderna<br />

sentì parlare di Amazoni e di Acefali e di altri esseri mostruosi. Con questa differenza, che nel mondo<br />

antico da Ecateo ed Erodoto fino a Tacito e Plinio, ed oltre, era prevalsa la tendenza a idealizzare<br />

1’umanità esotica, — ora invece prevalse la tendenza opposta, e gli indigeni furono disprezzati e vituperati<br />

come esseri vilissimi, e perfino abbassati sotto il livello della umanità, come bruti o come creature<br />

del Demonio,— che fu una giustificazione implicita delle loro stragi e massacri compiuti dai<br />

Conquistadores, e in genere del trattamento davvero inumano da parte degli Europei. Non per nulla<br />

Papa Paolo III sentì il bisogno di affermare, in una bolla del 1537, che gli abitanti delle Americhe erano<br />

uomini: veros homines fidei catholicae et sacramentorum capaces.<br />

La scienza, nel senso proprio della parola, sorse dopo, quando dalla raccolta occasionale delle notizie<br />

e delle curiosità etnografiche si passò all’ordinamento, alla sistemazione, alla comparazione. Quel<br />

primo momento corrisponde all’epoca delle grandi scoperte geografiche; questo secondo al successivo<br />

periodo di formazione ed organizzazione dei dominii coloniali delle varie nazioni europee. Quando il<br />

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