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MARIO GANDINI RAFFAELE PETTAZZONI NEGLI ANNI 1937 ...

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Pettazzoni 6-11-2007 8:57 Pagina 97<br />

Facciamo seguire una descrizione sommaria dei primi manoscritti avvertendo che non è<br />

possibile stabilire il numero delle redazioni.<br />

“Malecopie Italici” è segnato a matita rossa sul primo foglio di un manoscritto di 13 cc.<br />

n.n., delle quali 2 dedicate a Tinia, 2 a Culsans, 1 a Jupiter, 8 a Giano; quest’ultimo paragrafo<br />

non ha titolo, come non lo ha un altro manoscritto di 14 cc. numerate da 1 a 13 (c’è<br />

due volte 6, manca la 8, ma è inserita una carta n.n.): è tutto dedicato a Janus.<br />

Da un appunto annotato su un foglietto apprendiamo che nell’aprile 1938 vengono rifatti<br />

i paragrafi Janus, Spetur (questo è anzi soppresso come paragrafo a sé), Conclusioni e problemi;<br />

l’ultimo manoscritto è costituito da 19 cc. variamente numerate (in parte, originariamente,<br />

carte di precedenti redazioni); come si evince dalle indicazioni dei paragrafi, è mutilo:<br />

a) Jupiter-Spetur, b) Janus, f) Conclusioni e problemi (le carte delle note sono allegate a<br />

quelle dei singoli paragrafi).<br />

Non è conservata copia del dattiloscritto inviato al Rose: in esso, com’è indicato in un<br />

frammento della relativa camicia, la materia è così distribuita: “a. Jupiter, b) Janus (nuovo<br />

manoscritto), c. Tinia, (d. Spetur) in corpo minore (nuovo manoscritto)”.<br />

Come si evince dai testi e dalle note, l’attenzione di Pettazzoni è rivolta soprattutto alla<br />

religione romana, e in particolare al dio Giano, la cui onniveggenza è in funzione del suo<br />

bifrontismo: le due facce gli consentono di vedere davanti e di dietro, idealmente in tutte le<br />

direzioni; il nostro storico delle religioni si sofferma a lungo su alcune questioni circa l’originaria<br />

natura del nume come dio solare, come “dio del cominciamento”, la sua priorità temporale,<br />

l’associazione di Giano con la luna...<br />

Nel marzo-aprile 1940 sarà rifatto il paragrato Janus e, almeno in parte, verranno modificati<br />

anche gli altri paragrafi; un altro rifacimento si avrà nel 1952.<br />

Ancora negli anni Cinquanta Pettazzoni tornerà sulla figura di Giano con l’articolo Per<br />

l’iconografia di Giano, Studi etruschi, 24 (1955-1956), 79-90.<br />

All’inizio dell’estate <strong>1937</strong><br />

Pettazzoni, forse in giugno, forse nei primi giorni del luglio <strong>1937</strong>, trova il tempo di<br />

accontentare Ada Maviglia, laureatasi a Roma con la tesi Gli attributi dei sostegni nella statuaria<br />

antica e autrice tra l’altro del volume L’attività artistica di Lisippo ricostruita su<br />

nuove basi, Roma, 1914, la quale Maviglia, uscendo dal campo della statuaria greca, gli ha<br />

presentato una memoria dal titolo I documenti figurati del Mitraismo che desidererebbe pubblicare<br />

negli SMSR. Egli legge attentamente il manoscritto annotando le sue osservazioni in<br />

4 cc. numerate di media dimensione; in testa alla prima scrive: Contro la storia d. arte in<br />

confr. con la storia d. religioni. Contro la base filologica! A giudicare dai molti punti esclamativi<br />

che costellano le carte e da una lettera dell’autrice in data 13 luglio, il giudizio non è<br />

positivo: “Perciò mi è rincresciuto l’esser stata messa fra quelli che presentano ipotesi infondate…”<br />

scrive la Maviglia; la quale nella primavera 1941 presenterà un altro lavoro al concorso<br />

per il premio reale di archeologia e storia dell’arte presso l’Accademia d’Italia (un saggio<br />

inedito di interpretazione simbolico-religiosa sull’Ara Pacis Augustae), e all’inizio degli<br />

anni Cinquanta ad un concorso dell’Accademia dei Lincei alcuni capitoli di una Storia universale<br />

scritta su documenti ineccepibili che Pettazzoni, relatore, giudicherà frutto “in massima<br />

parte di arbitrarie interpretazioni di fatti e di monumenti in base a teorie inconsistenti<br />

espresse in tono pretenzioso e in linguaggio confuso”.<br />

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