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MARIO GANDINI RAFFAELE PETTAZZONI NEGLI ANNI 1937 ...

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Pettazzoni 6-11-2007 8:57 Pagina 217<br />

Scienze di Berlino.<br />

Per completezza ricordiamo anche la nota autobiografica Raffaele Pettazzoni, Annuario<br />

della Reale Accademia d’Italia, VII-VIII-IX (1934-<strong>1937</strong>), 217-218 (alla fine: Pubblicazioni<br />

del 1934, 1935, 1936, <strong>1937</strong>).<br />

Alcuni giudizi del 1938<br />

Nel primo semestre dell’anno Pettazzoni può vedere una breve recensione del terzo volume<br />

de La confessione dei peccati in The Journal of the Royal Asiatic Society of Great Britain<br />

and Ireland, First quarter-Januar 1938, 93; il recensore, l’islamista Arthur Stanley Tritton,<br />

esposto il contenuto del libro, esprime un giudizio positivo: “The book is well written and it<br />

is easy to control the author’s statements if one has a big library” (Il libro è scritto bene ed è<br />

facile controllare le citazioni dell’autore se si ha a disposizione un’ampia biblioteca).<br />

Negli ultimi mesi del 1938 vengono pubblicate due tardive recensioni a La confessione<br />

dei peccati e alcuni altri giudizi sull’attività scientifica del nostro storico delle religioni.<br />

Rudolf Franz Merkel, Religionsgeschichtliche Studien in Italien, Geistige Arbeit. Zeitung<br />

aus der wissenschaftlichen Welt, 5, 17 (5. September 1938), 4, espone il contenuto dell’articolo<br />

di Pettazzoni, Gli studi storico-religiosi in Italia, Civiltà fascista, 5 (1938), 194-197, e<br />

aggiunge alcune notizie sugli SMSR pubblicati dalla sehr einflussreiche (molto influente)<br />

Scuola di studi storico-religiosi dell’Università di Roma, sulle vorzügliche Monographien<br />

(eccellenti monografie) della collezione “Storia delle religioni” e sulle wichtingsten religiösen<br />

Urkunden (importantissimi documenti religiosi) di “Testi e documenti per la storia delle<br />

religioni”.<br />

Quattro anni dopo la prima edizione italiana, nella collezione “Fides” della Morcelliana<br />

ricompare il Manuale di storia comparata delle religioni del Rev. Padre Dott. Guglielmo<br />

Schmidt S.V.D., Direttore del Pontificio Museo Miss.rio Etnologico Lateranense, Professore<br />

all’Università di Vienna. Traduzione del Dott. Giuseppe Bugatto. II Edizione riveduta ed<br />

aumentata, Brescia, 1938: le 519 pp. del 1934 diventano 524, ma sembra che la revisione e<br />

le aggiunte siano presso che nulle; sono invariate le dieci righe dedicate a L’Essere celeste a<br />

p.275 e la sezione quarta del cap. XIII con i paragrafi riguardanti la teoria pettazzoniana sul<br />

dio del cielo e la relativa critica, 342-349 (cfr. Pettazzoni 1934-1935, 106-108).<br />

Giovanni Costa nella rassegna Studi su Roma dalla preistoria al basso impero, Nuova<br />

rivista storica, 22 (1938), 395-415 (nel fasc.V-VI, del settembre-dicembre), esamina,<br />

403-406, il volume Augustus. Studi in occasione del Bimillenario augusteo, Roma, 1938, e<br />

dedica una dozzina di righe, 404-405, al contributo La religione di Pettazzoni:<br />

Il Pettazzoni espone schematicamente lo stato della religione sotto il regime augusteo, il carattere politico, e<br />

non certo di elevazione religiosa, delle sue riforme o innovazioni, la conciliazione dello spirito e delle forme antiche<br />

con le novità, l’adattamento romano di tutta l’opera religiosa. Mentre mi persuade la connessione tra il titolo di<br />

Augustus e l’auctoritas, non mi pare felice la conclusione del P. sulla trasformazione romana del conflitto occidente-oriente<br />

e su ciò che di romano sopravvisse in R. al crollar dell’impero e con l’assurgere del Cristianesimo (p. 242<br />

sgg.). Credo che il cattolicesimo sia totalmente e prettamente romano: ma non est hic locus… Inutile dire che la sua<br />

citazione dell’iscrizione mitriaca di Diocleziano e colleghi, collocati a riposo, non è affatto probatoria dell’orientalismo<br />

imperiale di quel sovrano e le ragioni le ho dette nel volume che il P. poteva citare tra la copiosa bibliografia<br />

straniera posta in calce al suo saggio, se non altro per aumentare il ristrettissimo numero degli studi italiani ricordati<br />

(6 in tutto, di cui 2 del P. stesso!).<br />

Edouard Dhorme dedica oltre due pagine della RHR, 59, 118 (juillet-décembre 1938),<br />

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