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MARIO GANDINI RAFFAELE PETTAZZONI NEGLI ANNI 1937 ...

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Pettazzoni 6-11-2007 8:57 Pagina 142<br />

Lavori in corso nel 1938<br />

“...Je travaille toujours à mon ouvrage sur ‘L’Omniscience de Dieu’: mon livre devrait<br />

paraître en anglais à Londre en 1939. J’ai rémanié mes conférences upsaliennes de fond en<br />

comble. J’ai aussi modifié en plusieurs points les opinions enoncées dans mes conférences":<br />

così scrive Pettazzoni a Tor Andrae il 16 maggio 1938; e il 17 luglio dello stesso anno a Rose,<br />

sempre a proposito del volume in preparazione:”...Je travaille maintenant aux autres chapitres.<br />

Je n’ai pas d’autres occupations maintenant, et je peux travailler du matin au soir. Mais<br />

il fait très chaud, et il me faudra passer le mois d’août à la montagne. Je prendra avec moi<br />

les chapitres presque achevés, pour les completer. . .”.<br />

Da quest’ultima lettera apprendiamo che secondo il contratto con la casa editrice<br />

Methuen & Co di Londra il volume The omniscience of God non dovrà superare le 120.000<br />

parole; l’autore si sforzerà di non superare tale limite, ma teme di non riuscirci: secondo un<br />

calcolo approssimativo ammontano a 45.000 le parole dei capitoli già inviati al Rose fino a<br />

metà luglio.<br />

Dopo le vacanze agostane Pettazzoni continua il lavoro; scrive a Nyberg in data 9 settembre<br />

1938: “Je travaille encore maintenant au même thème de mes conférences upsaliennes...;<br />

les conférences mêmes m’ont pussé à revenir sur le même sujet, à elargir les cadres, à<br />

remanier ma première redaction, de façon à en faire sortir un livre nouveau”.<br />

I passi che abbiamo trascritti ci documentano che il lavoro principale cui attende il nostro<br />

storico delle religioni nel 1938 è la preparazione del volume sull’onniscienza divina; come<br />

abbiamo anticipato nei capitoli precedenti, egli continua il rifacimento delle lezioni upsalensi,<br />

procede a nuove redazioni e invia al Rose, via via, i capitoli Iran, Israele, Romani,<br />

Etruschi, Italici, Grecia, Fenici, Traci, Slavi, Babilonia e Assiria, Egitto. Celti, probabilmente<br />

Hittiti, forse India (non abbiamo elementi per stabilre un ordine cronologico sempre<br />

preciso); nel gennaio 1939 verrà inviato il capitolo Germani, nella primavera il capitolo<br />

Uralo-altaici e siberiani, in luglio il capitolo Cina.<br />

Veramente il Rose attendeva il manoscritto dell’opera verso la fine del febbraio 1938 in<br />

modo da poter cominciare la traduzione durante le vacanze pasquali e terminarla nell’estate;<br />

forse non ha compreso bene una comunicazione di Pettazzoni; egli si affretterà a tradurre, via<br />

via, i capitoli, lontano dall’immaginare che il lavoro si protrarrà fino al 1940 e per molti anni<br />

ancora; talvolta segnala all’autore una svista o una inesattezza o suggerisce un’integrazione<br />

o chiede chiarimenti: si ha quindi un frequente scambio di lettere tra i due studiosi.<br />

Contemporaneamente Pettazzoni continua lo studio delle immagini policefale e della pluriocularità,<br />

nonché delle figure tricefale della Trinità cristiana (oltre ad un contributo a sé,<br />

egli pensa ad un capitolo dell’opera in preparazione sull’onniscienza divina); inoltre, pensando<br />

ad un nuovo volume de La confessione dei peccati e al corso di Etnologia del prossimo<br />

anno accademico, approfondisce lo studio del matriarcato.<br />

Ancora alla ricerca di immagini policefale (primi mesi del 1938)<br />

Come abbiamo già detto nel capitolo precedente, Pettazzoni continua la ricerca e lo studio<br />

delle immagini policefale.<br />

Da un appunto del 21 dicembre <strong>1937</strong> apprendiamo che egli si è rivolto ad Elizabeth<br />

Douglas van Buren per informazioni relative alla Mesopotamia: riceve infatti la fotografia di<br />

una statua in terracotta, proveniente da un tempio del 2000 a.C. (di poco anteriore ad<br />

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