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MARIO GANDINI RAFFAELE PETTAZZONI NEGLI ANNI 1937 ...

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Pettazzoni 6-11-2007 8:57 Pagina 116<br />

Sulla religione di Augusto (autunno <strong>1937</strong>)<br />

Abbiamo già avuto occasione di accennare al culto della romanità esaltato dal regime<br />

fascista, il quale ha la fortuna di celebrare negli anni Trenta ben tre bimillenari: il virgiliano<br />

(1930), l’oraziano (1935), l’augusteo (<strong>1937</strong>); quest’ultimo viene a cadere dopo la conquista<br />

dell’Etiopia e perciò si presta più degli altri a valorizzare le pretese analogie tra l’antico<br />

impero romano e il nuovo impero fascista.<br />

Tra le molte iniziative che vengono promosse ci limitiamo a ricordare la Mostra augustea<br />

della romanità, della quale s’è cominciato a parlare nei primi anni Trenta; la direzione generale<br />

è affidata a Giulio Quirino Giglioli, il quale periodicamente presenta una relazione al<br />

duce sui lavori che si vanno compiendo; su detti lavori si veda, per esempio, Verso il bimillenario<br />

di Augusto. Da tutta Italia e dalle antiche province dell’Impero giungono alla Mostra<br />

Augustea le testimonianze della vita, dell’arte, della civiltà di Roma, Il Giornale d’Italia, 16<br />

marzo 1935, 3, e Roma e le province dell’Impero alla Mostra Augustea della Romanità, ibidem,<br />

19 luglio 1935, 3-4 ( 20 ).<br />

Nello stesso periodo si aggiorna la Mostra della rivoluzione fascista del 1932 per riaprirla<br />

in contemporanea con quella augustea.<br />

All’inizio dell’estate <strong>1937</strong> il Consiglio di presidenza dell’Accademia nazionale dei<br />

Lincei decide di concorrere alle prossime celebrazioni augustee con un volume che illustri,<br />

con organiche monografie, la figura e tutta la complessa opera del grande imperatore; un’apposita<br />

commissione procede a una prima ripartizione della materia (introduzione storica,<br />

costituzione dell’Impero, amministrazione, ordinamenti militari, legislazione, giurisprudenza,<br />

letteratura, religione, arte, numismatica, opere pubbliche); la commissione unanime decide<br />

di affidare a Pettazzoni la redazione della parte riguardante la religione; ne dà comunicazione<br />

all’interessato il presidente Vittorio Rossi con lettera del 20 luglio: il lavoro, che non<br />

dovrebbe superare lo spazio di una cinquantina di pagine a stampa, pur redatto su basi strettamente<br />

scientifiche, dovrebbe prestarsi alla divulgazione fra le persone colte in genere; le<br />

note e ogni altro apparato critico dovrebbero essere ridotti all’essenziale.<br />

Il nostro storico delle religioni accetta l’incarico; si metterà al lavoro -scrive nella risposta-<br />

in settembre, al suo ritorno a Roma.<br />

Il 23 settembre <strong>1937</strong> viene solennemente inaugurata la Mostra Augustea; è molto probabile<br />

che Pettazzoni non partecipi alla cerimonia e che non perda neppure tempo a leggerne<br />

la cronaca nei giornali limitandosi a dare un’occhiata ai titoli: Bimillenario di Augusto<br />

nell’Italia imperiale. Il Duce inaugura la Mostra della Romanità e riapre la Mostra della<br />

Rivoluzione, Il Giornale d’Italia, 24 settembre <strong>1937</strong>, 1; La Civiltà di Roma da Augusto a<br />

Mussolini nelle due palpitanti documentazioni storiche, ibidem, 3.<br />

Egli va un giorno a visitare la Mostra o almeno alcune sale della grande esposizione collocata<br />

in un palazzo di Via Nazionale completamente restaurato; ha con sé una ristampa<br />

aggiornata della prima edizione del catalogo (Mostra Augustea della Romanità, Roma, <strong>1937</strong>:<br />

è un volume di 794 pp. con 80 tavv.f.t.) e una Pianta generale; a lui interessa soprattutto la<br />

sezione dedicata alla religione, sezione distribuita in sei ambienti del secondo piano (ha collaborato<br />

alla preparazione scientifica per questa parte Nicola Turchi); egli si sofferma in particolare<br />

nella sala VI che raccoglie documentazione sui culti nelle varie provincie; le sottolineature<br />

e le annotazioni nel catalogo ci attestano quali sono gli oggetti e le materie che attirano<br />

in particolare la sua attenzione: per esempio, le divinità dei paesi celtici e germanici<br />

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