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MARIO GANDINI RAFFAELE PETTAZZONI NEGLI ANNI 1937 ...

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Pettazzoni 6-11-2007 8:57 Pagina 105<br />

che mese: lo preparerà, come vedremo, nei primi giorni dell’aprile 1938.<br />

Per il secondo fascicolo semestrale <strong>1937</strong> degli SMSR (2° semestre <strong>1937</strong>)<br />

Per il secondo fascicolo semestrale <strong>1937</strong> degli SMSR Pettazzoni dispone di numerosi<br />

contributi, alcuni dei quali importanti per contenuto ed estensione: per esempio, l’ampio articolo<br />

(occuperà 50 pp.) Origine dell’equazione ellenistica Logos=Anthropos di Maryla Falk,<br />

la quale nel febbraio scorso ha ottenuto un lusinghiero riconoscimento (è stata presentata<br />

all’Accademia dei Lincei la sua memoria Il mito psicologico nell’India antica: sarà pubblicata<br />

nel 1939) e l’articolo di Karl Theodor Preuss, Die Menschenopfer in der mexikanischen<br />

Bilderhandschrift “Historia Tolteca Chichimeca”, originariamente destinato alla nuova rivista<br />

America (v. Pettazzoni 1935-1936, 237); è la prima volta (ma anche l’ultima) che uno<br />

scritto dell’insigne americanista tedesco appare nella rivista diretta dal nostro storico delle<br />

religioni; anche Ida Lublinski collabora, con un articolo, per la prima e per l’ultima volta;<br />

collaborano inoltre con articoli la Guarducci e Zolli.<br />

Per la prima e per l’ultima volta collabora alla rubrica “Rassegne ed appunti” con la nota<br />

Kultsünden und Gottesverleugner Samson Eitrem di Oslo; il grande filologo classico, papirologo<br />

e storico delle religioni antiche ha pubblicato, in materia storico-religiosa, oltre ad una<br />

serie di articoli, i volumi Die göttlichen Zwillinge bei den Griechen (1902) e Beiträge zur<br />

griechischen Religionsgeschichte (1910-1920); ha inoltre collaborato con numerose voci<br />

mitologiche al PW; uno dei suoi centri d’interesse fondamentali è la magia antica: con la collaborazione<br />

di L. Amundsen ha curato l’edizione commentata dei Papiri Magici nel primo<br />

volume dei Papyri Osloenses (1925); ora sta lavorando ad un volume che uscirà nel 1942 col<br />

titolo Mysteriereligioner i antikken. Egli avrà ulteriori rapporti con Pettazzoni: per esempio,<br />

nel 1939 il nostro storico delle religioni sarà invitato da Kerényi, anche a nome del collega<br />

norvegese, a collaborare con un suo lavoro alla collana “Albae Vigiliae; e poi, dopo la parentesi<br />

della guerra, i rapporti saranno riallacciati ( 15 ).<br />

Per la “Rivista bibliografica” redigono recensioni Franchetti, Falk, Turchi, Furlani e<br />

Pettazzoni.<br />

Il direttore esprime vivo apprezzamento per il Lehrbuch der Völkerkunde hgg. von K.Th.<br />

Preuss, Stuttgart, <strong>1937</strong>: “un libro di cui si sentiva il bisogno”, una lacuna avvertita “ora colmata<br />

in modo egregio”; “in Italia, ai fini dell’insegnamento universitario, bisognerebbe farne<br />

la traduzione” (Pettazzoni stesso si adopererà, senza successo, per un’edizione italiana dell’importante<br />

opera); “abbiamo qui per la prima volta una trattazione veramente sistematica<br />

della Etnologia modernamente concepita come scienza delle civiltà ‘primitive’ o, come precisa<br />

il Mühlmann, delle civiltà a scarso sviluppo tecnico”; espone poi, con qualche osservazione,<br />

il contenuto dei principali capitoli del trattato.<br />

Altrettanto elogiativa è la recensione a Franz Cumont, L’Egypte des Astrologues,<br />

Bruxelles, <strong>1937</strong>:<br />

Tutto quello che la esplorazione filologica ha potuto in un cinquantennio ricavare dai resti a noi pervenuti dell’antica<br />

astrologia, non tanto per la ricostruzione delle dottrine astrologiche quanto per la conoscenza dell’ambiente<br />

in cui quella strana letteratura fiorì, si trova condensato e ordinatamente esposto in questo prezioso volume.<br />

Il Cumont non è soltanto un maestro in questo campo, e in altri. Egli è anche quello scrittore efficace e brillante<br />

che tutti conoscono, quanti hanno letto le sue opere ormai classiche. L’astrusa materia astrologica rivive in queste<br />

pagine componendosi in un quadro armonico che, completandosi via via con i dati dei papiri, ci fornisce una rappresentazione<br />

efficacissima di tutta la civiltà dell’Egitto ellenistico nei suoi vari aspetti. Alla descrizione dell’am-<br />

105

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