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MARIO GANDINI RAFFAELE PETTAZZONI NEGLI ANNI 1937 ...

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Pettazzoni 6-11-2007 8:57 Pagina 169<br />

pubblicati tra il 1934 e il <strong>1937</strong> egli si è applicato anzitutto allo studio dell’origine, dello sviluppo<br />

e della successione delle umanità preistoriche che hanno popolato la penisola italiana<br />

durante il Pleistocene con particolare attenzione alle formazioni quaternarie costiere del litorale<br />

tirreno e adriatico; nel corso di vaste ricerche ha raccolto copiosi documenti e dati che<br />

recano un contributo di prim’ordine alla soluzione di complessi problemi scientifici; tra l’altro,<br />

insieme col Breuil, ha rinvenuto nel 1935 un secondo cranio di uomo neandertaliano a<br />

Saccopastore.<br />

Nell’a.acc. 1938-39 egli sarà professore incaricato di Geologia nell’Università di Pisa;<br />

come vedremo, dall’anno accademico successivo, su invito di Pettazzoni, insegnerà<br />

Etnologia nella Facoltà di lettere dell’Università di Roma e per molti anni avrà frequenti rapporti<br />

col nostro storico delle religioni; egli orienterà i suoi interessi verso i problemi di ideologie<br />

magico-religiose: ne tratteremo a suo luogo ( 56 ).<br />

Sugli orientamenti attuali dell’Africanistica (giugno 1938)<br />

In alcuni capitoli precedenti relativi all’attività dell’Accademia d’Italia abbiamo via via<br />

accennato ai preparativi dell’VIII Convegno Volta dedicato all’Africa; Pettazzoni ha contribuito<br />

a fissare i temi da trattare ed ha fornito nomi e indirizzi di etnologi africanisti da invitare;<br />

poiché si vuole procedere alla stampa dei contributi prima del Convegno, gli interessati<br />

debbono consegnare tempestivamente il testo della loro comunicazione.<br />

Il nostro storico delle religioni dovrà tenere la prima relazione sul primo tema<br />

(Orientamenti attuali dell’Africanistica); sull’ africanistica come egli la intende, in senso<br />

etnologico, come studio delle civiltà primitive dell’Africa, ha una speciale competenza e dispone<br />

di una grande quantità di materiali; dell’africanistica egli conosce la storia nelle sue<br />

varie fasi, da quella naturalistica ed evoluzionistica della scienza positivistica a quella storico-culturale<br />

(Ratzel, Graebner, Ankermann), fino alla più cospicua affermazione dell’etnologia<br />

storica in questo campo rappresentata dall’opera di H.Baumann, Schöpfung und Urzeit<br />

des Menschen im Mythus der afrikanischen Völker, Berlin, 1936; forse ritiene necessario<br />

approfondire lo studio di un movimento diverso che ha altro orientamento e altri scopi, il<br />

movimento dell’antropologia funzionale, che egli preferisce chiamare etnologia funzionale;<br />

in una decina di carte formato mezzo protocollo trascrive o riassume passi dalla voce di B.<br />

Malinowski, Anthropology, in The Encyclopaedia Britannica, London-New York, 192613 , I,<br />

131-140 (7 facc.), e dall’annata 1935 della rivista Africa, e precisamente dai contributi di G.<br />

Baker, An Experiment in applied anthropology, 305 agg., I. Schapera, Field Methods in the<br />

Study of Modern Culture Contacts, 314 sgg., A.C.L. Donohug, Essentials of African Culture,<br />

329 sgg. Altri appunti egli trae, oltre che da un articolo dell’Ankermann nella Zeitschrift für<br />

Ethnologie 1913, da uno scritto del Dubois (riteniamo si tratti del gesuita H. Dubois, uno dei<br />

fondatori, nel 1928, dell’International African Institute), da un altro scritto del Malinowski<br />

(è indicato solo l’anno della pubblicazione: 1929) e dall’articolo dello stesso autore The<br />

rationalisation of anthropology and administration, Africa, 3 (1930), 405-429 (è la nota<br />

polemica contro Mitchell, un funzionario del Tanganyika). Agli appunti tratti dal Dubois<br />

Pettazzoni aggiunge le righe che trascriviamo: “In Italia si potrebbe cominciare a fare dell’antropol.<br />

funzionale saltando la fase d. antropol. storico-culturale = il problema d. rapporti<br />

fra l’amministraz. e la scienza antropologica è così semplificato”.<br />

In pochi foglietti egli annota inoltre alcune indicazioni bibliografiche relative ai contatti<br />

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