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MARIO GANDINI RAFFAELE PETTAZZONI NEGLI ANNI 1937 ...

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Pettazzoni 6-11-2007 8:57 Pagina 114<br />

già molte volte mossi alla posizione della scienza delle religioni: che cioè in essa non è possibile altro processo di<br />

sintesi fuori della sintesi generica di tipo sociologico, invece della sintesi storica secondo un organico processo di<br />

sviluppo. Non solo non è possibile unificare in una linea di sviluppo religioni diverse, maturate in civiltà eterogenee,<br />

ma a rigore neppure in una stessa religione, nella cristiana, per esempio, si può costruire un processo di sviluppo<br />

di un istituto, prendiamo appunto quello penitenziale, perchè un istituto, uno schema liturgico è sempre qualcosa<br />

d’astratto, fuori del principio evolutivo, e si può intendere solo quando sia ricondotto a questo principio.<br />

Chiarita la sua affermazione con esempi relativi alla liturgia cristiana, il recensore<br />

aggiunge che “appare quindi evidente che gli schemi religiosi non possono bastare a costruire<br />

il processo evolutivo della storia, così come, è cosa nota, non sono sufficienti gli schemi<br />

giuridici, e bisogna rifarsi ad altro principio generatore”.<br />

Illustrata brevernente la tesi fondamentale di Pettazzoni, l’Omodeo ne giudica troppo esiguo<br />

l’organismo concettuale e prosegue:<br />

Come sempre, la psicologia generica si rivela inconciliabile con la concretezza storica. Indubbiamente una tale<br />

formula era necessaria al Pettazzoni come punto di riferimento per la silloge dei documenti: e questo minimo denominatore<br />

comune di tutti i fatti penitenziali è utile come principio di classificazione: ma bisogna mettere in chiaro<br />

che esso è uno schema simile a quelli delle scienze naturali, e non è un concetto storicamente costruttivo.<br />

A questo punto il recensore riporta una pagina del Du Pape di J. de Maistre (egli ha pubblicato<br />

studi maistriani ne La Critica del 1935-1936 e nel 1938 li riprodurrà in volume, con<br />

la data del 1939: Un reazionario: il conte J. de Maistre, Bari); il de Maistre “credeva di poter<br />

fondare sulla vasta diffusione dei riti della confessione dei peccati una vasta ed ardita teoria”;<br />

ma - conclude l’Omodeo- “si tratta di un miraggio, e non si può andare oltre una constatazione<br />

generica di somiglianze”.<br />

Pettazzoni sottolinea parecchie righe e appone alcune note a margine (sono presso che<br />

indecifrabili); forse annota qualche appunto per la risposta; ma ad Omodeo risponderà pubblicamente<br />

nella Prefazione ai Saggi di storia delle religioni e di mitologia, Roma, 1946,<br />

VII-XXI, e precisamente XVI-XXI (detta Prefazione sarà ristampata col titolo Storia delle<br />

religioni e di [sic!] mitologia da S. Giusti, Storia e mitologia con antologia di testi di<br />

Raffaele Pettazzoni, Roma, 1988, 387-398); si vedano anche le ultime righe dell’articolo Il<br />

metodo comparativo, Numen, 6 (1959), 1-14 (rist. nel volume di scritti pettazzoniani a cura<br />

di M. Gandini, Religione e società, Bologna, 1966, 99-113 e da S. Giusti, Storia e mitologia<br />

cit., 407-422).<br />

La recensione di Omodeo sarà ristampata col titolo La confessione dei peccati nella raccolta<br />

di scritti omodeiani a cura di L. Russo, Il senso della storia, Torino, 1948, 113-119 ( 18 ).<br />

Sulla libera docenza a Mario Bendiscioli (autunno <strong>1937</strong>)<br />

Con d.m. 9 agosto <strong>1937</strong> viene costituita la commissione esaminatrice per il conferimento<br />

dell’abilitazione alla libera docenza in Storia del cristianesimo e in Storia delle religioni;<br />

essa è formata da Raffaele Pettazzoni, Quintino Cataudella, Umberto Fracassini, Umberto<br />

Antonio Padovani, Uberto Pestalozza.<br />

Per Storia delle religioni nessuno ha presentato domanda; per Storia del cristianesimo c’è<br />

un solo candidato, Mario Bendiscioli. Questi è un giovane professore di storia e filosofia nei<br />

licei (dal 1926), laureato in lettere (1925) e in giurisprudenza (1934); ha collaborato con la<br />

casa editrice cattolica Morcelliana di Brescia, per la quale ha tradotto, specialmente dal tedeseo,<br />

numerose opere atte ad aprire l’Italia ai fermenti della cultura moderna in tempi di<br />

“autarchia” culturale sostenuta dallo sciovinismo fascista e, nel mondo cattolico, da alcuni<br />

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