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MARIO GANDINI RAFFAELE PETTAZZONI NEGLI ANNI 1937 ...

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Pettazzoni 6-11-2007 8:57 Pagina 89<br />

rapporto alla loro origine e al loro progressivo sviluppo culturale e gradirebbe ricevere notizie<br />

atte a convalidare le risultanze delle sue ricerche; riteniamo che egli riceva una risposta,<br />

ma non sappiamo quale.<br />

Spera in una recensione Fernando De Paola, professore di latino e greco nel Liceo<br />

“Mamiani” di Roma, inviando al nostro storico delle religioni il suo volume Le Sentenze di<br />

Sesto, Milano, <strong>1937</strong>: “una rivalutazione totale dell’essenisrno”, scriverà il Turchi, al quale<br />

viene assegnato il compito di recensire il lavoro per il secondo fascicolo <strong>1937</strong> degli SMSR.<br />

Come abbiamo preannunciato in un capitolo precedente, Pettazzoni non partecipa al 3°<br />

Congresso di studi coloniali che si tiene a Firenze dal 12 al 16 aprile e si conclude a Roma<br />

il 17; ne segue i lavori leggendo i resoconti nella stampa quotidiana: può così costatare che<br />

vengono presentate alcune comunicazioni di carattere scientifico, per esempio quelle dell’etiopista<br />

Conti Rossini sullo stato attuale delle ricerche filologiche nell’Africa Orientale, del<br />

Diringer sull’origine dell’alfabeto etiopico, dell’islamista Guidi sullo stato attuale degli studi<br />

musulmani in Italia; ma viene dato molto spazio alla propaganda politica, come appare anche<br />

da alcuni titoli della cronaca: Un chiaro ed incisivo discorso di S.E. Lessona sulle realizzazioni<br />

e armonizzazioni per il rapido potenziamento dell’Impero, Armi, politica ed economia<br />

nella conquista e organizzazione dell’Impero, I compiti della penetrazione fascista in<br />

Etiopia, Il Resto del Carlino, dal 13 al 17 aprile <strong>1937</strong>.<br />

Pochi giorni prima del 28 aprile Pettazzoni, come altri direttori di sezione e collaboratori<br />

dell’EI, riceve una lettera dell’accademico Gioacchino Volpe; il collega, dovendo “in una<br />

prossimissima conferenza” parlare dell’EI, chiede qualche elemento illustrativo concernente<br />

la sezione o la disciplina per la quale ognuno ha prestato la propria attività; fa seguire una<br />

specie di questionario o elenco degli elementi sui quali desidera essere informato; attende<br />

una risposta urgente, al massimo entro la mattinata di sabato 24. È da ritenere che Pettazzoni<br />

risponda, sia pure frettolosamente, alle principali domande (non è conservata una minuta).<br />

Mercoledì 28 una folla elettissima -come scrive un cronista - assiste alla tornata che “Le<br />

Stanze del Libro” dedicano all’EI (non sappiamo se è presente anche Pettazzoni): il Volpe<br />

traccia la storia dell’”opera monumentale del tempo fascista” concepita “per liberare gli italiani<br />

dalla soggezione alla cultura straniera”, si sofferma sulle enormi difficoltà superate, sul<br />

complesso organismo redazionale e sull’ardua e assidua sua opera compiuta “con energia e<br />

puntualità, con disciplina e slancio degni di italiani del tempo di Mussolini” (v.<br />

L’Enciclopedia italiana in un discorso di Volpe, Il Giornale d’Italia, 30 aprile <strong>1937</strong>, 3); quando<br />

in autunno uscirà il 35° ed ultimo volume, lo stesso Volpe pubblicherà il testo del discorso,<br />

rielaborato ed ampliato, col titolo L’Enciclopedia italiana, Nuova Antologia, 72, 1575 (1°<br />

novembre <strong>1937</strong>), 5-18 (nell’indice del fascicolo il titolo è L’Enciclopedia italiana è compiuta).<br />

Per domenica 2 maggio Pettazzoni è invitato a casa dei van Buren per incontrare il prof.<br />

Nock; ma non può accettare l’invito: sabato 1° maggio deve andare a Bologna, non sappiamo<br />

a quale scopo, e non ritornerà prima di lunedì 3; successivamente, come vedremo nel<br />

prossimo capitolo, sarà impegnato con il collega americano sopra nominato.<br />

Tra maggio e giugno trascorre qualche giorno a casa di Pettazzoni la cognata Adalgisa<br />

Cotti, 1a quale resta in Italia tre mesi (“la durata che un forestiero può restare fuori<br />

dall’Inghilterra senza il permesso speciale della polizia” scrive Giuseppe al fratello): si prestano<br />

Adele e i portieri Amelia e Arduino Cotti per accompagnarla in giro a vedere la città.<br />

Siamo già all’epoca degli esami: alcuni foglietti con appunti raccolti in una carpetta dal<br />

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