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MARIO GANDINI RAFFAELE PETTAZZONI NEGLI ANNI 1937 ...

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Pettazzoni 6-11-2007 8:57 Pagina 137<br />

ze, lettere ed arti in Padova, 53 (1936-37), 137-158 (sarà ristampata nel volume dello stesso<br />

autore L’esperienza dell’Assoluto ed altri saggi, Padova, 1939, 63-86).<br />

Nel dicembre <strong>1937</strong> Pettazzoni riceve in omaggio Le problème étrusque dell’amico<br />

Pericle Ducati (è uscito a Parigi con la data 1938); scorrendolo ha il piacere di leggere a. p.<br />

143 che a proposito della stele di Kaminia occorre considerare “ce qu’un éminent historien<br />

des religions, Raffaele Pettazzoni, observa dans un travail de jeunesse” (l’autore cita l’articolo<br />

Zerona del 1908); il suo nome ritorna a p. 157 a proposito dell’aruspicina: “Pettazzoni,<br />

avec sa perspicacité et sa prudence habituelles, observe qu’il y a haruspicine et haruspicine,<br />

mantique et mantique”; segue, 157-158, un passo tratto dall’articolo Elementi extra-italici<br />

nella divinazione etrusca, Studi etruschi, 1 (1927), 195-199, e precisamente 195.<br />

Giuseppe Furlani, il quale a suo tempo ha recensito i volumi II e III de La confessione<br />

dei peccati negli SMSR (v. Pettazzoni 1934-1935, 200, e 1935-1936, 225), scrive in una nota<br />

iniziale del suo contributo Sulla confessione dei peccati presso gli Hittiti nel volume<br />

Emlékkönyv Dr. Mahler Ede ... / Dissertationes in honorem Dr. Eduardi Mahler...,<br />

Budapestini, 144-150:<br />

Il Pettazzoni ha molto bene messa in luce nei suoi tre volumi dedicati alla storia della confessione dei peccati<br />

La confessione die peccati, Bologna 1929, 1935 e 1936, la concezione originaria, del tutto fisica, del peccato quale<br />

cosa impura che l’uomo deve cercare di espellere dal proprio corpo. Un modo di espellerla è appunto la confessione<br />

presso i popoli primitivi ed anche presso i civilizzati, poiché tale concezione si è mantenuta per lungo tempo in<br />

religioni di carattere spirituale.<br />

Il nome di Pettazzoni compare spesso non solo nelle pubblicazioni di argomento storico-religioso,<br />

ma anche in libri e articoli di storia antica, di folklore e scienze affini.<br />

Abbiamo avuto occasione di accennare, saltuariamente, a numerose manifestazioni di<br />

stima, di apprezzamento, di ammirazione nei confronti di Pettazzoni; tra esse le dediche sui<br />

libri inviati in omaggio; abbiamo ricordato in un capitolo precedente che Eugenio<br />

Giovannetti ha dedicato al nostro storico delle religioni il suo volume La religione di Cesare,<br />

Milano, <strong>1937</strong>; anche Kerényi gli dedica la terza edizione del volume Pythagoras und<br />

Orpheus. Präludien zu einer zukunftigen Geschichte der Orphik und des Pythagoreismus,<br />

Zürich, <strong>1937</strong> (“R. Pettazzoni D.D.D.”).<br />

A Pettazzoni si rivolgono anche direttori e redattori di periodici culturali per ottenerne<br />

l’ambita collaborazione (v., per esempio, Pettazzoni 1935-1936, 161-162 e 172-173); la sua<br />

autorevole presenza è ambita anche in vari comitati: per esempio, negli ultimi giorni del dicembre<br />

<strong>1937</strong> egli riceve un numero di Prospettive, una rivista “che ha lo scopo di dare una visione<br />

generale dei singoli problemi del nostro tempo, con monografie efficaci e istruttive”: così<br />

scrive il direttore Curzio Malaparte nella lettera del 20 dicembre con la quale invita il nostro<br />

storico delle religioni a far parte del Comitato, cui hanno già aderito Lucio d’Ambra, Lipparini,<br />

Marpicati, Debenedetti e Gotta, per un concorso che mira a diffondere in ogni casa l’amore per<br />

il libro; non risulta che Pettazzoni mandi la sua adesione, e allo stato attuale della nostra ricerca,<br />

non sappiamo se egli avrà in futuro rapporti col noto giornalista e scrittore ( 28 ).<br />

La lunga recensione del De Sanctis a La confessione dei peccati (fine <strong>1937</strong>)<br />

Gaetano De Sanctis, mantenendo la promessa fatta nel gennaio 1936, dedica al terzo<br />

volume de La confessione dei peccati una recensione di undici pagine nella Rivista di filologia<br />

e istruzione classica, 65=n.s. 15 (<strong>1937</strong>), 384-394 (è nel fasc. IV, che esce alla fine del<br />

<strong>1937</strong> o nelle prime settimane del 1938).<br />

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