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MARIO GANDINI RAFFAELE PETTAZZONI NEGLI ANNI 1937 ...

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Pettazzoni 6-11-2007 8:57 Pagina 143<br />

Hammurabi?), rappresentante in rilievo la dea<br />

madre (Istar), con le mani giunte, con accanto alla<br />

sua, altre tre teste eguali alla sua, due a ciascun<br />

lato e una sopra; egli crede che possa essere una<br />

formula artistica imperfetta di rappresentare la<br />

tetracefalìa.<br />

Nelle prime settimane del 1938 Pettazzoni ha<br />

uno scambio di corrispondenza con Giacomo<br />

Devoto e con Pericle Ducati: al primo chiede<br />

qualche chiarimento circa gli attributi di Giove<br />

presso gli Italici (il Devoto ha affrontato il problema<br />

nel suo volume Gli antichi Italici, Firenze,<br />

1931, 226-230, e recentemente ha curato l’edizione<br />

delle Tabulae Iguvinae in una nuova collana<br />

dell’Accademia dei Lincei, Roma, <strong>1937</strong>); al<br />

secondo chiede informazioni sul sarcofago di<br />

Hasti; ricevute dall’amico Ducati le indicazioni<br />

relative, va a consultare, traendone appunti, L’arte<br />

etrusca di G.Q. Giglioli, Milano, 1935, e a vedere<br />

le riproduzioni a disegno del monumento<br />

nell’Etrusco Museo Chiusino di D. Valeriani e F. Inghirami (1833).<br />

Forse in gennaio o in febbraio egli riceve da Dangel il lavoro di Karl von Spiess, Die<br />

Schicksalsgestalten und ihr Kreis, estratto dal Jahrbuch für historische Volkskunde, V./VI.<br />

Band, I Teil (Marksteine der Volkskunst), Berlin, <strong>1937</strong>, 40-125 (I. Teil); riprodotte in disegni<br />

distribuiti nelle 85 pagine o nelle fotografie di 28 tavole f. t. egli può vedere 88 immagini,<br />

molte delle quali tricefale: una miniera!<br />

Riteniamo che il nostro storico delle religioni metta da parte per un po’ ogni altro lavoro<br />

e dedichi alcune ore all’esame della nuova interessante pubblicazione: appone a margine<br />

molti segni a matita e sottolinea qualche riga fino a p. 76, e poi segna ancora le pp. 99-111;<br />

a p.105 tre segni per due righe del p.3 (Leib mit drei Köpfen [= Corpo con tre teste] “Horn<br />

von Gallehus um 400 n.d.Z. (Bild 60); Teppich von Skog, 12 Jahrh. (Bild 67)” (si tratta del<br />

corno d’oro trovato nel 1734 a Tendern (Gallehus) nel Jütland e del tappeto di Skog: quest’ultimo<br />

lo ha segnalato a Pettazzoni anche l’Hanfmann nell’incontro del 9 novembre <strong>1937</strong>);<br />

nella tav. 19 trova la fig. 57: “Keltisches zweiäugiges Dreigesicht, Reims” (è l’ignoto dio gallico<br />

a tre facce con due occhi su un cippo scolpito trovato nella regione di Reims: è l’immagine<br />

che abbiamo riprodotta in Pettazzoni 1935-1936, 201).<br />

Come vedremo, anche nei mesi successivi Pettazzoni non perderà occasione per raccogliere<br />

informazioni sull’argomento e per procurarsi fotografie di immagini policefale.<br />

Vecchi e nuovi impegni nel 1938<br />

Nella seconda metà degli anni Trenta, come abbiamo in parte già visto, vanno aumentando<br />

gli impegni di Pettazzoni: all’insegnamento universitario di Storia delle religioni si è<br />

aggiunto nel gennaio <strong>1937</strong> quello di Etnologia; ai lavori dell’Accademia d’Italia che lo impegnano<br />

frequentemente, con l’inizio del 1938 si aggiungono quelli dell’Istituto italiano di<br />

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