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MARIO GANDINI RAFFAELE PETTAZZONI NEGLI ANNI 1937 ...

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Pettazzoni 6-11-2007 8:57 Pagina 196<br />

africanisti d’Europa, Il Giornale d’Italia, 4 ottobre 1938, 5); A. Bacchiani, L’VIIl Convegno<br />

“Volta” sul tema: “L’Africa” s’inaugura stamane in Campidoglio, Il Piccolo, 4-5 ottobre<br />

1938, 1, esalta “la gigantesca opera di civiltà” compiuta dall’Italia in Etiopia, cita naturalmente<br />

la definizione mussoliniana (“L’Africa è il continente complementare dell’Europa”),<br />

tra le figure più note dei partecipanti (non nomina Pettazzoni!) ricorda “sovra gli altri Luigi<br />

Federzoni, presidente del Senato e dell’Accademia, africanista insigne, ex-ministro delle<br />

Colonie”; in corpo minore, sotto il titolo La seduta inaugurale nella Sala Giulio Cesare,<br />

viene pubblicato il programma della giornata.<br />

La mattina di martedì 4 ottobre, alle ore 11, Pettazzoni è presente, nella sala Giulio<br />

Cesare del Campidoglio, all’inaugurazione del Convegno; sono presenti, oltre ai convegnisti,<br />

tutte le gerarchie, numerosi accademici, le rappresentanze diplomatiche dei 14 paesi aderenti<br />

e personalità invitate; al tavolo della presidenza prendono posto il governatore di Roma<br />

Piero Colonna, Luigi Federzoni, Francesco Orestano, il ministro dell’educazione nazionale<br />

Giuseppe Bottai e altre autorità.<br />

Dopo il saluto di Colonna, prende la parola Federzoni, il quale illustra le finalità “esclusivamente<br />

scientifiche’’ dei convegni Volta, richiama quello dedicato nel 1932 all’Europa,<br />

sottolinea “la necessità di un fronte unico europeo dinanzi al massimo cimento che il destino<br />

impone alla razza bianca nel continente africano: affermarvi la propria capacità di dominio<br />

e di ausilio verso le popolazioni dominate, o rinunciare per sempre alla sua missione di<br />

civiltà”; volgendo al termine del discorso, egli afferma che l’Italia fascista “ha reclamato per<br />

sé il diritto che le spettava nelle vasta impresa comune, per il genio e la volontà intrepida ed<br />

inflessibile dell’Uomo che la governa e per l’eroico valore dei propri soldati”.<br />

Anche il terzo oratore, Bottai, sottolinea, tra l’altro, che il problema “Africa” esige la fondamentale<br />

solidarietà del mondo europeo, e che l’Italia di Mussolini, dei Fasci e delle<br />

Corporazioni, “cioè dell’unità politica, sociale, economica realizzata al mille per mille... è<br />

qui per portare il suo contributo a siffatta unità”.<br />

Quarto oratore Orestano, il quale fa un’ampia disamina dei temi che saranno trattati nel<br />

Convegno non tralasciando di affermare il diritto dell’Europa all’Africa (“Vaneggiano tutti<br />

coloro che … parlano di Africa agli Africani”).<br />

La cerimonia d’inaugurazione si conclude con il discorso di Antonio Vicente Ferreira,<br />

ministro delle colonie del Portogallo, a nome dei partecipanti esteri, e con alcune parole di<br />

circostanza di Federzoni.<br />

Sorprende vedere tra i presenti al Convegno, ma non tra i relatori, Carlo Conti Rossini;<br />

il noto etiopista, come scriverà a Pettazzoni in data 17 marzo l939, ha “sempre avuto invincibile<br />

difficoltà a prendere parte a riunioni nelle quali la persona si affacci in modo particolare”;<br />

e poi c’è un altro motivo: egli sa che il Ministero dell’Africa italiana si è adoperato<br />

presso Federzoni perché nell’Accademia d’Italia vi fosse un rappresentante degli studi sulle<br />

popolazioni dell’Impero; e perciò si astiene da ogni cosa che possa sembrare esibizionismo.<br />

Nel pomeriggio dello stesso martedì 4 ottobre, nel Palazzetto degli Uffici dell’Accademia<br />

d’Italia (Lungotevere Farnesina, n. 10) si tiene la prima adunanza del Convegno.<br />

Alle 16 Orestano, aprendo i lavori, annuncia con dispiacere che si dovrà rinunciare alla<br />

presenza di alcune personalità e di alcuni relatori; ricorda gli africanisti scomparsi Arnaldo<br />

Cipolla, Leo Frobenius, Carlo Alfonso Nallino e Giuseppe Stefanini; essendo già state distribuite<br />

le relazioni a stampa, propone che i relatori si limitino a esporre oralmente i punti sui<br />

quali più specialmente richiamano l’attenzione per un’eventuale discussione (di fatto qual-<br />

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