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MARIO GANDINI RAFFAELE PETTAZZONI NEGLI ANNI 1937 ...

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Pettazzoni 6-11-2007 8:57 Pagina 161<br />

Mussolini, nel pomeriggio l’elenco degli encomi, dei premi d’incoraggiamento e delle sovvenzioni<br />

da sottoporre all’adunanza generale.<br />

Questa si tiene domenica 3 aprile, presente anche Pettazzoni, sotto la presidenza di<br />

Federzoni, mentre funge da segretario il cancelliere Pellati succeduto al Marpicati: il presidente<br />

afferma “il proposito di porre al servizio del sommo istituto culturale della nazione<br />

tutta la sua fede e la sua buona volontà”, rivolge un pensiero ai camerati scomparsi, anzitutto<br />

a Gabriele d’Annunzio, poi ad Angiolo Silvio Novaro (è da notare che Federzoni, anziché<br />

accademici, chiama i colleghi camerati); dopo alcune comunicazioni del presidente, si passa<br />

alla discussione e alla votazione per i Premi Mussolini, i quali risultano assegnati a Franco<br />

Savorgnan, Franco Rasetti, Ettore Bignone, Angelo Zanelli; segue la discussione e l’approvazione<br />

degli encomi ecc.; esaurito l’ordine del giorno e chiusa la riunione, il presidente fa<br />

entrare in sala il prof. Ishimoto e gli altri membri della delegazione giapponese incaricata di<br />

portare il messaggio di saluto dell’Imperiale Accademia di Tokyo in risposta al messaggio<br />

portato da Tucci all’Accademia giapponese nel marzo 1936.<br />

Giovedì 21 aprile Pettazzoni, alle ore 11, è presente all’adunanza generale pubblica<br />

solenne che si tiene nella sala degli Orazi e dei Curiazi del Palazzo dei Conservatori in<br />

Campidoglio, alla presenza del re imperatore e delle alte cariche dello Stato, per la commemorazione<br />

di d’Annunzio e per il conferimento dei Premi Mussolini, degli encomi ecc.<br />

Dopo che il presidente ha letto il discorso commemorativo, vengono lette le relazioni per<br />

i premi Mussolini e le motivazioni degli encomi; alle ore 12 la seduta è tolta.<br />

Il cancelliere conte Francesco Pellati, archeologo, avrà frequenti rapporti con Pettazzoni<br />

per ragioni d’ufficio; ma nascerà anche un rapporto di amicizia ( 49 ).<br />

Angelo Brelich di nuovo a Roma (primavera 1938)<br />

Nella primavera 1938, grazie ad una borsa di studio del Ministero italiano dell’educazione<br />

nazionale, Angelo Brelich torna a Roma; parte dall’Ungheria il 1° aprile con l’intenzione<br />

di “mettere radici in Italia” pur essendo “tutt’altro che sicuro di non dover ripetere la stessa<br />

esperienza” del 1936; sopravvive “ai primi mesi critici” del nuovo soggiorno romano grazie<br />

all’”assoluta prontezza di aiuto sia morale che materiale” che riceve da Ernesto Buonaiuti e<br />

dal suo circolo; riprende i contatti anche con Pettazzoni, il quale, insieme con Kerényi (sembra)<br />

nei primi giorni di giugno, esaurita la borsa di studio, riesce a farlo assumere quale ispettore<br />

per una campagna di scavi nella necropoli dell’lsola Sacra a Ostia sotto la direzione di<br />

Guido Calza (l’assunzione avviene, come scriverà il Brelich nell’autobiografia ( 50 ) “per<br />

interessamento di Kerényi”; ma è conservata la lettera di Guido Calza, il quale in data 14 giugno<br />

scrive a Pettazzoni “di aver potuto aderire al suo desiderio chiamando qui in Ostia per<br />

qualche tempo il dr. Brelich suo raccomandato...”).<br />

Il nostro storico delle religioni conosce da tempo Guido Calza (questi conclude la lettera<br />

sopra cit. con i suoi “saluti e ricordi più cordiali”); è probabile che l’abbia conosciuto già<br />

negli anni Dieci e ora lo incontra qualche volta in casa dei van Buren; il Calza dal 1912 si<br />

occupa degli scavi e della sistemazione di Ostia antica; dal febbraio 1938, volendosi, in vista<br />

dell’Esposizione Universale, creare una zona monumentale con lo scoprimento di tutto l’abitato<br />

ostiense, egli attende ad una sistematica campagna di scavi ( 51 ).<br />

Pettazzoni accoglierà nella rivista da lui diretta un breve articolo di Brelich: Trionfo e<br />

morte, SMSR, 14 (1938), 189-193 (è la trad.ital. del 3° capitolo di A Triumphator, Pécs,<br />

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